NEBBIA FITTA SUL VICENZA, E FERRARI FA IL… “MIRACOLO”
Quando el loco Franco Ferrari, numero 9 del Lanerossi Vicenza, si è presentato sul dischetto per tirare il rigore concesso dall’arbitro per un fallo di mano in area virtussina dell’ex- Zarpellon (buona gara la sua), ho avuto uno strano presentimento, perché mi è parso fosse agitato, non sicuro di sé. Per carità, sarà stata magari solo una sensazione dovuta al clima padano della serata – con il Menti domenica sera avvolto da una bella cappa di nebbia freddina -, ma sta di fatto che il bomber ha preso poi una breve rincorsa, tirando molle sulla sinistra del portiere della Virtus Verona, tale Sibi Sheikh. Un tipino tosto questo Siri Sheik, un felino sempre attento, che proprio come un gatto si è avventato sulla palla e l’ha respinta. “Ahi, ahi… – ho pensato – ma allora stasera per segnare ci vuole un miracolo”. In effetti, arrivati al 36’ della ripresa, dopo averci provato più volte con scarsa mira, aver assistito alle parate del suddetto Sibi e aver goduto del vantaggio dell’uomo in più (per l’espulsione del veronese Cabianca proprio all’inizio del secondo tempo), sbagliare il rigore voleva dire ciao alla vittoria, esclusivamente per demeriti nostri. Succede invece che la respinta di Sibi mette in moto l’accorrente Talarico impegnato a ribatterla, ma su di lui commette fallo Ruggero. Nuovo immediato calcio di rigore per noi, e chi si ripresenta sul dischetto? Contro ogni logica calcistica anche da oratorio. Di nuovo lui, Franco Ferrari, il quale ingolosito dall’opportunità di salvare la faccia dopo l’erroraccio precedente, vuol segnare anche per salire in classifica cannonieri. Non pensa neanche per un attimo che, dopo la cappella clamorosa di due minuti prima, sarebbe meglio rifiatare e far tirare il penalty a qualcun altro, tipo Della Morte o Rossi o Greco. No, vuol tirare lui e Vecchi dalla panchina pare non abbia nulla da dire. Eccolo al tiro, stavolta sulla destra di Sibi che abbranca la sfera. Così una chance di vittoria si trasforma in una beffa fatale, quasi che la stessa nebbia presente sul Menti sia lì per coprire la gravità del misfatto. Un vero e proprio miracolo all’incontrario quello compiuto da Franco Ferrari. Perché è da pochi, o forse da unici (non ricordo casi simili accaduti al Vicenza) fallire due rigori consecutivamente nello spazio di tre quattro minuti. Certo, può capitare…
Una serata da lupi, la squadra non va
Probabilmente se Ferrari avesse segnato il secondo rigore, il giudizio su di lui e sulla prestazione complessiva del Lane, sarebbe stato meno impietoso. A fine gara invece la contestazione da parte dei tifosi per gli errori dal dischetto e per la mancata vittoria, nonostante l’uomo in più per metà gara, è stata forte, quasi feroce. Ancora una volta il Lane non ha saputo giocare come squadra organizzata, è stata irretita dalle trame dei rossoblù veronesi, capaci di fare gioco e di tenere testa ai biancorossi con un uomo in meno per 50’. La dinamica della gara del resto, nebbia o non nebbia, è sempre la stessa. Ormai tristemente monotona. Il Vicenza parte con le migliori intenzioni e attacca con convinzione dal primo minuto. Qualche volta segna pure per primo, altre no. Come successo nella gara contro i veronesi, nel derby insomma. Per provarci ci prova con decisione nei primi 25 minuti e qualche occasione la crea. Ma dopo questo fuoco di paglia, la gara torna equilibrata e gli avversari prendono in mano gradualmente il gioco. Anche per il calo dei nostri che sembra ormai fisiologico. Così nella prima parte dell’incontro le occasioni da gol si materializzano al 13’ su punizione di Della Morte (di lui diremo più avanti) che consente a Laezza di impegnare Sibi, ma nulla di fatto. Al 17’ ci sarebbe invece una ghiotta opportunità per Ferrari, il quale stacca alla grande sul cross di Talarico (che Vecchi ha messo in campo dall’inizio insieme con Sandon, e Rossi al posto di Ronaldo) ma purtroppo sbaglia la mira. Così gradualmente il Lane frena e la Virtus si riprende il campo. Al 32’ azione virtussina da calcio d’angolo che mette in ambasce la nostra difesa, ma senza esito. La nuova piega della gara fa innervosire i nostri, tra cui Michele Cavion che commette un fallo inutile e viene ammonito, saltando così la prossima partita contro la Pergolettese. Ancora Virtus allo scadere con il dinamico Zarpellon che effettua un tiro birichino, bloccato bene da Confente.
