EVIDENZA Serie C

Basta con gli stop and go!!

Scritto da Luciano Zanini

  IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE C

 

BASTA CON GLI  STOP AND GO !

 Ogni buon tifoso del Lane ricorda certamente l’inizio del campionato e la sua prima parte, il periodo  che ha visto protagonista l’ex-mister Francesco Baldini. Confermato in panchina sulla scia della grande “remuntada” di fine campionato 2021/22, Baldini era partito con le migliori intenzioni e con la simpatia e l’appoggio di società e tifosi. La squadra era stata assemblata con un sacco di giocatori di livello e le prospettive alla vigilia erano chiare: Promozione, con la p maiuscola. Ricordiamo l’avvio, uno di quelli che fanno illudere, con raffiche di gol a piovere contro Pro Sesto e Lecco (dieci gol in due partite), una sconfitta mal sofferta contro il Padova, poi finalmente il rientro in formazione di Pompeu Ronaldo (tenuto fuori per precedenti sanzioni, causa caratterino un po’ troppo brioso&brasileiro del nostro numero 8, che si conferma tuttora peperino in campo…) e tutti noi a confidare nel grande gioco, visti i nomi, nella sicura affermazione del Lane in un torneo che – lo dobbiamo tenere sempre presente – è di serie C. Al contrario, invece, il cammino di Francesco I Baldini è stato di quelli accidentati, caratterizzati più da delusioni che da gioie, con l’epilogo scontato del suo allontanamento e il subentro di Francesco II Modesto, cui è stata offerta l’opportunità di fare bene e in fretta: detto fatto, il tecnico calabro, dopo aver esaminato la situazione, ha condotto i biancorossi in una serie di gare positive, quanto a risultati, ma non proprio del tutto quanto a gioco, soprattutto in difesa. Pareva insomma che alcune magagne di baldiniana memoria sembrassero se non sparite, quantomeno ammortizzate (vedi il problema principe della difesa). Con il 12 novembre 2022 era iniziata  la  “lunga marcia” di Modesto e compagni, con la vittoria esterna contro la Virtus Verona per 2 a 1 ( reti di Ronaldo e Ierardi), quattro successi di seguito contro Triestina, Arzignano, Trento e Pergolettese, due pareggi con Pordenone (buono questo) e Mantova (male quest’altro), e colpo grosso a Sesto per 4 a 1. Alla 20 giornata il Lane, pur evidenziando alcuni vistosi limiti in difesa e qualche eccesso di sufficienza negli altri reparti, poteva dirsi ben lanciato verso l’obiettivo primario.

CI VUOLE PIU’ SQUADRA, NON SOLO GIOCATORI FORTI

E la possibilità di dare la svolta definitiva al campionato si era presentata appunto alla 21.ma giornata contro i cugini padovani, messi sì male in classifica,  ma sorprendenti al Menti dove hanno rischiato di vincere la gara. Il Lane ci ha messo una toppa pareggiando per 1 a 1, ma non ha dimostrato di essere superiore al Padova sul campo, come ci si sarebbe aspettato. Poi è arrivata la batosta di Lecco, intervallata dal successo contro l’Albinoleffe (partita a senso unico, contro una squadra debole che però per un quarto d’ora ha saputo farci soffrire), e infine la grande recentissima delusione in terra piemontese contro i ragazzini terribili della Juventus.

Ierardi,, Rolfini e Begic in gol con i bergamaschi

Quattro partite, quattro soli punti, ossia poca cosa per una pretendente al trono, ma soprattutto una squadra che pare ancora incompiuta. Una formazione che quando deve chiudere la gara si distrae, si impappina, e in difesa lascia aperti varchi incredibili come è successo appunto domenica scorsa al Moccagatta di Alessandria. Proprio quest’ultima  partita contro la Juventus mi pare emblematica del momento negativo vissuto dalla nostra squadra. C’è un attacco che non chiude in gol le occasioni che crea, o per distrazione o per sufficienza, c’è un centrocampo che talora latita nel dar man forte alla difesa, c’è una difesa che non offre garanzie di tenuta degne di una squadra da promozione. Siamo insomma tornati all’atmosfera dei tempi di Francesco Baldini, quando il refrain più gettonato era quello dello “stop and go”, che tradotto in pratica vuol dire fare una partita buona, seguita da un’altra negativa e deludente, perdendo punti preziosi e fondamentali. Per fortuna del Lane, pure le altre concorrenti cincischiano e non prendono il volo. Anzi. Basta vedere la Feralpi Salò che ha buscato due volte di seguito. A questo punto tocca solo ed esclusivamente a Francesco Modesto dimostrare che è all’altezza del Vicenza blasonato, e mettere in riga i ragazzi. Sistemando la difesa come si deve, creando una squadra vera, compatta e tenace e non solo una formazione composta da giocatori forti individualmente. Ma bisogna farlo da subìto – da mercoledì sera con il Novara – se non vogliamo restare ancora in serie C.

