A quattro giornate dal termine, l’Alto Astico Cogollo è la quarta miglior difesa del Vicentino a livello di Seconda Categoria; finora solo Grisignano Gambellara e Montecchio Precalcino hanno saputo far meglio della squadra del Cengio. Paolo Faccin, difensore centrale del Cogollo, ci spiega i segreti della solidità della sua squadra, di cui è diventato uno dei cardini dopo l’arrivo del tecnico Piero Dalle Carbonare.
Intervista di Matteo Parma; foto di Chiara Diletta Rizzato
Paolo Faccin è un difensore centrale classe ’95: ha giocato nelle giovanili di San Sebastiano Centrale e Zanè, poi nelle prime squadre di Pedemontana (società tuttora detentrice del cartellino), Novoledo Villaverla e, da quest’anno, dell’Alto Astico Cogollo. Con la compagine del Cengio, dopo un avvio di stagione in salita, sia personale che dell’intera squadra, Faccin ha trovato continuità in concomitanza del cambio di allenatore; infatti, con l’arrivo a novembre di Piero Dalle Carbonare la squadra ha cominciato “ad ingranare” e a risollevarsi in classifica, soprattutto grazie alle ottime prestazioni della difesa. Difesa di cui Faccin è diventato un vero e proprio pilastro: 12 sono le reti subite da quando è diventato titolare fisso, 23 quelle complessive che fanno del Cogollo la quarta miglior difesa del Vicentino (a livello di Seconda Categoria).
Faccin con il Novoledo in maglia blu in marcatura su Barbieri della Pedemontana
Dopo questa introduzione, passiamo ora all’intervista vera e propria.
“Ciao Paolo! Il tuo primo anno all’Alto Astico Cogollo: raccontaci com’è andata finora quest’esperienza”
” Un’esperienza decisamente positiva: mi sono trovato in un bellissimo gruppo, un mix di giocatori di esperienza e giovani che in prospettiva possono anche ambire a categorie superiori. Dopo un avvio di Campionato difficile, la squadra si è rimessa in sesto con l’arrivo di Dalle Carbonare; personalmente, con il mister ho un ottimo rapporto e il suo grande merito è stato quello di ricompattarci a livello di gruppo. E’ un motivatore, ha saputo gestire bene tanti giovani al primo impatto con la Categoria; questa è stata la differenza principale rispetto alla gestione precedente. Ci tengo comunque a precisare che Dal Zotto è una bravissima persona, onesta e corretta, ma che a mio parere ha peccato in alcune scelte sia tecniche che comunicative”.
“Per quanto riguarda il vostro Campionato, siete in linea con le prospettive iniziali?”
“Sì, siamo partiti con l’obiettivo di salvarci e stiamo mantenendo le attese. C’è stato un momento in cui sembrava potessimo addirittura ambire a qualcosa di più: con il cambio di allenatore abbiamo ottenuto risultati importanti, come la vittoria larga sull’Isola Castelnovo e i pareggi con Stoccareddo e Montecchio. Inoltre abbiamo sistemato la difesa, la nostra è la seconda migliore del Girone e ci ha permesso di portare a casa molti punti; tuttavia l’attacco è il nostro più grande problema. Di solito con una difesa del genere si arriva tra le prime quattro, però se l’attacco non riesce ad incidere è ovvio che diventi difficile raggiungere le posizioni più alte. Forse se avessimo avuto un cosiddetto “bomber d’area”, le cose sarebbero potute andare diversamente”.
“Sono due dati che, a loro modo, saltano all’occhio. Andando più nello specifico, parlaci del modulo che utilizzate e del vostro stile di gioco”
“Per le caratteristiche dei giocatori, il nostro modulo di partenza è il 4-3-3; anche se spesso cambiamo durante la partita: a volte ci mettiamo con la difesa a 3, perché i due esterni del centrocampo a 5 garantiscono una buona copertura. Abbiamo molti difensori in rosa: per esempio in diverse partite ci è capitato di giocare con 7/8 difensori su 11, in quel caso perché ci mancavano molti giocatori. Ecco, c’è da dire che quest’anno siamo stati perseguitati dagli infortuni: abbiamo avuti problemi di tutti i tipi, mai mi era capitato di assistere a una cosa del genere! Per quanto riguarda il nostro stile di gioco, siamo una squadra difficile da affrontare: subiamo pochi goal, lo dicono i numeri, per questo motivo andiamo meglio ad affrontare squadre che vogliono imporre il proprio gioco. Siamo compatti e tutti fanno fatica a far risultato con noi; non a caso, squadre come Stoccareddo e Montecchio non sono riuscite a batterci all’andata. Il rovescio della medaglia è che fatichiamo molto a segnare: penso alla partita persa con il Silva, in cui abbiamo sbagliato due goal praticamente fatti; alla fine difesa e attacco si bilanciano, e ci ritroviamo così a metà classifica”
“Classifica che, ormai, vi vede salvi. I prossimi due impegni sono con Stoccareddo e Montecchio: come li affronterete?”
“Ci mancano giusto quei 2/3 punti per avere la matematica certezza. Sarei contento di ottenerli già in queste partite, dove troveremo però due squadre che si stanno giocando il Campionato. Noi scenderemo in campo come sempre, giocheremo per vincere perché ci servono ancora punti. Ovvio, non sarà facile perché domenica giocheremo in casa dello Stoccareddo, squadra che vive anche grazie alla spinta dei suoi tifosi; inoltre, hanno il capocannoniere del Campionato (Eder Baù, 30 reti). Il Montecchio poi, a mio parere, sulla carta è la squadra più forte del Girone, sia come organico che come gioco. Con entrambe avevamo appunto pareggiato all’andata, sarei contento se riuscissimo a ripetere i precedenti”.
“Secondo te chi vincerà il Campionato?”
“E’ un campionato molto aperto: se guardiamo i prossimi impegni, sulla carta è il Silva ad avere il calendario più agevole (Orsiana Valli Isola Lakota), poi anche perché all’ultima giornata c’è Stoccareddo-Montecchio; è anche vero che devono affrontare tre squadre che devono salvarsi, ciò significa che dovranno sudarsi ogni singola partita. Però, come detto prima, personalmente ritengo sia il Montecchio la squadra più forte in valore assoluto che, assieme a Malo e San Quirico per citarne altre, esprime il miglior gioco del Campionato. Ripeto, è ancora tutto aperto: è un Campionato particolare, in cui tutti possono vincere con tutti, a differenza di quello dello scorso anno in cui Sanvitocatrenta e Pedemontana erano nettamente superiori alle altre; se la giocano tutte e tre, e per ognuna una sconfitta può compromettere la vittoria finale”.
“Chiudiamo con uno sguardo alla prossima stagione: sei ancora di proprietà della Pedemontana, ci stai facendo un “pensierino”?”
“Il “pensierino” c’è, eccome! Dopo quattro stagioni di Seconda Categoria in cui ho vissuto tutte le esperienze possibili, dai Play-Off ai Play-Out, se ci dovesse essere la chiamata del Pedemontana sarei pronto per giocarmi le mie possibilità. Inoltre in queste categorie è difficile trovare un difensore centrale giovane che sia stabilmente titolare. La voglia c’è, anche perché è la squadra del paese dove abito; staremo a vedere insomma. Però non scarto neanche di rimanere al Cogollo: qui mi sono trovato molto bene, sia per comodità che per il gruppo, così come per la società”.