IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI
FESTEGGIARE LA SERIE B IN ANTICIPO?
CALMA E GESSO…
Apro con un pò di scaramanzia, perché è sempre meglio muoversi con i piedi di piombo, considerato come sono andate le cose negli ultimi anni. Ho visto i festeggiamenti dei tifosi biancorossi in quel di Romano, sicuri della promozione diretta. Tutto bello, tutto giusto. Ma senza voler essere negativi – nella promozione ci spero anch’io, e sarebbe veramente ora –, un campionato si vince solo quando l’hai in pugno matematicamente. Non prima. Certo, la rosa del Lane e il suo imponente pubblico al Menti, fanno oggettivamente una gran bella differenza rispetto alle altre formazioni. Poi, l’avvio di queste prime partite risulta più incoraggiante rispetto ai campionati passati alla luce oggettiva dei risultati conseguiti, dell’ottima media inglese, del primato in classifica. Però siamo ancora al via. E ci sono comunque alcune formazioni da non sottovalutare per nessuna ragione. Tanto per non fare nomi: Lecco, Brescia e pure Cittadella, nonostante quest’ultima sia indietro. L’importante adesso è seguire alla lettera il vecchio adagio, il tasi e tira, ossia fare pochi proclami e portare a casa tanti punti in classifica, che poi te li ritrovi in primavera, e diventano fondamentali. Punti che contano sia in casa che fuori, Cittadella o Pro Patria che sia. A proposito di Pro Patria, domenica pomeriggio, ci siamo trovati di fronte una squadra dal grande blasone: la leggendaria Pro Patria di Busto Arsizio, che ha calcato campi della serie A, tanta B e poi è caduta anch’essa, e molto più del Vicenza, nella palude della serie C.
“Pro Patria rimane in A e il Vicenza retrocede..”
Mi è venuto in mente uno spunto storico, per un attimo, pensando al passato, all’ultima partita giocata tra le due squadre in serie A, risalente al lontano 1948. Correva appunto il campionato 1947/’48 e, in casa, il Vicenza ha la meglio sui lombardi grazie alla rete del vicentino Rolando Spanevello. Una vittoria che però non porta fortuna ai biancorossi dell’epoca, che a fine campionato si posizionano al 20. posto con 26 punti, retrocedendo in serie B, mentre la Pro si salva ma rimane ancora per poco nella massima serie. Il nostro Vicenza, invece, dopo qualche anno di B, inizierà dal campionato 1954/’55 la sua grandiosa cavalcata tra le grandi squadre italiane, durata ininterrottamente fino al 1975. Ma ora bando al passato, torniamo alla Pro Patria di oggi che ha affrontato il Lane al Menti sotto un sole agostano, con una temperatura di circa trenta gradi e inizio alle ore 15, ciò che tradotto in termini “solari” vorrebbe dire le 14. Niente male queste designazioni fatte all’insegna dell’interesse televisivo ueber alles: poco di quello dei giocatori e del pubblico… La formazione ormai impostata sul 3-5-2 contempla la solita e solida difesa con Cuomo, Leverbe e Sandon; centrocampo e fasce con Tribuzzi, Pellizzari, Carraro, Vitale e Costa; attacco con Morra e Stuckler. Si parte e la Pro fa subito capire di che pasta è fatta: arrocco in difesa e poi rilancio in avanti quando si può. Filosofia semplice, e pure redditizia, per chi sa che deve affrontare una squadra più forte e titolata.

Si torna al Menti
Il Lane spreca, Rovida ci mette una pezza
I biancorossi capiscono ben presto che non sarà una passeggiata, perché la Pro si barrica bene e rende complicate le azioni del Lane, che comunque ci prova a cercare il gol con convinzione. Si muove bene Vitale che ha un gran bella occasione, dopo quelle di Sandon, dello stesso Vitale e di Morra. Tutte sfumate. Il numero 99 riceve palla da cross d’angolo e spara un rasoterra che pare diretto al posto giusto: l’estremo Rovida sfodera la grande parata e l’azione sfuma. Il Lane non demorde e al 31’ si crea un’altra grande occasione con Tribuzzi, il quale si muove bene sulla destra, cerca e trova lo spazio per il gran tiro, che però incontra l’opposizione del solito Rovida, lesto a deviare in angolo. Niente da fare, e il Lane dà l’impressione di dover tirare un po’ il fiato (del resto giocare con quel caldo …) arrivando al termine del primo tempo sul risultato ad occhiali. Ma, diciamolo pure, con qualche pensierino disturbante: non sarà mica la partita dalle tante occasioni senza gol?
Gallo, l’azzeccacambi colpisce per la terza volta
Questo dubbio deve aver assalito nell’intervallo anche Fabio Gallo, il quale però – lo ha detto lui stesso – decide istintivamente di fare qualcosa là davanti, affiancando in avvio di ripresa Nicola Rauti, in gran spolvero, a Claudio Morra sostituendo Stueckler. La pensata, per me azzeccata, produce i suoi effetti benefici nel giro di pochi minuti, facendo esplodere il Menti e mettendo a cuccia la pur tenace e volenterosa Pro Patria. Siamo così al 10’ su ennesimo attacco del Lane: Morra si destreggia bene al limite dell’area, poi lancia in profondità Rauti che, preciso e rapido come un fulmine, aggancia la sfera e fa secco Rovida. E’ il classico gol liberatorio, la rete che cambia la gara e che ci voleva come il pane. I biancorossi appaiono subito rinfrancati e – a differenza dell’anno scorso – non mollano la preda, continuano a macinare palloni su palloni, facendo andare in tilt i bustocchi. Così al 16’, con i biancorossi sempre all’arrembaggio, Rauti si ritrova al posto giusto al momento giusto e con grande freddezza riesce a bucare nuovamente il portiere avversario. Sul 2 a 0 in effetti la partita è chiusa quanto alla vittoria, ma il Lane in formula Gallo continua a giocare e a cercare il terzo gol che arriva al 35’, autore il subentrato Rada che tocca in rete un tiro cross di Pellizzari, a sua volta imbeccato da Capello, entrato pure lui nella ripresa. La partita finisce in gloria. Il Vicenza è ancora in testa ma, occhio!, sempre in coppia con il Lecco che ha battuto il Trento per 3 a 0, con il Brescia ad un punto. Sono ancora tre ora in testa per cui, come detto, è meglio non festeggiare promozioni anticipate, ma solo continuare a fare punti fuori e in casa: giovedì contro il Dolomiti Belluno- e lunedì sera al Menti contro l’antica avversaria Pro Vercelli. Fidandoci dei cambi dell’azzeccacambi Gallo, che dovrebbe gradire questo nomignolo, almeno fino a prova contraria.
Luciano Zanini