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Vicenza: Horror in the city!

Scritto da Luciano Zanini

  IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE C

 VICENZA : HORROR IN THE CITY

 

Ero entrato al Menti abbastanza fiducioso – non del tutto per la verità, visti gli altibassi che il Lane ci ha propinato in questi mesi – in una vittoria netta del Vicenza contro i “malcapitati” anzianotti del Sangiuliano City. Quella vittoria che avrebbe dovuto essere, come auspicavo da tifoso, la prima di una serie di dieci che ci avrebbe portato finalmente al traguardo della promozione diretta. La scenografia era quella giusta con gli spalti gremiti, pochissimi irriducibili supporter del milanesi con tanto di bandierone sociale al vento, campo superirrigato (forse troppo), e la determinante Curva Sud ammansita e pronta a dare fiducia ai suoi beniamini, quando giocano come si deve. Il tecnico Modesto aveva arringato i suoi giocatori prima della gara, specificando l’importanza decisiva del giusto approccio al match, ossia cominciare all’attacco per segnare un paio di gol, così da mettere in frigorifero il successo e pensare a Coppa Italia (ma per me soprattutto alle prossime nove partite). La formazione messa in campo dal tecnico pareva obiettivamente all’altezza del compito, non difficile sulla carta, di ridurre al silenzio i lombardi. Che, lo ricordiamo ancora una volta, per un certo tratto del campionato erano pure stati in cima alla classifica (per dire quanto pazzo sia il girone A della serie C!). Mi premeva vedere finalmente all’opera il brasileiro Pompeu Ronaldo il quale, assistito dai vari Greco, Jimenez e Stoppa, poteva finalmente (era ora!) offrire quel valore aggiunto che effettivamente è in grado di aggiungere. In avanti il duo Ferrari (reduce dalle ultime buone prove) e il “piccolo Sivori” Della Morte. I lombardi – tanto per dare l’idea – mettono in campo una squadra capitanata da Paska, alias Manuel Pascali, nato il 9 settembre 1981 a Milano. Un tipino che alla tenera erà di 42 anni a settembre, si porterà a casa una vittoria importantissima per il City, regalando a noi biancorossi una beffa clamorosa, senza peraltro rubare nulla. Una batosta difficile da digerire e dimenticare. Congratulazioni sportive a Paska!

SUFFICIENZA, INGENUITA’, PRESUNZIONE….

 

Una batosta che a questo punto del campionato può risultare fatale, visti i 4 punti che distanziano ora il Lane dalla cima della classifica, dove troneggiano squadre alla vigilia indiziate di media/bassa classifica. Il punto più sorprendente della stessa sorpresa amara del Menti è però la dinamica della gara, che pare scritta da un autore masochista. Come farsi male ad minchiam dopo aver segnato un gol stupendo, ed avere ormai messo la parita in discesa…. Con un gol arrivato a cinque minuti dalla fine della prima frazione, diciamo un pò fuori tempo massimo viste le attese biancorosse di avvio, ma che pareva la medicina perfetta per affrontare un secondo tempo risolutivo. Merita di essere ricordata questa rete perchè appunto testimonia la classe calcistica dei suoi protagonisti, peraltro negativi  (Greco in particolare) nel secondo tempo. L’azione si materializza così: Ronaldo avanza sulla destra, guarda l’area gremita e decide di fare uno dei suoi lanci spettacolari dal punto di vista balistico, andando a pescare sulla fascia sinistra Freddi Greco, il quale si appronta per l’eurogol. Gli arriva la palla, si coordina in maniera perfetta e calcia al volo di sinistro: è una vera e propria cannonata a lunga gittata che si infila prepotente e precisa precisa all’incrocio sulla sinistra del portiere.

Matteo Grandi, cinque stagioni con il Lane, ora nelle vesti dell’ex, a quel punto probabilmente pensa che dopo il primo gol, il Vicenza potrà  giocare in scioltezza alla grande e nel secondo tempo fare gran male al Sangiuliano City. Ma forse era solo il pensiero nostro, perchè poco dopo, nel primo vero contropiede dei lombardi, per un’inezia non arriva il gol del pareggio, proprio per un pelo. Chiudiamo il tempo in vantaggio ma nonostante il bel gioco espresso e le occasioni create, si avverte che non tutto funziona proprio a dovere nel senso che i giovani talenti del Lane sembrano più interessati a giocare per lo spettacolo (apprezzabile quando vinci per 4 a 0) più che per chiudere la partita. Vero Bellich? Vero Begic? Vero Della Morte? Vero Stoppa? Ma ci sono  anche Ierardi, che si inventa una bicicletta in area, e Ferrari autore di una bella girata che manca però il bersaglio grosso. Insomma alla fine dei primi 45′ la sensazione è quella di aver giocato con sufficienza, presunzione e ingenuità (vedi la prima ammonizione di Greco).

L’ORRIBILE SECONDO TEMPO

 Nonostante tutto l’attesa generale al via del seondo tempo è quella di un Lane arrembante deciso a trovare il raddoppio e chiudere la pratica, incamerando i primi tre punti fondamentali nella corsa per la vittoria. Dopo alcuni minuti di gioco però pare che il Vicenza non voglia o non riesca a dare il colpo di grazia agli avversari. Che cominciano a muoversi cercando di portare qualche disturbo alla nostra difesa. Passano poco più di dieci minuti di questo limbo, quando i milanesi riescono ad ottenere un corner su azione manovrata. Sul cross conseguente c’è una prima deviazione che consente a Serbouti, ben appostato in area, di colpire schiacciando la sfera e mettendo fuori gioco Confente, rimasto spiazzato e impotente.

