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Gli stipendi dei giocatori di serie B

Scritto da Redazione

Gli stipendi dei calciatori di Serie B: i parametri retributivi e le medie degli ingaggi

Le retribuzioni percepite dai calciatori che militano nel campionato di Serie B vengono condizionate da diversi fattori. Variabili connesse alle prestazioni sportive, alle capacità economiche del club di appartenenza, alle prospettive di crescita e all’esperienza maturata sul campo. Ecco i principali parametri presi in considerazione durante la stipula di un contratto professionale. Il campionato cadetto di Serie B è una vetrina che i calciatori possono sfruttare per accedere alla Serie A o per approdare in altre competizioni internazionali. Una tappa decisiva per la carriera di qualsiasi sportivo dato l’intensità delle gare, la professionalità degli staff tecnici e l’imprevedibilità dei risultati. Caratteristiche che rendono questa competizione un palcoscenico popolare, appassionante ed emozionante. Dalle prime giornate alle sfide decisive per la promozione o la salvezza, ogni partita è vissuta con estrema partecipazione. Un seguito destinato a crescere date le potenzialità di una manifestazione sempre più coinvolgente ed avvincente.

Gli stipendi medi dei calciatori di Serie B e i fattori che ne influenzano gli ingaggi

La Lega Nazionale Professionisti Serie B (LNPB) definisce ogni anno una soglia retributiva minima di comune accordo con l’Associazione Italiana Calciatori (AIC). Gli stipendi di base validi per la stagione in corso vengono classificati a seconda delle seguenti fasce d’età:

  • Dai 16 ai 19 anni
  • Dai 20 ai 23 anni
  • Dai 24 anni e oltre

Per la prima categoria vengono elargite dei compensi minimi lordi pari a 18.742,29€, mentre nella seconda fascia le retribuzioni partono da una base di 25.068,34€. I giocatori che hanno più di 24 anni, invece, percepiscono uno stipendio minimo di 33.783,86€ lordi. Ecco i valori minimi stabiliti dalla Lega Nazionale Professionisti Serie B (LNPB) per i calciatori che militano nelle squadre iscritte al campionato cadetto. Le società devono rispettare queste soglie e garantire una retribuzione conforme di base ai propri tesserati durante l’intero arco della stagione.
Tuttavia, le condizioni salariali non risultano del tutto omogenee date le disparità che tendono ad emergere tra gli esordienti e i calciatori più giovani. Per gli atleti alle prime esperienze professionali vengono predisposte delle speciali e specifiche formule contrattuali:

  • Rapporto di addestramento tecnico
  • Primo contratto da professionista

Nel primo caso, le soglie minime lorde equivalgono a 16.234,76€ perché riguardano i giovani che svolgono attività sportive senza essere riconosciuti come dei veri e propri professionisti a differenze degli sportivi che transitano dal settore giovanile alla prima squadra dato che quest’ultimi percepiscono un salario minimo lordo di 25.068,34€. Questo è il quadro generale di un campionato contraddistinto da una maggiore presenza di giovani tesserati alla ricerca di fama, successi ed una retribuzione mensile superiore.

Nonostante l’elevata concentrazione di talenti emergenti, in Serie B militano numerosi professionisti che hanno giocato in Serie A o in altri prestigiosi campionati internazionali. Atleti che hanno trovato in questa manifestazione la propria dimensione sportiva e remunerativa perché nel torneo cadetto competono pure molte squadre blasonate. Difatti, alcune società possono vantare uno scudetto o la partecipazione alla finale di una competizione europea. Un dato spesso trascurato, seppur evidente se si prendono in considerazione le squadre e i giocatori che militano nel campionato cadetto.
Le disparità salariali, dunque, vengono condizionate pure dalla presenza di atleti affermati che guadagnano somme più elevate rispetto ai giovani colleghi. Con questi dati a disposizione si possono stimare gli stipendi medi in Serie B percepiti dai calciatori delle 20 società iscritte al torneo. Un calcolo approssimativo dati i vari fattori che possono incidere sugli accordi contrattuali dei giocatori perché gli stipendi comprendono anche diverse clausole, come i bonus concordati per i le reti segnate, gli assist forniti o le presenze in campo. Incentivi che garantiscono dei compensi supplementari, ma che non si possono quantificare per una semplice questione: nessuno è in grado di prevedere quanti gol segnerà un determinato calciatore o quante volte scenderà in campo da titolare. Queste sono delle variabili imprevedibili o al massimo ipotizzabili, ma di certo inapplicabili per il calcolo di una media ponderata attendibile e rappresentativa dell’intero campionato.
Le società di Serie B propongono anche dei bonus collettivi per i traguardi di squadra raggiunti con la promozione in Serie, la partecipazione ai play off o la mancata retrocessione nella lega inferiore. Eppure, gli spunti più interessanti si possono cogliere prendendo in esame i monti ingaggi stabiliti dalle varie squadre per i propri tesserati. È proprio qui che emergono le principali discrepanze tra gli stipendi medi date le ripercussioni generate da strategie e politiche economiche differenti perché le retribuzioni vengono condizionate in maniera diretta dalle disponibilità finanziarie delle società.

Alle cifre stabilite per i vari monti ingaggi si devono sommare gli scarti generati dai fattori presi in considerazione durante le trattative contrattuali:

  • Età ed esperienza
  • Potenzialità e margini di crescita
  • Durata dell’accordo contrattuale
  • Prestazioni e ruoli ricoperti in campo

Questi sono i parametri che i dirigenti valutano quando devono formulare una proposta ai giocatori che intendono acquistare o rinnovare. I calciatori che hanno militato in Serie A o in altri tornei internazionali possono negoziare condizioni migliori rispetto alle giovani promesse provenienti dalle primavere o dalle serie inferiori. Ecco gli elementi che determinano il valore degli stipendi medi in Serie B e compensano le prestazioni dei giocatori che richiamano sempre più appassionati sugli spalti degli stati italiani.

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