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Shock Biancorosso.. ma disastro annunciato…

Scritto da Federico Formisano

SHOCK   BIANCOROSSO

IN REALTA’ UN DISASTRO ANNUNCIATO

Il punto di Luciano Zanini sulla Serie C

Dicevo nel servizio precedente che al peggio non c’è limite. Ed era riferito alla partita e alla sconfitta umiliante patita contro la capolista Mantova. Una settimana dopo il proverbio diventa addirittura di un’attualità agghiacciante, sempre calcisticamente parlando, per carità. Prendere 4 gol quattro dal non trascendentale Trento assume contorni tragici o forse tragicomici. Già, perché non è che la Società Lanerossi Vicenza non avesse avuto il tempo necessario per evitare questo iter horribilis. Siamo infatti ormai alla fine del girone d’andata e il bilancio (prima dell’ultima gara casalinga contro i grigi dell’Alessandria in programma venerdì prossimo) è non solo negativo, ma appunto disastroso. L’attuale quota 26, e basta dare un’occhio alla classifica, significa due cose precise. La prima, che il Mantova capolista, pervenuto a 44 punti, guarda i biancorossi da lassù con 18 punti di vantaggio. La seconda, che dal Vicenza alla zona playout (e sottolineo playout) ci sono solo otto punti di distanza.

Le parole a questo punto servono a poco

A questo punto le parole servono a poco perché adesso tutto è maledettamente chiaro. Il Vicenza ha sballato ignobilmente ogni pronostico, e non dico quello più temerario (al cuore non si comanda) della promozione diretta, ma pure l’altro della lotta sino all’ultimo contro la sua concorrenza, fatta dal trio di testa, ossia Mantova appunto, Padova e Triestina. Piccolo flash che fa male: Il Mantova ha fatto un girone d’andata straordinario, direi incredibile visto che parliamo di una squadra ripescata dalla serie D, in cui era precipitata. Il Padova non ha mai perso una partita e ovviamente a 4 punti dalla vetta concorre contro i virgiliani sino all’ultima gara del girone di ritorno. La Triestina è anch’essa in piena corsa e ha mostrato un’eccezionale capacità di tenuta e recupero, riuscendo a sovvertire partite date per perse, segnando gol impossibili nei tempi supplementari. Del Lane sappiamo come è andata, e devo dire che pur avendo criticato senza filtri tante partite (quasi tutte) di Diana e compagni, non avrei mai pensato che si arrivasse così in basso.

 

E’ arrivato il momento delle epurazioni

Così adesso, quando la situazione pare (è) irrecuperabile, la società si muove nelle operazioni di epurazione. Diretta e “indiretta”. Partiamo da quella indiretta, ossia dalle dimissioni date alla fine della gara di Trento (che rimarrà tristemente storica in chiave negativa) dal direttore generale e amministratore delegato Rinaldo Sagramola, persona nota, affidabile, dal valido curriculum e dai trascorsi positivi in biancorosso. Sagramola ha deciso di lasciare prendendosi le proprie gravi responsabilità e pagando così il giusto conto per gli errori compiuti e riconosciuti. Il suo errore principale è stato proprio quello di aver mantenuto in panchina Aimo Diana, perché lo ha considerato troppo una sua scelta ponderata e voluta, senza tenere oggettivamente in conto le evidenze poco incoraggianti emerse circa il gioco espresso in campo dalla squadra. Non ripetiamo adesso quanto abbiamo scritto in questi mesi riguardo ai punti deboli manifestati dal Lane: organizzazione di gioco, difficoltà di tenuta fisica e mentale, scarsa coesione degli undici in campo, mancanza di una formazione di base in grado di autoresponsabilizzarsi nei ruoli specifici, scarsa efficacia in attacco e, dulcis in fundo, la crescente difficoltà manifestata dalla difesa che in avvio del torneo veniva  presentava come il reparto forte. L’epurazione diretta riguarda naturalmente il tecnico Diana (e il suo staff) che non ha saputo mantenere le promesse fatte. Certo non l’ha fatto apposta e dal punto di vista umano gli va tributato il merito di averci provato con tenacia, ma appunto i risultati lo hanno vistosamente bocciato. A ulteriore dimostrazione che il calcio non è una scienza esatta e che, se a Reggio Emilia riesci a fare il salto direttamente in serie B, non è detto che lo stesso avvenga automaticamente a Vicenza.

