IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI
ALESSANDRO (magno) PLIZZARI, RE DI PESCARA
Avevo chiuso baracca e burattini senza scrivere una riga sulla partita horribilis del Lane contro la Ternana, perché di fronte ad una simile nostra prestazione c’era poco nulla da dichiarare se non, appunto, esprimere considerazioni tutte negative sulla gara dei biancorossi. Una sconfitta bruciante, una delusione cocente, un’ennesima scottatura che francamente non mi aspettavo, né ci meritiamo, tutti noi che abbiamo il Lane nel cuore.
Tanto più sgradita in quanto frutto pure di mancanza di grinta, voglia di combattere, amore per la maglia biancorossa. E’ mancato soprattutto l’attaccamento alla maglia, aspetto non solo fondamentale ma semplicemente indispensabile per affrontare seriamente una squadra forte come la Ternana, se vuoi tentare di eliminarla.
Mi fermo qui per non trascendere (sempre calcisticamente parlando), e ritorno a parlare della tanto vituperata serie C perché sollecitato dalla visione della partita di ritorno della finale di playoff, disputata sabato sera tra Pescara e Ternana. Non avevo seguito l’andata, vinta dagli abruzzesi per 1 a 0, con rete di Letizia su gran tiro da fuori area, per cui non disponevo di un’idea attendibile della forza del Pescara, guidata dal mattacchione Silvio Baldini, grande allenatore, ancorchè toscano maledetto e bizzarro, che non le manda certo a dire. Uno che ha preso a calci nel sedere il nostro Mimmo Di Carlo, senza pensare alle conseguenze del gesto inurbano e antisportivo. Uno che due anni fa era riuscito a salire in B con il Palermo, piazza non certo facile, direi molto esigente. Uno che ha allenato una ventina di squadre tra serie A, B e C, tra cui il nostro Lane nel lontano 2011, venendo però esonerato dopo sole otto giornate di campionato. Ebbene proprio Baldini è riuscito a realizzare l’impresa della promozione in B, grazie ad una prestazione maiuscola della sua squadra, che in campo ha dimostrato, al contrario del Lane, coesione e determinazione invidiabili.
Di fronte aveva la Ternana che ha fatto vedere di essere più forte e completa e di meritare la serie B più degli avversari sia per il gioco espresso che per organizzazione e impostazione tattica. Invece, la dea Eupalla ha deciso di no. Ha deciso di elevare al rango supremo di suo prediletto il portiere del Pescara Alessandro Plizzari, classe 2000, lombardo di Crema e scuola Milan, che con le sue parate incredibili e strepitose ha preso per mano i compagni e ha di fatto eliminato le fere di mister Liverani.
La sua prestazione può dirsi a ragione storica, perché se nel primo tempo ha sciorinato tre interventi da superman su altrettanti “gol fatti” dei ternani, e nel secondo si è esibito in altri due salvataggi incredibili, è proprio nei tempi supplementari che la sua prestazione ha raggiunto l’apice della bravura. Con la squadra in inferiorità numerica per l’espulsione diretta di Dagasso, autore di un fallaccio da brivido a centrocampo, a pochissimi minuti dalla fine Plizzari ha sfoderato un ennesimo salvataggio volando a togliere la sfera dall’incrocio dei pali cui era indirizzata, subendo però nel gesto tecnico un serio infortunio al polpaccio. Pareva impossibilitato a continuare visto che zoppicava vistosamente. Invece ha stretto i denti e ha deciso di proseguire seppur dolorante e menomato. E qui avviene un vero e proprio miracolo calcistico, direi indimenticabile per i ventimila pescaresi sugli spalti, ma non solo per loro: sul rigore del ternano Ferrante, Alessandro compie il primo miracolo, parandolo in tuffo a terra. Quindi la girandola dei penalty prosegue nella grandissima tensione di giocatori e spettatori finendo per far brillare a dismisura l’eccezionale bravura del portiere di casa che neutralizza da infortunato ben tre tiri dal dischetto. Il Pescara vince così la finale e trionfa.
Alessandro Plizzari entra nella leggenda e diventa Re di Pescara. Di diritto, direi, visto che la sua prestazione è di portata eccezionale. L’aver voluto continuare stoicamente a giocare, nonostante l’evidente menomazione e sofferenza fisica, ne fanno un nuovo eroe calcistico. E di questi tempi, in cui la Nazionale delude grandemente proprio per limiti morali, ce n’è assoluto bisogno. Anche dalle nostre parti, in casa Lanerossi Vicenza, per cercare di riuscire finalmente a rinverdire i fasti della nobile provinciale dal passato glorioso e dalle caratteristiche di indomita combattente.
Luciano Zanini