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Roberto Baggio, da Vicenza al Pallone d’oro

Scritto da Federico Formisano

Roberto Baggio, da Vicenza al Pallone d’oro

L’inizio di una leggenda nasce quasi sempre da una località poco conosciuta, che in gergo si direbbe di provincia. Nel calcio italiano sono tante le realtà provinciali nelle quali sono state forgiate storie incredibili di campioni o di squadre capaci di grandissimi exploit. Quella di Roberto Baggio al Vicenza è senza dubbio una delle più interessanti e romantiche. Nato a Caldogno nel 1967, il giovane fantasista aveva fatto capire fin da giovanisismo di essere destinato a grandissime cose: portava palla come nessun altro, con un’andatura artistica e poetica, e dribblava con una faciltà e una leggiadria inaspettata. Dopo aver iniziato a giocare nella squadretta del suo paese, il Caldogno appunto, il piccolo Roberto veniva adocchiato dall’allora Lanerossi Vicenza, che lo chiamava nei suoi ranghi nel 1980, a soli 13 anni. Dopo due anni nelle giovanili, a soli sedici anni fa il suo debutto in prima squadra in un match di Serie B, respirando praticamente da subito l’aria del calcio professionistico, anche se il primo spicchio di gloria arriva il 3 giugno 1984, quando va a segno per la prima volta in campionato con un goal su rigore nel 3-0 contro il Brescia.

Da quel momento in poi la sua carriera sembra essere in rampa di lancio, fino a quando un bruttissimo infortunio al crociato non mette a serio rischio il suo futuro. Dopo una lunga riabilitazione, il fantasista vicentino debutta finalmente con la Fiorentina il 21 settembre 1986. Le impressioni dopo il ritorno sono subito buone, vista la doppietta nel derby contro l’Empoli. Il suo periodo di recupero è stato lungo e sofferente, e il trequartista di Caldogno deve allenarsi costantemente ogni giorno per poter sostenere il proprio corpo anche con il ginocchio malandato. Ma l’infortunio non gli impedirà di portare avanti il suo sogno, ossia quello di sfondare nel calcio. La Juventus, attualmente la grande favorita a conquistare il titolo di Serie A stando alle principali quote dei siti di scommesse online, puntava su di lui dopo il mondiale di Italia 90, nel quale Baggio avrebbe fatto una grandissima impressione. Era il momento della svolta, quello di prendersi sulle spalle una grande squadra e portarla in trionfo. La vittoria della Coppa UEFA gli permetteva di proclamarsi miglior giocatore europeo dell’anno, come certificato dalla conquista del Pallone d’oro 1993. La gloria mondiale arriverà, però, ai campionati del mondo di calcio del 1994 che si disputano negli Stati Uniti: in quell’occasione il Divin Codino, come lo chiamavano tutti, sarebbe stato il leader della spedizione azzurra con 5 reti, trascinando la nazionale di Arrigo Sacchi fino alla finale poi persa contro il Brasile.

 

In seguito Baggio avrebbe giocato con il Milan, l’Inter, il Bologna e il Brescia, dando sempre dimostrazione di una classe sopraffina e di una genialità unica, riscontrabile sia nella sua maniera di andare in goal sia nella sua abilità nel saltare gli avversari anche nelle peggiori condizioni. Da Vicenza al mondo, il suo grande percorso è stato tracciato con gloria, dolori e fama.

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Federico Formisano