GIOCARE CON SUFFICIENZA PORTA SOLO GUAI

 

Stringe il cuore biancorosso vedere una partita come quella giocata ad Alessandria contro i babyes juventini. Già lo scenario è di per sé assolutamente deprimente con uno stadio in sostanza deserto, e quindi privo della materia prima – il tifo locale – che rende palpitante ogni partita. Poi l’orario da gita in montagna con annessi e connessi. Meno male che almeno  splende il sole del tifo biancorosso con i suoi appassionati fans che animano gli spalti di propria competenza. L’atmosfera pare insomma quella tipica dell’allenamento, dell’amichevole. Il Lane per cominciare comincia pure bene. Si distende facendo credere di poter fare un sol boccone dei ragazzini bianconeri: Greco si lancia sulla sinistra e poi crossa al centro dove Dalmonte, versione bomber, ci mette la zucca ma indirizza sul fondo, quando bastava centrare lo specchio della porta. Quindi ancora il numero 7 spreca una ghiotta opportunità con un tiro che lambisce l’incrocio dei pali alla sinistra del portiere. E’ la volta poi di Rolfini che da pochi passi non riesce ad angolare la sfera buttando alle ortiche la terza chance. Ecco, già in questa prima parte di gara, si tocca con mano la mancanza di decisione, di incisività, di voglia di vincere che porterà all’incredibile sconfitta.

 

AL MOCCAGATTA GELO DOPPIO PER I NOSTRI TIFOSI

 

La ripresa si apre con il Vicenza ancora propositivo e Ierardi (ammonito ancora una volta, come pure Ronaldo, e dài…) spara una cannonata che supera non di molto l’incrocio dei pali. Finalmente al 13’ arriva l’atteso gol, segnato da Rolfini, lesto a dare la zampata decisiva ad un pallone crossato da Dalmonte e toccato da Valietti, pure lui dentro l’area.  A questo punto, tutto poteva succedere tranne quello che è successo. Il Lane invece di pensare a chiudere la partita prima possibile dopo le occasioni mancate, cosa fa? Se la prende comoda, traccheggia e così anche i ragazzini della Juve ci provano. E ci arrivano. Prima c’è la discesa di Sekulov ( che pare quasi accompagnata dal benvenuto biancorosso in area), il quale si muove bene, ubriaca un pò Pasini che sul tiro del giovane bianconero tiene il braccio alzato e tocca il pallone. Rigore nitido e gol di Barrenechea che infila Confente sulla sua destra. Sull’onda dell’entusiasmo per la rete segnata la Juve NG rialza la testa e prende coraggio. Il rapido Pecorino al 30’ confeziona un altro boccone amaro per la nostra retroguardia: si muove spedito sulla parte sinistra dell’area canzonando Ierardi che non riesce ad opporsi alle sue serpentine,  concluse con un tiro basso non potente ma preciso su cui Confente si tuffa in ritardo. La frittata al pecorino è fatta. Al  Moccagatta scende il doppio gelo con i tifosi biancorossi imbufaliti per tanta dabbenaggine calcistica. Il Vicenza tenta di reagire, si susseguono frattanto vari cambi, ma non riesce a concretizzare nulla. Solo una triste e chiara figuraccia contro dei ragazzini in cerca di gloria. Da non dimenticare per non ripeterla più.

 

ORA C’E’ IL NOVARA, CONTANO I FATTI

 

Come si dice in questi casi, dopo la brutta caduta, conta rialzarsi immediatamente e alzare pure  la testa. L’occasione arriva subìto subìto, mercoledì sera al Menti, tutt’altro che semplice da sfruttare, e si chiama Novara. Non una squadra qualsiasi, ma una blasonata nella storia del calcio italiano, brava nei decenni che furono, ma protagonista anche in tempi relativamente recenti di un salto straordinario dalla serie C alla massima serie, sotto la sapiente guida di mister Attilio Tesser, uno che ci sa fare (oggi al Modena).

 

Dunque il Novara è un gran bel banco di prova. Un gara per cui non serve caricare i giocatori – specialmente dopo la debàcle patita ad Alessandria – ma che necessita di grande equilibrio in campo, organizzazione di gioco, determinazione totale e soprattutto voglia di vincere. Se mettiamo in campo questi ingredienti – nonostante le assenze per squalifica dei vari Pasini, Ierardi e Ronaldo, mica bruscolini ! – allora, e solo allora, possiamo prevalere sui novaresi. Attualmente la squadra guidata da Marco Marchionni (un passato da buon giocatore di serie A) si trova all’ottavo posto in classifica a quota 34 punti, ma viene da una cocente sconfitta per 1 a 0 patita contro gli odiati cugini della Pro Vercelli, l’altra grande storica formazione piemontese. Il Novara scende al Menti con un curriculum da media classifica, anche se le ambizioni di partenza erano quelle di fare un campionato di vertice. Ha vinto 10 volte, pareggiate 4, perse 10. Rimane sempre una buona squadra che ha i suoi punti di forza nei vari Ciancio, Benalouane, Carillo, Rocca, Urso e in avanti Galuppini e soprattutto Pablo Gonzalez, vecchia volpe del calcio con i suoi 36 anni, sempre capace di sorprendere con la sua velocità e classe. Noi non abbiamo scelta e dobbiamo vincere questa battaglia sportiva contro il Novara. Magari giocando da vero Lane. Forza Vicenza.

Gonzales

Luciano Zanini

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