Cosa ci aspetta per il prossimo futuro ?

Epurazioni a parte, adesso una grande questione da risolvere rimane quella della tifoseria, che è giustamente leggermente (eufemismo) incavolata per il decorso del Lane, da cui si aspettava ben altro campionato. Difficile rasserenare un ambiente inviperito, con i tifosi biancorossi ancora una volta delusi dopo le promesse di pre-campionato. La Società è sul banco degli imputati, ma a differenza dei direttori generali e dei tecnici che se sbagliano pagano, la funzione e l’apporto della società è determinante per il futuro del Lanerossi Vicenza. Attaccarla a testa bassa può essere un fatto liberatorio, certo, ma non appare onestamente la soluzione sicura e vincente. Ecco allora che diventa necessario ricercare e trovare un nuovo equilibrio tra società e tifosi, essendo entrambi indispensabili per un migliore futuro del Lane. Non sarà facile, ma ciò risulta in tutta evidenza essere l’unica formula per rimettere in carreggiata il Vicenza, caduto in basso. L’avvicendamento tecnico, con fuoriuscita del direttore generale Rinaldo Sagramola e l’esonero di Aimo Diana, si è svolto  fuori tempo massimo. Come già da me ripetuto più volte, Diana doveva essere esonerato subito dopo la sconfitta contro il Fiorenzuola, altrochè adesso cercando di rimediare.

La Società ha fatto il primo passo, seppur in grave ritardo

Seppure in grave ritardo la Società guidata da Stefano Rosso ha fatto il primo passo. Vedremo ora cosa potrà succedere nel girone di ritorno, ferma restando l’oggettiva ovvia impossibilità di pensare alla promozione diretta. Sfuggito il bonus possibile di Coppa Italia, non rimane che buttarsi a capofitto per cercare di ottenere il massimo dai play-off. Già, perchè non possiamo nè dobbiamo dimenticare che il Vicenza deve – e sottolineo deve – pensare di recuperare immagine e tempo perduto, mettendoci l’anima nell’intento di arrivare con il piazzamento migliore  ai playoff, per poi giocarseli. Ora non ci sono più alibi, scuse, o balbettii da accettare. Il nuovo tecnico – visto che ha accettato per sé la grande sfida – deve essere per primo convinto di riuscire a fare la marcia di avvicinamento migliore possibile ai play off. Questa sarà la sua missione e questo il suo unico obiettivo. A partire  dalla prossima gara contro i grigi dell’Alessandria, anch’essi caduti veramente in basso.

Arriva Stefano Vecchi: facciamo gli scongiuri …

Non parlerò della partita di Trento perché, più ancora di quella molto negativa giocata contro il Mantova, qui si è veramente toccato il fondo. Nessuno si è salvato sul campo del Briamasco. Non ci sono giustificazioni di sorta per una prestazione tanto funerea. Né vale la pena riportare qualche spunto di cronaca perché – in particolare e come al solito – dopo un avvio, diciamo così, normale la squadra è andata letteralmente in barca. Un vero e proprio naufragio dalle proporzioni inaccettabili per un Lanerossi Vicenza. Cosa può aver frullato nella testa dei nostri giocatori per renderli talmente fantasmi in campo, incapaci della benchè minima reazione? Mistero. Con un Trento maramaldo che avrebbe potuto infliggere ai nostri un punteggio tennistico. A questo punto della stagione la parola passa al nuovo mister (se ne sarà effettivamente confermato l’arrivo)  Stefano Vecchi (ex Feralpi ed ex Suedtirol)   e noi facciamo gli scongiuri del caso perché non si riveli un’altra delusione.  Sarebbe insopportabile.

Luciano Zanini

 

 

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Federico Formisano