Niente gol nonostante il regalo della Virtus
Chiuso, a bocca asciutta, il primo tempo, la ripresa parte con un vero e proprio regalo dei ragazzi di Fresco al Lane. Cabianca, già ammonito colpisce in faccia Ferrari e si becca la seconda ammonizione, lasciando Danti e compagni nelle peste. Giocare in dieci al Menti in una serata da lupi, in effetti, dovrebbe essere un regalone per noi. Lo capiscono i biancorossi che paiono così rianimati dalla buona sorte, inviata loro dalla fuggente dea Eupalla, e provano finalmente a mettere sotto gli avversari con vari tentativi. Il più attivo, il più concreto, il più utile alla causa emerge dalla nebbia e risponde al nome di Matteo Della Morte. L’unico che ha idee chiare, che salta l’uomo e fraseggia quando serve. Voto per lui 7,5 se non 8, proprio perché ha fatto tanto da solo e per tutta la gara. Suo anche il gran tiro al 20’ da appena fuori area che si dirige verso il sette alla destra di Sibi: ma qui vigila l’eterno Gomez (classe 1985, già Hellas Verona) che devia il gran pallone. Peccato. Non si passa. E allora, solo allora, ecco i primi cambi per tentare ai fare questo benedetto gol che sarebbe probabilmente fatale per i virtussini. Cambia invece poco quanto a risultati concreti, seppure il Vicenza domini quanto a possesso palla e predominio territoriale. Insomma è sterile. Come Pellegrini che si mangia un’occasione colossale al 70’ quando, ricevuto un assist a centro area, si gira rapido ma riesce solo a non centrare il bersaglio, con la sfera beffarda che esce a lato di poco. Ancora il duo Della Morte-Pellegrini imposta una bella azione ma il solito Sibi sventa. Arriviamo così al 36’ e succede quel patatrac che abbiamo descritto in apertura. Il miracolo all’incontrario di Franco Ferrari.
Due domande a mister Vecchi
A quel punto, visto lo spreco di occasioni dei biancorossi, e conoscendo un po’ di tradizione scaramantica calcistica, ho cominciato a temere il peggio. Ossia il gol beffa (ma poi non tanto perché la Virtus ha fatto onestamente una bella gara, tenuto conto della forza ridotta in campo per 50’) che si manifesta in simili circostanze. Eccome si manifesta. Al 45’ infatti capitan Danti arriva quasi alla mèta, ma Golemic per nostra fortuna ci mette una pezza all’ultimo istante. Finito qui? Macchè! Arriviamo al 95’ e per poco Demirovic non ci trafigge. Confente non si fa sorprendere e para il tiro di Demirovic che – penso – pregustava l’enorme gioia del gol vincente allo scadere. Ci mancava solo quello ma, appunto, in buona sostanza abbiamo pure corso il rischio di prenderle con un uomo in più. Serve altro? No, anche se sarebbe da riportare il lungo elenco di parolacce dei tifosi indirizzate a giocatoti e società al termine della gara. Un fiume in piena durato per lungo tempo e che la dice lunga sull’arrabbiatura della tifoseria nei confronti di dirigenza e squadra. Prima di finire vorrei però porre idealmente due domande a mister Vecchi. La prima: perché ha aspettato tanto prima di fare i cambi, e non subìto dopo l’espulsione di Cabianca? La seconda: essendo lui il comandante in capo dei biancorossi, perché non è un intervenuto dopo il primo errore di Ferrari per chiedergli di rifiatare e lasciare il tiro a qualche suo compagno? Sono domande ormai retoriche, visto come è andata, però nascono spontanee dopo aver visto questa partita.
E adesso cosa si fa?
Difficile, se non impossibile, a questo punto pronosticare qualcosa di concreto dopo l’ennesimo passo falso del Lane in casa. Passo falso, perché un pareggio del genere vale quasi una sconfitta e un punticino non risolve granchè. Vedremo in questi ultimi giorni cosa ci riserva il mercato, ma si rimane scettici su chissà quali novità potrebbero cambiare le sorti del Lane, edizione 2023/2024. Sorti per ora nebbiose come la serata di domenica al Menti, sorti legate anche alla capacità del tecnico Stefano Vecchi di far giocare la squadra con altra mentalità, riuscendo a vincere le partite. Stando così le cose – e pur senza essere pessimisti – non intravvedo grandi traguardi per il Lane nei playoff. Il tempo corre e il continuo rinvio di risultati e di bel gioco non fa altro che aggravare le cose. Anche se la speranza di vedere un futuro roseo-biancorosso non deve mai mancare. Forza Vicenza!
Luciano Zanini