EVIDENZA Serie C

Vicenza, parziale delusione, Padova sorprende…

Scritto da Luciano Zanini

IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE C

 

 

VICENZA DELUDE UN PO’,

IL PADOVA SORPRENDE !

 

 Si può rimanere delusi dopo una partita come il 54.mo derby tra Vicenza e Padova? Domanda che mi sono posto al termine della gara di domenica scorsa – 8 gennaio 2023 – tra Lane e i cugini “dottori”, e che mi pongo ancora qualche giorno dopo. Eppure è stata una grande giornata di calcio quella vissuta al Menti, con circa undicimila presenze sugli spalti del nostro glorioso stadio. Eppure ho assistito con un pò di emozione all’esodo dei nostri inguaribili tifosi in direzione spalti, chi con ombrello, chi con impermeabile dalla foggia più varia, chi con i bambini per mano, futuri maturi fans del Lane e, a loro volta, un domani padri di tifosi, e via dicendo. Uno spettacolo nello spettacolo questo fiume di tifo bello e pulito. Eppure il gioco c’è stato in campo, non è che i ventidue scesi sul prato verde abbiano fatto mancare agonismo, corsa, voglia di battersi. Eppure la gara si è svolta sostanzialmente senza eccessiva cattiveria, regalando momenti di adrenalina. Ritengo, insomma, che per uno spettatore non tifoso del Vicenza il derby possa essere catalogato come una bella partita, entro una fantastica cornice di pubblico, roba da serie A. Però se mi metto nei panni del tifoso, quale sono, beh allora non posso nascondere la mia contenuta delusione: certo contenuta, però c’è eccome, per via di alcune cosette che vedremo. Prima va premesso pure che un derby – come avevo sottolineato peraltro la volta scorsa – abbastanza difficilmente si sottrae alle leggi proprie di questa fattispecie di partite, caratterizzate da duelli tirati sino all’ultimo secondo, da risultati finali ben distanti dai pronostici stilati in partenza sulla carta, dalla ininfluenza del posto occupato in classifica dalle due contendenti (quante volte l’ultima in classifica ha battuto la capolista!). Senza dimenticare la giornata particolarmente inclemente, con la pioggia a fare da padrona, seppure il manto erboso sia risultato pressochè perfetto.

 

TROPPI PASSAGGI E POCHI TIRI IN PORTA

 

Dicevo della delusione che ti coglie quando probabilmente hai aspettative un pò troppo alte rispetto alla realtà. Dopo l’exploit contro la Pro Sesto in effetti, e pur mantenendo i piedi per terra, mi ero confortato in merito alla maturazione della squadra, riuscita a surclassare una concorrente alla promozione diretta. Quattro gol fuori casa, tutti di ottima fattura, avevano fatto tirare un sospiro di soddisfazione all’ambiente biancorosso, lasciando intravvedere la grande impresa contro il Padova. Purtroppo non è girata così, anzi ci è andata pure bene perchè se Confente non avesse confezionato la paratona della giornata al 50′ sul tiro di De Marchi, presentatosi solo soletto davanti a lui, saremmo qui a parlare di grossa delusione, non solo di un pò. Sul 2 a 0 infatti sarebbe stata dura riprendere il risultato ( la prima rete patavina l’aveva segnata al 27′ Jelenic, lesto a riprendere un rinvio malandrino di Cappelletti, a sua volta intervenuto sulla respinta di Confente su tiro iniziale di Russini). Il fatto è che – come successo contro il Piacenza  – l’approccio a questa gara casalinga, nel contesto di un ambiente-tifoseria straordinario, è risultato ampiamente deficitario. Il Padova, quello “deludente” di questa stagione, non si è proprio visto, mentre invece si è manifestata da subito una squadra biancoscudata padrona del campo che ha imposto il suo gioco, facendo faville sulle fasce e arrivando al meritato vantaggio prima della mezz’ora di gioco con il citato Jelenic. Senza dimenticare poi che in precedenza, al 15′, su una ripartenza briosa del Padova, Russini si  era mangiato un gol fatto, anche qui graziandoci.

 

 

Nei primi 45′ minuti insomma gli avversari ci sono stati superiori e questo non va affatto bene, perchè sul 2 a 0 eventuale sarebbe stata notte fonda. Le nostre trame offensive si sono aridamente spente  prima dell’area di rigore, dopo una serie eccessiva di passaggi, magari anche spettacolari, ma fini a se stessi. Insomma non si è tirato in porta per fare gol. E questa non è una carenza da poco: lo ha ammesso onestamente lo stesso mister Modesto a fine gara, però appunto spetta a lui  correggere le anomalie e far giocare al meglio.

 

RONALDO: PERCHE’ COSI’ TARDI ?

 

Nel secondo tempo, in effetti, Modesto interviene e si vede un Lane migliore, meno farfallone e più concreto. Effettua cambi decisivi con Jimenez e Bellich in luogo di Cavion e Cappelletti. Non è  però che il Padova lasci fare – vedi appunto il rischio corso al 50′ – ma la spinta del Lane si fa più incisiva (da apprezzare in particolare le galoppate e la tecnica di Begic sulla fascia ), e alla fine è il corazziere Ierardi, portatosi in avanti, a mettere al centro un pallone canaglia-rasoterra che incoccia il piedone argentino di Franco Ferrari.

