Redazionali

I tifosi vicentini: impareggiabile esempio di attaccamento alla maglia

Una kermesse ed una festa: non c’è un altro modo per definire la serata organizzata dal Centro di Coordinamento e da tutti i gruppi uniti della Curva. Aperta e chiusa dall’inno del Vicenza e dal tifo da stadio dei 1000 tifosi presenti è stato un significativo esempio di che cosa sia la vera  passione.

Non c’è razionalità, d’altra parte, nel sentirsi commossi alle lacrime e testimoni di un momento di grande vicinanza e collegialità che viene a poco più di 24 ore dalla sentenza del Tribunale che ha decretato il fallimento della società Vicenza Calcio nata 115 anni fa.

Eppure l’unica vera nota da rimarcare in questa serata è stata propria questa,  l’abbraccio solidale, partecipe, di 1000 persone unite da un unico comun denominatore: l’affetto per i colori biancorossi.

Bene ha fatto Pier Aldo Dalle Carbonare a ricordare che tifosi giovani che da 20 anni non assistono ad un momento epico di una società che comunque ha vissuto nella sua storia momenti significativi ed importanti, sostengono con calore questa squadra perchè la passione gli è stata tramandata dai loro genitori, dai loro nonni che tifavano per la Nobile Provinciale di Vinicio e Savoini prima che per il Real Vicenza del secondo posto in serie A, prima della squadra che vinse la Coppa Italia.

Un distillato di passione e di affetto condito anche da qualche lacrima, ma non da imprecazioni o arrabbiature, in cui i presenti sono stati accumunati in un unico grande e sentito applauso.

Torneremo nei prossimi giorni sugli aspetti tecnici che tre ospiti di qualità e valore, uniti comunque dalla loro vicentinina, Andrea Fabris (Dg del Sassuolo), Paolo Bedin (segretario generale della Lega di B) Gianni Grazioli (segretario dell’AIC)  hanno espresso con chiarezza e linearità assoluta.

Torneremo nei prossimi giorni sull’analisi lucida, seppur politica del Sindaco Variati. Torneremo sull’intervento di Sergio Gasparin che ha toccato sopratutto il tasto dell’organizzazione, della gestione come punto di partenza (nella parte rievocativa)  e al tempo stesso  come auspicato punto di arrivo

Torneremo sull’intervento di PierAldo Dalle Carbonare che pure non ha nascosto preoccupazioni, volendo ancora una volta cogliere più che l’applauso facile la sana consapevolezza che molto, moltissimo è ancora da fare.

Stasera vi parleremo solo dei veri protagonisti: da quelli che hanno organizzato il tutto,  a quelli che hanno semplicemente assistito per tre ore al freddo, osservando gli ospiti sul Megaschermo e potendo solo in parte far sentire il loro affetto. Da quelli che hanno svolto un accurato servizio d’ordine filtrando alle porte solo il numero ammissibile di spettatori e i numerosi ospiti, a quelli che si sono occupati della kermesse vera e propria, della somministrazione di birre e panini, ecc.

Vi parleremo di loro perchè sono stati si i protagonisti ma anche i fruitori finali delle emozioni, tante emozioni esaltate da una sciarpata finale che nemmeno allo Stadio si vede. L’emozione di abbracciare i protagonisti di altre imprese, da Leli, a Carrera,  da Di Carlo a Viviani, da Sergio Gasparin a Dalle Carbonare.

L’emozione di cantare a squarciagola l’affetto per una maglia. In molti non potranno capire.  Ma noi che capiamo, pur nella tristezza del momento più buio della storia del Vicenza, sappiamo che quella di stasera è stata una serata che meritava di essere vissuta così con orgoglio e sentimento, con passione ed emozione, con commozione e gioia.

 

 

Sull'Autore

Federico Formisano