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Diana da cacciatore a preda….

Scritto da Luciano Zanini

DIANA, DA CACCIATORE A PREDA

Il punto di Luciano Zanini sulla serie C

Hai voglia di parlare di delusione dopo la sconfitta di Vercelli. Il Lane delle sorprese batte il secondo colpo di gong quando meno te lo aspetti, ossia in casa contro una squadra come il Renate (detto con l’ovvio massimo rispetto per Pavanel e compagni, ma noi siamo noi, o almeno dovremmo essere noi, il Lanerossi Vicenza) che, in ogni caso, ha meritato la vittoria e questo per due semplici ragioni. Per prima, ha saputo tenere il campo molto bene nel primo tempo, poi nel secondo ha avuto spazio e modo per silurarci con due gol, peraltro di pregevole fattura, beninteso con colpe precise della difesa e del nostro portiere, che ieri pare aver sofferto la “sindrome di Zoff” (per chi ricorda l’antefatto del grande portiere friulano della Nazionale che per qualche tempo soffrì la maledizione dei tiri da lontano).

Il Vicenza sceso in campo con il Renate

Per seconda ragione, ha mostrato di avere un proprio gioco a centrocampo. E si può dire che per lunghi tratti ha saputo fraseggiare bene e con ordine, togliendo efficacia ai nostri ringhianti biancorossi e andando poi a colpirli al momento giusto. Dal suo punto di vista Pavanel ha fatto la gara perfetta e ora la sua squadra si trova in alto, sopra di noi con vista primi posti. La scorsa settimana peraltro – va ricordato – i bresciani avevano fatto sudare le proverbiali sette camicie alla Triestina, che solo negli ultimi minuti era riuscita ad acciuffare il pari ( 1 a 1). A questo punto però, le parole servono a poco, perchè buscare due batoste del genere una dietro l’altra, lascia poco spazio alle giustificazioni. L’ubriacatura dei tre gol contro l’Atalanta U23 può aver procurato qualche danno all’ambiente (squadra e addetti ai lavori), se avesse instillato nelle zucche dei biancorossi qualche forma di appagamento o eccessiva autostima, che poi si è immediatamente scontrata con la realtà. Se così non fosse, allora il problema diventa di difficile soluzione, proprio alla vigilia dei due big-match contro Triestina e Padova. Nessuno, almeno così la penso io, avrebbe ipotizzato un simile disastroso doppio turno che, anzichè portarci in vetta come possibile e sperato, ci ha cacciato a metà classifica, con grande scorno dei tifosi, presenti in oltre ottomila domenica scorsa al Menti. E a proposito di cacciato e caccia, a questo punto il tecnico Aimo Diana si trova sulla graticola, essendo passato da cacciatore di traguardi importanti a preda catturata dal duo Pro Vercelli-Renate. Non proprio quello che ci si aspettava da lui e dal suo breve ma ottimo curriculum. Ora ne vedremo il carattere.

Solito copione, solito film

Parafrasando la celebre canzone di Mina “Renato, Renato… mi porti al cinema e guardi il film”, nel nostro caso calcistico anche il Renate ci ha portato allo stadio. Purtroppo per noi abbiamo visto il solito film, quello di un Vicenza che non riesce a trovare sbocchi degni di questo nome, che combatte pure con grinta e voglia, ma che fatica a partorire il gol che conta. Così è successo in tutte le gare sin qui disputate (ad eccezione di Giana Erminio e Atalanta U23, ossia contro due formazioni decisamente in disarmo per motivi diversi). Si ripete in sostanza il copione, letto più volte, con il Lane che tiene il campo, è vero, ma non c’è manovra vera, non c’è un gioco di centrocampo degno di questo nome, e i vari spunti di Filippo Costa fanno spettacolo a sè stante.

 

Non incidono, non trovano sbocchi adeguati. Il Renate, dal canto suo, non sta a guardare ma si difende con ordine e smorza gradualmente le velleità biancorosse che poi in pratica si contano in poche cose. Un tiro di Cavion (in campo dall’inizio come play-maker) sventato dal portiere renatino al 12′. Il colpo di testa di Pellegrini uscito a lato. Al 29′ il colpo di testa di Greco alto sulla traversa, che toglie però il pallone a Costa pronto a colpire a botta sicura da una posizione più favorevole. Insomma il copione è sempre lo stesso, e l’inizio di ripresa pure. Poteva mancare l’occasione da gol degli avversari, tanto per far venire i brividi agli ottomila e passa sugli spalti? No ! E in effetti ecco che al 4′ del secondo tempo tal Tremolada (Marco) si incarica di farci sudare. Si trova la palla giusta per fare gol, ma per fortuna Golemic ci mette una pezza e ci salva.

