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Da Baggio a Zauli, passando per Otero, il Vicenza d’epoca

Scritto da Federico Formisano

Da Baggio a Zauli, passando per Otero, il Vicenza d’epoca

Dopo Baggio e l’intervista a Pivotto, ecco un altro articolo storico

Lamberto Zauli

È passato molto tempo da quando nella Lanerossi Vicenza debuttò un giovane ragazzo nato a Caldogno, ancora minorenne, capace poi di far innamorare tutta l’Italia e anche una buona parte del mondo. Era la metà degli anni ’80 quando Roberto Baggio esordiva come professionista con la maglia biancorossa del club veneto, iniziando a far parlare di sé per i suoi grandi movimenti con il pallone tra i piedi e la sua abilità nel dribblare gli avversari nonostante il grave infortunio al ginocchio che aveva rischiato di stroncare la sua carriera da giovanissimo. Da quel momento, il Vicenza avrebbe fatto parlare di sé in alcune occasioni, sebbene non abbia mai potuto davvero tentare una scalata vera e propria al calcio italiano. La società, adesso proprietà dello stilista Renzo Rosso, è stata ad ogni modo la gloria del Veneto tra gli anni ’80 e ’90, persino più del Venezia che durante la proprietà di Maurizio Zamparini aveva ben figurato in Serie A.

Domenico Di Carlo, allenatore di un Vicenza tornato ad essere una delle squadre più attrezzate ad imporsi in Serie C secondo le principali scommesse sportive di calcio, è egli stesso uno storico componente dell’importante passato della squadra. Stiamo parlando della formazione laureatasi campione della Coppa Italia 1996-97 dopo aver battuto nella doppia finale il Napoli. In quella grande stagione la squadra allenata da Francesco Guidolin si classificò ottava in Serie A e fu protagonista della gloriosa marcia nella coppa nazionale, alla fine della quale ribaltò la sconfitta per 1 a 0 al San Paolo con un netto 3 a 0 allo stadio Romeo Menti. Tra i grandi protagonisti di quella grande annata ancora ricordata dai tifosi biancorossi va menzionato in primis Marcelo Alejandro Otero, attaccante uruguaiano capace di realizzare 13 reti in campionato, cifra che gli permise di diventare il più prolifico attaccante di sempre del Vicenza nella massima serie italiana. Nonostante un infortunio che gli impedì di essere presente nella finale di ritorno della Coppa contro il Napoli, il sudamericano vinse la medaglia d’oro della Coppa Italia, trofeo meritatissimo dopo una stagione nella quale con i suoi goal e i suoi assist, oltre alla sua grande dedizione in campo dove lottava su ogni pallone, era stato il grande idolo del Menti.

Dopo Otero, in pochi avrebbero pensato che il calcio vicentino avrebbe visto qualcuno di più forte. A smentire questa convinzione fu Lamberto Zauli, un trequartista scovato nel Ravenna sul quale nessuno avrebbe puntato. Invece, il calciatore romano prese per mano in Vicenza negli anni in cui la grande squadra che vinse la Coppa Italia riuscì ad arrivare addirittura alle semifinali di Coppa delle Coppe. Nella gara d’andata contro il Chelsea fu proprio Zauli a mettere a segno il gol della vittoria che illuse tutto il Menti, sebbene poi a Londra i blues ribaltarono il risultato e passarono alla finale che avrebbero poi vinto. Zauli, tuttavia, restò per sempre uno dei più grandi giocatori ad indossare il biancorosso del Vicenza, una società che oggi riparte dal basso ma con l’amore di sempre.

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Federico Formisano