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Din,don, dan… campana a morto al Menti

Scritto da Luciano Zanini

IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE C

 

       

DIN, DON, DAN…. CAMPANE A MORTO AL MENTI

 

Non pioveva così da un “secolo”…. Domenica 26 marzo ha invece riservato a Vicenza e provincia una di quelle cascate di pioggia che sanno di salvezza per la terra arsa, per campi e fiumi che la siccità sta mettendo a dura prova. Ma, nello specifico del Menti, la copiosa e incessante pioggia caduta per tutto il corso della gara Vicenza-Arzignano, visto come sono poi andate le cose, assume per me un significato altro. Magari irreale ma chissà… Al Menti la dea Eupalla c’era, eccome. Aveva deciso che fosse giunto il momento di innalzare la matricola Arzignano ai fasti dei playoff, facendole vincere un derby indimenticabile per i ragazzi di mister Bianchini e del presidente Lino Chilese. La partita “vicentina” del secolo, che alla fine ti fa considerare non più un cugino di campagna ma un parente di riguardo, seppure ovviamente non confrontabile assolutamente con la storia e la gloria del Lanerossi Vicenza. Eupalla, la dea che presiede al calcio, ha voluto insomma benedire laicamente i giallocelesti dell’Agno bagnandoli da cima a fondo per tutti i 95’ di gioco, e facendosi pure beffe del signor Mucera, arbitro giovane, che ha fischiato la fine della partita prima del termine effettivo, salvo poi chiedere scusa ai tifosi biancorossi stoicamente presenti e sempre scatenati anche sotto il nubifragio.

 

E la prestazione negativa dei biancorossi. Doveva essere la prima vittoria in casa del neo-tecnico Dan Thomassen, e invece purtroppo è stata la batosta più cattiva tra quelle prese ultimamente, una dopo l’altra. Una prestazione collettiva da far piangere lacrime amare, nonostante la tanta acqua sparsa, perché a parte il pazzo-bagnato Ferrari e qualche giocata apprezzabile di Stoppa e Dalmonte, tutta la compagnia ha offerto uno spettacolo da brividi. Un po’ come succedeva nelle battaglie navali di un tempo che fu, quando la temuta corazzata veniva assalita un po’ da tutte le parti da una nave più leggera, molto mobile, capace di colpire a colpo sicuro. Così è affondata domenica scorsa la corazzata Vicenza, presa a pallate dai veloci avversari, guizzanti e per nulla intimoriti o limitati dalla pioggia e dal terreno viscido. Dal Menti insomma si è levato un suono di campana a morto per noi, perché di questo passo il futuro immediato si presenta nero. Come le divise degli scatenati arzignanesi.

NEANCHE IL TEMPO DI PRENDERE FIATO

 Spalti gremiti al Menti, come al solito, con poco meno di ottomila presenze incuranti delle condizioni meteo avverse. Vediamo cosa succede… Neanche il tempo di prendere posto e osservazione che i ragazzi in nero fanno faville. Nel giro di dieci minuti riescono a confezionare tre limpide occasioni da gol, rimaste tali chissà perché. Per prima c’è Antoniazzi che su cross dalla destra del compagno Parigi decide di dare spettacolo effettuando una superba rovesciata che, buon per noi, Iacobucci riesce a sventare. Qualche minuto dopo è la volta della traversa, salvifica, a parare il tiro di Bordo, una sassata devastante dalla distanza che viene deviata sul legno lasciandoci indenni. Siamo appena al 10’ e Grandolfo, uno con esperienza di serie superiori, entra in area e tira secco in porta, ma salva tutto il provvidenziale intervento in extremis di Cappelletti. Dieci minuti e tre palle gol belle e nitide. Abbiamo detto praticamente tutto dell’avvio incredibile della gara, con il Lane rattrappito e incapace di reagire con la dovuta forza a autorevolezza. Così arriva il primo ko della gara al 21’ con il solito Antoniazzi che mette in gol di testa un cross perfetto del folletto instancabile e immarcabile Lattanzio, scappato sulla fascia e capace di misurare con il centimetro il suo assist al compagno. Non c’è neanche eccessiva delusione tra i tifosi, proprio perché l’inerzia della gara sino a quel momento ha mostrato solo una squadra in campo, con il gol che prima o poi doveva arrivare. Come si sa, però, la speranza di una svolta anche in una partita iniziata malissimo è sempre presente nel cuore dei tifosi. Speranza che ci pensa el loco a concretizzare in gol. Siamo al 34’ e il duo Greco-Stoppa lavora finalmente bene un pallone che arriva a Ferrari: in piena area riesce a smarcarsi alla sua maniera dal mastino Piana e infilare l’estremo Saio. La folla si rianima, ma la speranziella di cambiare il destino dura un attimo. Su azione di rimessa è la volta di Davi a crossare al centro (la nostra difesa viene puntualmente presa d’infilata) per l’accorrente Parigi che può inzuccare comodamente la sfera grazie allo svarione di Iacobucci che toppa l’uscita. Che disdetta! Però che partita emozionante, perché ad una manciata di minuti dalla fine del primo tempo assistiamo all’ennesima prodezza del nostro nueve Ferrari, veramente strepitoso nel liberarsi dalla guardia stretta dei due difensori avversari appiccicati a lui, e nel non lasciare scampo all’estremo arzignanese, bruciato sulla sua destra dal tiro forte e preciso del nostro.