 Cambi a piovere, ma non basta

 

A questo punto arrivano cambi a piovere con Ronaldo e Jimenez al posto di Greco e Proia (14′), quindi Ferrari e De Col in luogo di Pellegrini e Valietti (23′). Il pubblico ci spera ancora e incita i biancorossi. Ma arriva invece la doccia fredda brianzola. Ierardi (in giornata grigia) commette fallo al limiti dell’area. Calcio di punizione con tanto di barriera e coccodrillo, ma il boccone se lo mangia Sorrentino che azzecca il tiro a scendere che uccella un Confente in volo a vuoto. E’ il primo colpo da ko, anche se il Vicenza non si arrende. Si arrende però al 38′ quando Rolando (un Ronaldo versione nerazzurra) scambia con un campagno al limite dell’area, fa alcuni passi liberandosi per  il tiro che parte teso, a rientrare, beffardo. Anche qui Confente vola ma non para. La gara finisce proprio qui nonostante alcune occasioni del Lane con Ferrari, Pompeu e il redivivo Scarsella entrato al 31′. Proprio lui al 50′ riesce comunque a segnare il gol della bandiera biancorossa riprendendo il pallone tornato in campo dopo aver colpito la traversa su inzuccata di Ferrari.

A proposito: la difesa come è messa?

Il gol di Scarsella

A questo punto dopo aver considerato che il centrocampo del Lane, nonostante i reiterati tentativi di mister Diana di dargli una configurazione passabile, non appare all’altezza delle aspettative, dobbiamo per onestà dire due parole sulla difesa che non ha certo brillato nelle ultime due gare. In genere si dà sempre la colpa al centrocampo di tutti i mali di una squadra, è vero. Però bisogna dire che la nostra difesa ha le sue brave colpe, avendo preso tre gol decisivi in due partite. A parte Laezza che si conferma giocatore all’altezza, non è che il duo Golemic-Ierardi abbia brillato. Anche contro il Renate le reti sono scaturite da due errori loro imputabili, uno a testa. Può capitare l’errore, certamente, ma in questo caso si tratta di veri e propri colpi bassi che costano punti, e pesanti. Ierardi risulta ora squalificato, per cui l’assetto difensivo sin qui ritenuto forte e adeguato, dovrà trovare una composizione diversa in vista della temuta gara contro la Triestina. Una partita che dirà veramente qualcosa di significativo circa la consistenza attuale del Lanerossi Vicenza, perchè si troverà di fronte una compagine dotata di giocatori forti e caricati a mille, reduci da una vera e propria impresa sabato scorso contro il Lumezzane. Sotto di un gol (0 a 1) nei pochi minuti di recupero gli alabardati sono riusciti a pareggiare al 93′ e a segnare la rete della vittoria al 95′, ciò che rappresenta per loro un carico di grande entusiasmo in vista del derby triveneto.

E’ un momento difficile ma può essere superato

Quante volte della storia centenaria del Vicenza, si sono vissuti momenti di crisi, di incertezza e di delusione? Tante. Veramente tante. E quello attuale è certamente uno di questi. La storia del Lane ci dice però che molte volte queste crisi sono state superate, proprio quando in pochi ci credevano, quando sembrava fosse impossibile. Spero insomma che anche questo momento, così delicato per Diana e i nostri biancorossi, sia un momento di svolta. E che nelle due prossime partite, le più importanti di questo girone di andata, la voglia di superare il momentaccio, di mostrare i famosi attributi tanto invocati dai tifosi, di far vedere le proprie doti calcistiche, tecnico-agonistiche, dia il là al cambio di marcia, alla presa di coscienza di appartenere al Lanerossi Vicenza, con la sua storia e la sua gloria sportiva.

 

Luciano Zanini

Ps: Luciano Zanini presenterà il suo libro Cuori Biancorossi dal 1902, giovedì prossimo a Isola Vicentina

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