Giovanili

Settori giovanili (7): il Rosà

Scritto da Federico Formisano

Nel nostro tour delle Eccellenze a livello di settori giovanili abbiamo sentito i responsabili dei vivai: Fabio Dal Santo, dello Schio,   Luca Di Massimo del Camisano, Mattia Aleardi del Montecchio, Antonio Bergamo del Bassano, Ivan Bergamin,  dell’Eurocalcio,e  Nestor Alfonso,  del Malo. Oggi abbiamo contattato il responsabile del settore giovanile del Rosà, Spes Geremia.

Il Rosà ha realizzato ancora qualche anno fa un importante progetto con Arsenal, San Pietro di Rosà e Stella Azzurra di Sant’Anna  tutte le frazioni del popoloso comune di Rosà e grazie a quest’operazione ha creato un movimento importante con oltre 300 giovani che gravitano nei campi di Rosà, del Campo Garibaldi, dell’Oratorio, di San Pietro, di Cusinati e di Sant’Anna.

Quest’anno le squadre iscritte ai campionati erano gli Juniores Regionali guidati in panchina da Michele Petucco, gli Juniores Provinciali che giocano sotto le insegne di Stella Azzurra con Enrico Baggio in panchina, gli Allievi Elite, con allenatore Massimo De Cecchi, gli Allievi Provinciali (San Pietro di Rosà) guidati da Carlo Marin,   i giovanissimi Elite, guidati da Edoardo Pellanda, e i giovanissimi sperimentali (Dino Agostini in panchina) oltre ad una formazione di Giovanissimi Provinciali con le maglie della Stella Azzurra.

Come state gestendo questa difficile fase di transizione? Abbiamo cercato di mantenere tutte le squadre in attività garantendo comunque la specificità legata all’età: i nostri allenatori molto bravi, sentono anche più volte nella settimana i loro atleti svolgendo sedute in videoconferenza. Abbiamo ovviamente lasciato agli allenatori autonomia nelle scelte sulla periodicità di questi training anche perchè quando l’età comincia ad essere quella degli Allievi o degli Juniores e più difficile trovare risposta. Vogliamo sopratutto curare l’aspetto sociale: crediamo che i ragazzi debbano sentirsi ancora parte di un gruppo ed interagire fra di loro con continuità.

I campionati non sono stati ancora sospesi ufficialmente ma è facile pensare che lo siano a breve e ora è importante pensare già alla prossima stagione, ne convieni? Ne abbiamo parlato non più tardi di una settimana con tutti coloro che hanno aderito a questo progetto rosatese convenendo con questa necessità: ripartire. Il problema è che oggi si fa fatica ad immaginare una fase agonistica se dovessero ancora continuare i sintomi della malattia. Sopratutto per la fascia d’età degli agonisti (Allievi/Juniores). Per i più piccoli dobbiamo forzatamente pensare a far svolgere almeno l’attività motoria per la fascia dei ragazzi più piccoli: a farli correre, a farli calciare, a farli stare assieme. Il tempo ci dirà cosa sarà possibile effettivamente fare. Noi avevamo anche 60/70 ragazzi contemporaneamente su un impianto. Questo sarà difficile se saranno stabiliti protocolli rigidi. Ovviamente speriamo di uscire presto da questo stato di precarietà.

La tua sensazione su questa emergenza. Pensi che saranno molte le società non in grado di proseguire? Non ne sono convinto: io credo che ci sia una gran voglia di ritrovare gli aspetti positivi della socialità che il calcio e lo sport in genere sanno offrire. Che ci sia una gran volontà di superare gli ostacoli.  Certo si tratterà di capire come procederà la malattia e poi dalla volontà reale di adattarsi a forme nuove  di socialità. I giovani hanno bisogno di fare qualcosa sul piano fisico. Certo il discorso economico inciderà e per qualche famiglia  prevedo problemi non indifferenti.  Ma se sapremo dare una risposta professionale e se ci saranno gli interventi di tutti (comuni, Federazione, ecc.) sono fiducioso che possiamo ancora guardare avanti con fiducia.

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Federico Formisano