EVIDENZA Serie C

Il fantasma di Ronaldo al Menti; poi Costa e Morra lo fanno dimenticare

Scritto da Luciano Zanini

IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI

 

IL FANTASMA DI RONALDO AL MENTI

POI COSTA E MORRA LO FANNO DIMENTICARE

 

Ci siamo. Anche quest’anno ho saltato la “prima in casa” del Lane e lo vedo solo ora, per la prima volta dall’avvio del campionato.  Il caro vecchio Lane che, purtroppo, è rimasto impelagato nelle sabbie infide della terza serie, dopo aver conquistato la chance di risalita in B e averla buttata rovinosamente alle ortiche in quel di Verona, per mano della premiata ditta Virtus Verona, che ci ha castigato senza pietà ( colpa solo nostra), facilitando la corsa solitaria del Padova. Oggi i biancoscudati ci guardano dall’alto in basso: le loro avversarie sono Monza, Empoli, Sampdoria, Palermo etc etc.. Altro pianeta, altro spettacolo. A noi tocca digerire (ovviamente con tutto il rispetto dovuto, ma le storie sono molto diverse) le varie Lumezzane, Ospitaletto, Giana Erminio, Alcione, etc etc.. Ad essere sincero fino in fondo, ripensando a questi nomi da serie C mi ha preso un pò di comprensibile tristezza sportiva. Poi però il richiamo della foresta mi ha ben presto riportato sulla “retta via”, verso lo stadio Menti: torniamo così a parlare del Lanerossi Vicenza edizione 2025/2026. Ero curioso di conoscere i nuovi acquisti, e più in generale la squadra ora condotta da Fabio Gallo, un tecnico che sulla carta possiede tutti i requisiti per fare bene … ma mi fermo qui per scaramanzia, visto quello che è successo negli anni scorsi.

Un avvio di partita deludente

Domenica ore 17,30, pronti via. Pubblico alla grandissima, oltre diecimila presenti, sempre appassionati e carichi: fosse per loro il Vicenza sarebbe da mò in serie A!. Ma siamo invece alla terza di campionato e ci sono invece da affrontare i “cugini terribili” dell’Arzignano che si presentano al Menti con un biglietto da visita mica male: testa della classifica, dopo aver espugnato nientemeno che il glorioso stadio del Brescia, provinciale di lungo corso e storia. La gara si mette subito più sulla disputa agonistica che tecnica, con i volenterosi giallocelesti che mostrano chiaramente di non soffrire alcun timore reverenziale. Tengono impegnati i biancorossi dentro una fitta ragnatela di passaggi che ha effetto soporifero sui nostri. Non solo, provano pure a segnare e per poco non fanno secco Gagno al 23’ quando, su cross dalla destra, giunge puntuale in area  Boffelli che spara in porta a colpo sicuro. Pare gol fatto, invece il portiere biancorosso compie una paratona, sventando in angolo. Il pericolo scampato punge poco il Lane che tenta di passare in vantaggio, ma Cavion messo in condizione di tirare in porta con buona comodità pensa bene di sparare a lato. Avanti così con le due squadre – ma soprattutto il Lane cui spetterebbe fare il gioco – che danno vita ad un noioso e inconcludente tira e molla senza capo né coda. Pare proprio che manchi del tutto l’uomo in grado di dettare i tempi e lanciare in profondità, invece di continuare con gli ossessivi passaggi laterali. Sento alcuni che commentano amaramente: qui ci vorrebbe Ronaldo. Già Ronaldo, croce e delizia del Lane, con i suoi pregi e difetti.  E non parrebbe proprio un’idea balzana perché, appunto, in campo i biancorossi sono incapaci per tutto il primo tempo di creare un gioco degno di questo nome. La difesa è la solita, il centrocampo vede innestati i nuovi Caferri, Cavion (“usato” di ritorno) e Vitale, mentre in avanti si muove la promessa (dal nome teutonico) Stueckler in simbiosi con Rauti. Il più classico dei 3-5-2 ma le cose non vanno. Anzi vanno malissimo per noi, quando al 35’ il lesto Cariolato si infila in area sulla destra saltando prima Costa e poi Leverbe, entrambi colpevoli di grave errore, per poi giustiziare un innocente Gagno. Apriti cielo, il fantasma di Ronaldo prende realmente corpo e il primo tempo si chiude con l’Arzignano meritatamente in vantaggio. Ombre nere sul Menti.

