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VIcenza cala il poker, … Triestina a noi!!!!!

Scritto da Luciano Zanini

Il punto di Luciano Zanini

 

VICENZA CALA IL  POKER, …. TRIESTINA A NOI  !!!

 

Prima di parlare della partita contro il Renate dell’ex Alberto Colombo, protagonista peraltro di un più che sorprendente successo contro la Triestina nella penultima giornata, dobbiamo tornare con la mente a martedì 13 febbraio. Luogo d’incontro lo stadio Romeo Menti di Vicenza, Largo Paolo Rossi. Come mai tutte queste precisazioni topografiche, dirà qualcuno? Il motivo, magari personale, c’è, eccome. Martedì sera, infatti, almeno nei primi 45’ minuti mi è sembrato di rivivere i fasti del grande Lane, quello dei campioni che correvano, sudavano, giocavano e … vincevano. Facendo entusiasmare i tifosi. Certo, altri tempi, altri giocatori, altri campionati (serie A e B). Però quando il Vicenza formato Stefano Vecchi ha iniziato la partita a spron battuto, cercando la porta, puntando a segnare subito, si è capito che la serata non era una di quelle vissute tristemente in questi ultimi tempi. Si è percepito uno spirito nuovo, una mentalità che sembrava perduta, una coralità che dava entusiasmo al pubblico. Ecco allora sin dalle prime azioni un Lane arrembante che gioca e corre, con gli uomini giusti al posto giusto. Per carità, non è che abbiamo toccato la perfezione, però finalmente si è vista una squadra di peso, degna di questo nome e di primeggiare nel torneo, anche se arrivata in ritardo per il salto diretto, ormai impossibile. Si parte in tromba contro i risaioli della Pro Vercelli (gli “eredi” di quei giocatori che nel lontanissimo 1911 ci fregarono meritatamente lo scudetto italiano) e già al 2’ il funambolo Della Morte tira in porta dopo uno zigzag dei suoi. Poco dopo el loco Ferrari lancia Pellegrini che però spara malaccio (questa è stata forse la nota opaca della serata, ossia la mancanza di cinismo in alcune occasioni) e si ripete poco dopo non riuscendo ad inquadrare la porta da buona posizione. Comunque c’è gioco, c’è fraseggio, c’è voglia di mettere sotto gli avversari che, comunque, in contropiede con Maggio per poco non fanno secco Confente, bravo a deviare in angolo. Passata la paura il Lane macina che è un piacere e al 21’ arriva il gol, complice una difesa risaiola approssimativa. Ronaldo, anche stavolta in giornata di grazia, effettua il cross da calcio d’angolo alla sua maniera. Il giovane Sandon (impiegato dall’inizio al posto di Laezza) – mi è parso invitato a salire dallo stesso mister Vecchi – si infila in area e  batte senza pietà l’estremo Sassi (rimasto proprio così ,al singolare, sulla botta del nostro!).

Nuova mentalità messa in campo

Messo il primo sigillo sulla partita un po’  temevo che – come al solito – avremmo cominciato a tirare i remi in barca giostrando sulla difensiva. Niente di tutto questo nella serata di martedi 13. I biancorossi ci prendono gusto e continuano ad attaccare con belle trame e spigliatezza. Al 23’ il trottolino Costa fa quello che sa fare meglio: scatta sulla sinistra e rimette al centro dove Pellegrini questa volta, dopo le due precedenti sbagliate, incoccia la palla giusta e la colloca di forza in rete. Siamo sul 2 a 0 al 25’ e le prospettive sembrano ancora ottime, visto che il Lane non molla la presa. Rischia magari sul contropiede della Pro – quando un tiro diretto in fondo al sacco di Rojas viene deviato dalla provvidenziale zuccata involontaria di Michele Cavion – ma prosegue a giocare con grinta e buone trame. Tanto da arrivare a sfiorare il terzo gol con Ferrari, il quale indirizza di testa verso rete ma colpisce il palo. Peccato, perché sul 3 a 0 la gara poteva dirsi chiusa, con una Pro Vercelli messa sotto dai nostri. Primo tempo alla grande del Lane, per me il migliore di quelli visti quest’anno e tanto entusiasmo ritrovato sugli spalti. E la ripresa? Non potendosi pretendere in una sola partita di vedere un secondo tempo come il primo, ci si è accontentati di assistere ad una gara giocata sul controllo da parte nostra. Tante azioni ma poche emozioni vere con un’inerzia ispirata alla voglia di non prendere gol e di portare a casa i tre punti preziosi contro una diretta concorrente. Così è stato con l’esordio del giovane Delle Monache, rimasto però senza voto per il poco tempo in cui ha giocato, senza particolari spunti. A fine partita tripudio sugli spalti con la sensazione fosse avvenuto qualcosa di importante: finalmente l’agognato cambio di mentalità in campo. Gioco da squadra e prestazioni rispondenti al nome dei biancorossi in campo. Ronaldo su tutti, anche stavolta. Questo al Menti nel match contro la Pro Vercelli. Un  buon viatico per la trasferta contro il Renate.