INADEGUATEZZA MENTALE E DI GIOCO

 

Neanche a dirlo, viste le azioni e i gol in campo, non si può certo negare che la partita sia nel complesso bella quanto a emozioni e capovolgimento di fronti anche se, come detto, l’Arzignano gioca meglio (e si è mangiato vari gol). Siamo però sul 2 a 2 e sotto la pioggia può succedere di tutto, anche che il Lane faccia il Lane. Sembrerebbe così in effetti all’esordio del secondo tempo, quando si vede qualche movimento più deciso e preciso rispetto ai primi 45’, soprattutto con Stoppa e Dalmonte. Ma è solo illusione perché l’Arzignano colpisce in maniera letale e definitiva per la terza volta. Sembra incredibile: i tre gol presi gridano ancora vendetta perché preparati e segnati tutti alla stessa maniera. Fuga sulla fascia pressochè indisturbata e cross al centro dove i tiratori scelti – Antoniazzi, Parigi e Grandolfo – bucano i nostri che è un (dis)piacere. Così avviene appunto con Grandolfo subito al 9’, la rete del 3 a 2 chiude la partita e fa andare l’Arzignano in paradiso. Sì, perché anche i cambi successivi non danno la scossa necessaria, sebbene qualche occasione importante il Lane riesca a crearla con Greco e Pasini . Ma non è giornata, Eupalla ha deciso così e per l’Arzignano è festa grande. Per noi campane a morto. Tanto più che gli uomini più in vista – come Ronaldo, Cavion, Pasini, Cappelletti, ma anche Ndiaye e Valietti – hanno dimostrato una tale inadeguatezza fisica, mentale e di gioco, da far paventare prossime partite ancora terribili per noi nelle ultime giornate. Per non dire dell’attesa finale di Coppa Italia. Insomma il Vicenza visto contro i cugini è realmente debole e incapace di stare in campo come dovrebbe. Il punto grave è che le ultime gare segnano un costante peggioramento complessivo. Non rimane che pregare noi la dea Eupalla.

La rovesciata di Antoniazzi (phototrogu atp)

COSA RESTA DA FARE ?

 

A questo punto è oggettivamente difficile estrarre dal cilindro qualche soluzione vitalizzante, visto che il vichingo Dan Thomassen sinora non è che abbia dimostrato doti taumaturgiche. Questo derby è stata una delle più brutte partite in assoluto, mitigata solo dalla grande doppietta di Franco Ferrari che – bisogna riconoscerlo – è l’unico sinora all’altezza delle attese a parte quel breve periodo di inizio anno. La situazione è grave, non possiamo più nasconderci dietro un dito visto che siamo fermi immobili  – e da mò – a 51 punti, accompagnati da un lotto di squadre che a differenza nostra si battono con vigore ed energia insospettabili, prontissime a farci la festa.

La Virtus Verona ha innestato la quinta e continua a vincere in casa e fuori con un ritmo da prima della classe: ora ci ha raggiunti e divide con il Lane il sesto posto. Il brillante Arzignano visto al Menti ha raggiunto i suoi 49 punti e ci tallona con insistenza, mentre il Renate dopo la vittoria contro il Padova è ancora lì con tutte le strade aperte per rimanere in corsa playoff. A pochissima distanza Novara e Padova, anch’esse in ballo nonostante la brusca frenata dei patavini per mano del Renate. Le giornate rimaste sono quattro e adesso ogni passo falso può essere terribilmente fatale. Forse, dico forse, l’approccio da adottare da parte dei biancorossi è solo quello che si mette in campo nelle partite da dentro o fuori, nelle finali in cui si vince o si perde. D’altra parte per noi ci sono poche alternative e, facendo i debiti scongiuri, on passato il Lane ha tirato fuori il meglio di sé nei momenti più avversi. Contro il Trento domenica prossima è l’unica via da seguire: battere gli aquilotti senza se e senza ma.

 

 

Luciano Zanini

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