E’ il gol incredibile che gela il Menti e fa venire alla mente le tante/troppe marcature di questo tipo che hanno portato il Lane a ben dieci sconfitte in campionato su 29 partite giocate. Più di un terzo insomma, ciò che di per sè rende bene l’idea del cammino stentato dei biancorossi. A questo punto non rimane che rimboccarsi le maniche, come farebbe qualsiasi squadra toccata nel proprio orgoglio davanti al suo pubblico. Invece arriva una serie di fatti degni di un film dell’horror. Appunto Horror in the City. Ci pensa Freddi Greco a perdere la tramontana, lui già ammonito e diffidato, quando si avventa senza criterio a centrocampo su un avversario che sa ben capitalizzare il fallo subìto. Doppia ammonizione e Greco out. Vicenza in dieci e cala il buio. Ci sarebbe una ghiotta occasione al 32′ per tornare in vantaggio, quando Della Morte su assist di Dalmonte (subentrato a Stoppa al 19′) indirizza bene ma fuori di poco. E’ il segnale della catastrofe che si materializza cinque minuti dopo quando Miracoli, in vena di miracoli calcistici, si inventa un tacco alla  Bettega: la sfera incoccia il palo e finisce preda di un famelico Firenze che fa secco Confente e l’intero Lanerossi Vicenza. Ma non è finita in questo pomeriggio horribilis perchè al 49′ il Sangiuliano, che pare diventato il Manchester City, si accomoda in area biancorossa e si permette di scegliere, con il subentrato Baggi, distanza e tiro prima di battere il nostro portiere e chiudere in gloria. Per noi agli inferi.

 

CHE FARE ORA? UN NUOVO TECNICO?

 Non è semplice adesso sbrogliare la matassa dopo una simile caduta. Che fa male e incide profondamente. Troppe ormai le volte in cui abbiamo pensato e sperato un Lane risorgente sul serio dopo le varie batoste prese. A nove giornate dalla fine la squadra è questa e, a meno di miracoli (non nel senso del giocatore del Sangiuliano), non si intravede ragionevolmente come possa trasformarsi da bruco in farfalla. Tutto può essere nel calcio, perchè la palla è rotonda con annessi e connessi, però mancano ancora nove giornate e, a questo punto, varrebbe la pena tentare una carta forse antipatica, ma spesso decisiva. Se mister Modesto – bravissima persona e tecnico preparato – non è riuscito a infondere il quid decisivo alla squadra, ossia determinazione e concretezza  costanti,  l’ultima ratio rimarrebbe quella di un cambio panchina. Cercando e trovando uno dei mastini specializzati in salvezze incredibili, sul tipo di Nicola o Ballardini. Certo, questi sono nomi troppo lontani per noi – penso – ma ci sono allenatori esperti e navigati anche in serie B e C che potrebbero fare al caso nostro. Sui nomi ovviamente spetta alla società trovare quello giusto. Se invece Modesto rimane, non ci resta che continuare a sostenerlo e spingerlo a trasmettere più “cattiveria”  ai suoi ragazzi. Cattiveria sportiva, calcistica, qualità che purtroppo è mancata sinora ai biancorossi, a parte qualche sprazzo insufficiente. E senza questa i traguardi non arrivano.

CAPOLISTE IN LIZZA…

 

 Dopo aver metabolizzato l’ennesima devastante delusione, non ci rimane ora che fare il possibile per rimetterci in pista. Del resto a nove giornate dalla fine quattro punti di distacco dalle prime (Pro Sesto, Feralpi e Lecco) non sono ovviamente incolmabili. Sempre se si cambia profondamente mentalità e tenuta della concentrazione per tutti i 95′. Lo stesso Pordenone si trova a tre punti da noi, per cui basta una partita storta – come la nostra ultima – per rimettere tutto in discussione. L’essenziale però è cambiare registro o con le buone o con le cattive. Non si può attendere senza fare nulla. Il prossimo impegno si presenta a mio avviso particolarmente difficile, contro una squadra come la Pro Vercelli che – nonostante si trovi a ridosso della zona playout – è una brutta cliente e dispone di una rosa niente male. Ne sa qualcosa la capolista Pro Sesto: passata in vantaggio due volte, con Gattoni e Gerbi, si è fatta inchiodare sul pari dalle reti di Rizzo e Gatto (insomma una gara decisa dai micioni …) , lasciando sul terreno di casa due punti pesantissimi. Il grande Arzignano ( ma non gli si può chiedere sempre l’impresa sportiva, già è bravissimo così) non è purtroppo riuscito a bloccare il Lecco, arrivato ora in vetta e chiaramente indirizzato anch’esso alla supremazia finale. Ancora, la partita tra Feralpi e Pordenone è andata nel verso giusto per noi, ma ha anche confermato che queste due squadre ora come ora sono le più probabili vincitrici del campionato. A meno che il Lane non diventi Lane, ricordando la sua storia, il suo blasone, la sua fame di vittorie in casa e fuori. Senza guardare in faccia a nessuno, ma pensando che a sostenere i colori biancorossi oltre alle migliaia di tifosi del Menti, si sono  una città e una provincia che si aspettano di essere sorprese. In positivo.

La Pro Vercelli al Menti nella gara d’andata

Luciano Zanini

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