Un finale amaro per Paolo Camparmó che nella prossima stagione non vestirà più la maglia del Longare: « E’ stata una stagione di alti e bassi; e per uno come me che ha bisogno di continuità non è il massimo. Sicuramente poteva esserci un epilogo diverso, almeno personalmente. Non mi è stata data la possibilità di dare il mio contributo in una partita fondamentale con il ritorno con il Chiampo in casa nostra. E questo mi è dispiaciuto molto considerando la mia esperienza a Longare e nella categoria. La cosa che è mancata di più era l’alternativa sul 2005 dopo l’infortunio di Filotto che ha veicolato molto scelte tecniche. Da lì ci è mancato anche lo spirito giusto per adattarci alla mentalità di doverci salvare. “

Camparmò
Sei stato tra i più presenti: che clima si respirava nello spogliatoio nei momenti difficili? Forse da un certo punto di vista anche troppo positivo. Probabilmente visto le performance dell’andata davamo per scontato di riuscire a fare quei pochi punti necessari per salvarci. Questo ci ha portato a commettere molte leggerezza individuali in alcune situazioni delicate. Ovviamente da attaccante di finalizzazione le mia aspettative erano migliori. Sono comunque anche un giocatore che aiuta molto la squadra in fase difensiva quindi tante energie se ne vanno per quello e sono meno lucido in fase realizzative. Devo dire anche che ho sofferto molto la mancanza di cross che quest’anno sono stati limitati.
Parole decise quelle dell’attaccante classe 1989 che deve ancora decidere il suo futuro: «Vista la considerazione avuta nelle ultime due settimane senza aver avuto spiegazioni ho chiusa una porta con molto dispiacere per il risultato finale. Io so di aver dato il massimo alla società, che ringrazio per aver investito su di me un anno e mezzo fa, ma per fare il salto di qualità a mio avviso bisogna fare affidamento a giocatori di esperienza come me. Cosa che da qualche mese è mancata. Ti direi che con il senno di poi avrei dovuto impormi maggiormente per poter dare una svolta positiva per tempo. Invece cerco di dimostrare il giusto approccio sempre in maniera più pratica, con la mentalità sul campo durante gli allenamenti.».
Hai già qualche idea per il tuo futuro calcistico? In questo momento sinceramente no. Aspetterò e vedrò cosa arriverà. Sicuramente le priorità sono cambiate rispetto al passato e vorrei dedicarmi maggiormente alla famiglia. In funzione del progetto che si presenterà alla porta ci penserò. Sono convinto che fisicamente riuscirei a gestire anche un campionato di eccellenza, ma l’impegno lavorativo e familiare mi sta portando a valutare alternative più vicino a casa e di categoria inferiore. Al momento comunque non ho nessuna trattativa.
Che messaggio vuoi lasciare ai tifosi e alla società dopo la tua partenza? Longare rimane sicuramente uno stadio caldo in cui servono giocatori con un alto temperamento. C’è da lavorare sul campo da allenamento ed alcuni particolari per lavorare in maniera professionale durante la settimana. Sicuramente è un posto dove il gruppo può essere il valore aggiunto che ti fa fare la differenza. C’è bisogno che i giovani si prendano le proprie responsabilità e che capiscano il dovere dell’impegno e cosa il calcio può restituire. Mentalità che vedo mancare. Si cerca sempre di tutelare troppo il giovane. Ma i tempi sono molto cambiati. Non mi rimane che fare a tutti un grosso in bocca al lupo.