Contro il Renate la conferma che ci voleva

Una trasferta da prendere con le molle per due ragioni. La prima: come purtroppo avvenuto negli ultimi due campionati, ogni volta che il Lane riusciva ad infilare un “due/tre” partite vincenti, poi alla quarta irrimediabilmente pagava pegno. E tornavamo a rifare i soliti discorsi di delusione e incavolature. Anche questa volta, non lo nego, temevo si ripetesse la stessa solfa, nonostante tutto. Seconda ragione: il Renate, o la Renate che dir si voglia, è una squadra di media classifica che in casa vende cara la pelle e non guarda in faccia a nessuno. Stavolta però aveva qualcosa in più: era reduce da una vera e propria impresa calcistica, aver espugnato nientemeno che il Rocco di Trieste per ben 3 a 1 . Ovvio che i ragazzi di mister Colombo avessero in testa una cosa sola: fare replica contro il Lane e prendersi il secondo scalpo. Non è andata così, e stavolta è filato tutto liscio come l’olio. A cominciare dal fatto che il Lane ha saputo colpire subìto, già al 1’, tagliando così le gambe ai brianzoli. Il gol è frutto di una bella azione corale, ispirata dal solito Ronaldo che depone letteralmente sul cranio di Franco Ferrari in piena area un pallone teleguidato. L’argentino, invece di indirizzare a rete con decisione, l’appoggia con delicatezza a metà strada tra il portiere avversario e il pimpante Alex Rolfini, trovatosi nel frangente proprio al posto perfetto per un cobra. Partono insieme per toccare palla, ma il nostro è più lesto e ci mette la zampata letale bruciando l’estremo. Fare gol appena partiti, in genere è un bel partire. Lo è anche per il “nuovo” Vicenza by Vecchi che questa volta non ha intenzione di tornare al passato e deludere i tifosi. Lungi da mettersi a controllare la gara i biancorossi giocano e spingono creando alcune occasioni importanti con il “piccolo Sivori”, versione sprint, che prima mette Ferrari nelle condizioni di segnare ma Fallani sventa, poi si mette in proprio alla grande ma incoccia ancora il Fallani che lo chiude con un’uscita tempestiva. Ancora Lane che domina sino al termine del primo tempo. Con una nota negativa per Ronaldo, il quale ancora una volta si fa ammonire, e questo è un vizio che non può più permettersi.

 

Meno male che Cuomo c’è…

Nella ripresa l’avvio dei nostri lascia ben sperare, visto che i biancorossi ripartono con buona lena decisi a fare doppietta. Le occasioni non mancano. Dapprima con Rolfini che ci ha preso gusto e dal limite dell’area lascia partire un gran tiro che però Fallani riesce a respingere. Poi è la volta del loco che si divora letteralmente un gol fatto, vanificando la spettacolare discesa di Freddy Greco e relativo cross calibrato per lui, che però tira alle stelle da pochi passi. Il classico “era più facile segnare che sbagliare”.  Il Vicenza come detto domina la gara, ma come ben sanno i tifosi, un solo gol di scarto non lascia tranquilli. Manca la sicurezza di farcela, che però al 36’ arriva. Anche stavolta il gol parte  da input del solito Ronaldo (ovviamente il solito delle ultime gare, vero cervello del centrocampo, come da lui ci si aspettava da illo tempore ) il quale calcia dalla destra una punizione alla sua maniera. Sul cross calibrato arriva come un falco il sudtirolese Cuomo che infila sorprendendo difesa e portiere. Per la verità il gol era stato dapprima annullato per un presunto fuorigioco di Ferrari, ma poi dopo il conciliabolo tra direttore di gara e segnalinee, prevale la ragione e il 2 a 0 rimane stampato a carattere cubitali. A una manciata di minuti dal termine, e dopo una serie di cambi, la sensazione è quella di avercela fatta. Così è infatti e il Lane cala il poker di quattro vittorie consecutive, dodici punti, tanta roba! Che dire? Possiamo dire bene, meglio di così era difficile fare. Prima però di cominciare a leccarci i baffi pensiamo alle prossime partite con lo stessa modalità che ci ha accompagnato nelle ultime quattro vittorie. Ogni gara ha una storia a sé, non si ci si può distrarre, anzi ! E’ tempo di intensificare gli sforzi  per raggiungere il terzo posto. Poi ne riparleremo. Occorre vincere sempre. A partire dalla Triestina che ci sembra alla portata. Ma….

Occhio alla Triestina, è ferita ma non morta !

Se guardiamo le ultime partite dell’Unione (questo il nome più gettonato della Triestina tra i suoi tifosi) potremmo pensare che l’incontro in programma domenica prossima al Menti, possa  diventare una passeggiata. Basta dire che gli alabardati hanno buttato dodici punti in quattro gare perdendo ignominiosamente in casa e fuori. Senza appello e con batoste da far girare la testa. L’ultima sconfitta per 3 a  0 a Lumezzane ( gol in serie di Capelli, Dalmazzi e dell’antico Pisano) ci consegna una rivale scoppiata e finalmente raggiunta in classifica. Una remuntada che solo un mese fa pareva impossibile o quasi. A quota 46 punti adesso c’è la concreta possibilità di fare l’allungo sui giuliani e mettersi ad inseguire i cugini dottori. Cosa è successo in casa Triestina? Come è possibile aver giubilato un tipo come Attilio Tesser che era comunque al terzo posto con un grande vantaggio sulle inseguitrici? Non penso verrà richiamato visto come si è sciolto il rapporto, anche se nel calcio vige l’antico adagio “mai dire mai”. In ogni caso i quesiti di cui sopra non ci riguardano: ora conta solo battere gli alabardati, da sempre antichi avversari nel derby triveneto, considerando poche cose. Si tratta pur sempre di una squadra blasonata, che ha i nostri punti, che ha subìto probabilmente qualche trauma a seguito dal distacco del mister Tesser, uno di peso ed esperienza di alto livello e, infine, che è ferita a morte. Ma non è ancora morta. Per cui la dobbiamo considerare come una grande del campionato e giocare la partita di conseguenza. Guai a scendere in campo con la testa convinta di vincere senza giocare o giocando alla carlona. Sarebbe imperdonabile. Stefano Vecchi pensaci tu!

Tesser

Luciano Zanini

 

 

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