Nella foto Sartore il gol di Ferrari

Gol da brividi perchè atteso e per la rapidità dell’azione svolta. Finalmente il pazzo Ferrari, dopo aver digerito le feste argentine, realizza uno dei suoi gol tipici, frutto di detrezza e felinità sotto porta. Pari e patta, ma siamo appena al 70′ e manca ancora tanto tempo, con le due squadre che provano a vincere, mentre le azioni si equilibrano: ci provano Piovanelli entrato da poco e Liguori per i dottori, e i nostri Stoppa e Dalmonte. A questo punto, arrivati al 30′ del secondo tempo, mi sarei aspettato l’ingresso di Ronaldo, visto il terreno e il clima, proprio per tentare nell’ultimo spicchio di gara di risolverla con qualche magia brasileira su calcio piazzato o corner. Invece niente. Solo a tre minuti dalla fine e proprio perchè al Lane viene assegnata una punizione appena fuori area sul lato sinistro, molto defilata, Modesto manda in campo Pompeu. Il quale entra, si piazza davanti alla palla, si concentra, e fa partire il suo piede fatato: la sfera, quasi teleguidata, supera la barriera, supera Donnarumma e va ad accarezzare la traversa in zona incrocio dei pali. Magia pura, grandissima tecnica, spettacolo. Peccato ovviamente per il gol mancato che, oltrettutto, sarebbe valso tre punti.  Ma perchè Ronaldo è entrato così tardi, allo scadere? L’ho chiesto a Francesco Modesto a fine gara. Risposta del mister: “E’ già tanto averlo potuto utilizzare per una manciata di minuti, viste le sue condizioni ancora precarie.” Tanto basta per ricordare nel tempo la sua perla nel derby numero 54.

 

A LECCO PER NON SBAGLIARE APPROCCIO

 

A questo punto giriamo pagina e andiamo col pensiero a Lecco, dove domenica prossima il Lane verrà rimesso in discussione, visto che qui ogni partita fa storia a sè. Un campionato assolutamente interessante e caratterizzato da costanti colpi di scena. Se il Vicenza è stato fermato dal Padova, pure la Feralpi è stata stoppata, ancorchè fuori casa, mentre invece la Pro Sesto è stata asfaltata nella bergamasca da un rinato Albinoleffe. Vince il Pordenone di Mimmone nostro che lemme lemme prosegue, direi a riflettori spenti, il suo cammino con regolarità e ben convinto dei propri mezzi. In sostanza proprio Pordenone e Feralpi si confermano ad oggi – con il Lane ovviamente – le più accreditate al salto, in virtù di un andamento tutto sommato “regolare”. Non così invece Pro Sesto di cui sopra e Lecco, il prossimo nostro avversario, che alterna ottime prestazioni con altrettante sonore cadute. Come l’ultima batosta subita a Crema dalla Pergolettese, che ha rifilato ai lecchesi un bel poker, del tipo “ciàpa su e porta a cà..” di brianzola memoria. Una sconfitta particolarmente pesante quella subìta dal Lecco (4 a 2), anche per le modalità e la successione delle reti. In vantaggio per 2 a 0 sino al 23′ del secondo tempo, la formazione di Luciano Foschi è riuscita nell’impresa di buscare quattro reti in men di mezz’ora di gioco. Una vera e proria debacle, una botta dura da digerire. Che il Lecco certamente vorrà vendicare proprio contro di noi che peraltro l’abbiamo battuto all’andata con un secco 4 a 0 – sempre di poker parliamo – ad opera di Ferrari (doppietta), Stoppa e Greco.

Vicenza – Lecco gara d’andata

 

UNA  SQUADRA SENZA GRANDI NOMI

 

Guardando il Lecco come avversaria di tutto rispetto, al di là dell’ultima brutta sconfitta patita, emerge una formazione che non presenta nomi noti ad eccezione forse di Eusepi, attaccante dalla buona storia ed esperienza – il quale però ha giocato sinora solo sette partite segnando 2 gol – e di Lepore. Si tratta di una squadra che dopo un avvio difficile si è poi ripresa molto bene, tanto da arrivare addirittura in vetta alla classifica, rimanendoci per qualche giornata. Del resto, il suo curriculum è dei migliori, dato che parliamo della quarta in classifica con 35 punti all’attivo, solo a tre da noi. Frutto di 10 vittorie, 5 pareggi e 6 sconfitte. Un quadro quindi non molto dissimile dal nostro e da quello delle due attuali capoliste. Facciamo molta attenzione quindi allo stadio Rigamonti, e soprattutto dimentichiamo la nostra vittoria all’andata e la sconfitta del Lecco a Crema. Come dicevo, questo campionato mostra cadute e risurrezioni repentine nel giro di qualche giornata, con casi come quello del Sangiuliano City che da capolista che fu si ritrova ora in zona playout. Quanto ai gol segnati il Lecco ne ha realizzati 27, con i vari Buso, Pinzauti e Ilari a quota 4. Insomma non c’è il bomber per eccellenza ma in sostanza parliamo di una squadra che segna sia con gli attaccanti che con i centrocampisti. E la difesa, a parte le batoste subìte con 4 gol, vedi Lane e Pergolettese, ha dimostrato una buona tenuta avendo incassato in totale 27 gol. Insomma vale per il Vicenza ciò che ha scritto quel grandissimo cittadino di Lecco che risponde al nome di Alessandro Manzoni: “Avanti con giudizio…” (tradotto in italiano). Forza Vicenza!

Vicenza – Lecco gara d’andata

Luciano Zanini

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