Foto di Romeo Deganello da Facebook/ Arzignano

La spinta fondamentale del 12° giocatore

Dove però sugli spalti i tifosi biancorossi la fanno da padrone, senza mollare mai un attimo il sostegno alla squadra, sebbene consci di un primo tempo decisamente brutto. Si avvia la ripresa,  ci vorrebbe subito il gol per rimettere in corsa la compagine di Gallo. Il gioco nei primi minuti non cambia granchè, anzi si teme qualche sgradita sorpresa visto che l’Arzignano non molla un palmo e si muove con grande determinazione. Al 5’ però entra in ballo la dea Eupalla che, mossa a compassione, favorisce il pareggio. Punizione fuori area sulla destra: sul pallone si avventa Vitale per tirarla ma il buon Pippone Costa, ispirato dalla stessa dea e desideroso di farsi perdonare la frittata compiuta sul gol di Cariolato, lo spedisce in barriera. Tira lui, e lo fa bene a mezz’altezza colpendo il palo alla sinistra dell’estremo Manfrin: la sfera dal palo schizza sulla sua schiena e finisce in gol. Autorete sfortunata ma il Vicenza acciuffa il pari. E con il pari le cose cominciano a cambiare. Soprattutto quando Fabione Gallo inserisce un certo Morra (perchè era rimasto fuori?) che di gol se ne intende, e il trottolino Talarico, già aiutante di campo di Pompeu Ronaldo, al posto di Rauti e Cavion. Il pareggio e le due – a mio avviso determinanti – sostituzioni al 14’ fanno cambiare finalmente l’inerzia della gara, sebbene l’Arzignano non stia certo a guardare e anzi arrivi per ben due volte vicino al raddoppio con Mattioli e Toniolo. Al 23’ ecco altre due sostituzioni (in particolare quella di Alessio per Stueckler, oltre a quella di Tribuzzi per Caferri) che trasformano totalmente il Lane, che ora si muove molto meglio del primo tempo (ci voleva poco …) e dimostra di voler conquistare il vantaggio sciorinando un gioco propositivo e ficcante. Così è in effetti, e al 27’ arriva il sospirato sorpasso. Un gran ben gol, peraltro,  per preparazione e fattura. Il neoentrato Alessio – giovanotto talentuoso – entra in area e si inventa un assist millimetrato per l’accorrente Morra, il quale dimostra ancora una volta di essere un attaccante vero e completo, facendo secco Manfrin senza alcuna misericordia. E’ la rete della vittoria del derby, voluta dal Lane che nel secondo tempo, a partire dal quarto d’ora, ha cambiato spartito dimostrandosi superiore all’Arzignano. Arzignano che merita i complimenti per quello che ha fatto vedere nell’arco dei 96’ minuti : avrebbe meritato il pari.

Primi in classifica: uno stimolo importante

Con la vittoria nel derby il Lane arriva a quota 7 punti, primo in classifica seppur in coabitazione con Lecco e Renate: ora può ( e deve)  dopo aver rotto il ghiaccio, proseguire il suo cammino purchè giochi come nella seconda parte della ripresa. Il primo tempo e il fantasma di Ronaldo vanno dimenticati. La rosa è ben nutrita anche se non ci sono star assolute, ma alcuni ottimi giocatori sì. Morra può confermarsi il bomber della squadra, in attesa di recuperare al meglio Vitale che ha un passato notevole alle spalle. La difesa è apparsa non ancora al meglio – gridano vendetta le due cappelle di Costa e Leverbe – ma appunto potrà man mano affinarsi per rendere  come sa, perché appunto gli uomini giusti ci sono. Mister Gallo, dal canto suo, avrà il suo bel da fare dovendo anche gestire una panchina lunga, dove scalpitano giovani che non vanno bruciati anzitempo. Ora ci aspetta la trasferta a Cittadella, una grande protagonista della serie B, che evidentemente deve ancora adattarsi al clima non semplice della serie C, vista la batosta subita per mano della Pergolettese, squadra che da anni naviga  sempre nelle zone basse della classifica. Però guai a sottovalutare il Citta.

Luciano Zanini

 

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