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La serie A di Federico Formisano

Scritto da Federico Formisano

La serie A giunge alla decima giornata superando quindi la boa del quarto di campionato.  Per noi che seguiamo generalmente i dilettanti, affrontare l’analisi del massimo campionato italiano può sembrare irriverente ed inopportuno ma il nostro sito si sta abituando a trattare il calcio tutto allo stesso modo raffrontando nell’Edicola le “imprese” di una squadra di terza categoria con le italiane che giocano in Champion’s o con la Nazionale Italiana impegnata negli Europei. Con l’avvertenza che non sempre tutto quello che proviene dal calcio dorato è degno di imitazione, anzi, e che spesso sono proprio i puri che agiscono nei campetti di periferia che possano dare lezioni di vita e di comportamento.

Ma torniamo comunque ad analizzare il cammino della Serie A. Ci sono tre squadre che al momento sembrano stagliarsi sopra le altre  e sono l’Inter, la Juventus e il Milan.

Il trio di testa

L‘Inter di Simone Inzaghi è in testa con 25 punti: è la squadra che ha segnato di più (25 reti, secondo è il Napoli con 22 reti) e anche quella che ha subito di meno (5 soli gol subiti, contro i 6 della Juventus)  Va detto che finora ha avuto il calendario più agevole avendo incontrato fra le grandi solo il Milan battuto per altro con un secco 5-1; ha poi giocato con la Fiorentina (sesta in classifica con 17 punti) e con la Roma (nona con 14 punti)  Deve giocare ancora con Juventus, Atalanta, Napoli, Lazio ecc.  Finora peraltro ha perso punti solo con il Sassuolo (sconfitta per 2-1 dopo aver chiuso in vantaggio il primo tempo) e con il Bologna (pareggio per 2-2 dopo essere stata in vantaggio per 2-0)  Se si escludono dunque due mezze partite ha di fatto dominato tutte le avversarie (5-1 al Milan; 4-0 alla Fiorentina; 3-0 al Torino, 2-0 al Monza e al Cagliari, ecc.)  Da sottolineare la prolificità di Lautaro Martinez che guida la classifica marcatori con 11 reti, con un buon vantaggio su Giroud e su Osimeh (entrambi con 6 reti ) e su Lukaku (5 gol realizzati), come Berardi (primo marcatore italiano)

Lautaro

Un altro dato che va sottolineato per i nerazzurri è che ha chiuso il suo mercato con un modesto attivo grazie alle cessioni milionarie di Onana, di Brozovic, di Pinamonti , di Gossens, e di molti giovani prodotti del vivaio (Pirola, Fabbian, ecc) investendo di fatto il tesoretto ricavato su Pavard, Sommer, Frattesi, il riscatto di Asllani.  Dietro le quinte dei meneghini c’è il grande acume del direttore Generale Marotta, un vero genio del mercato, che anche quest’anno porta a casa giocatori come Thuram, Sanchez, Klassens, potremmo dire anche Sommer, quasi a costo zero.  Nonostante l’Inter abbia perso  oltre  a Onana e Brozovic,  altri due titolari del calibro di Skriniar e di Lukaku si è riformata una squadra che al momento appare tra le protagoniste sia in Italia che in Europa.

Al secondo posto in campionato c’è la Juventus che ha 2 punti in meno dei nerazzurri e che dopo il successo sul Verona, arrivato all’ultimo secondo,  ha conquistato solo per un giorno la testa della classifica (situazione che mancava da 123 giornate di campionato…)    La squadra di Allegri ha vinto 7 partite e fra le sue prede ci sono la Lazio e il Milan mentre ha pareggiato con l’Atalanta e con il Bologna e con il Sassuolo ha perso con un 4-2 che rimane nella memoria sopratutto per le clamorose perle di Szczesny  e di Gatti.

Secondo transfermarket ha uno sbilancio nella campagna acquisti di 21 milioni dovuto ai riscatti di Locatelli (Sassuolo) Milik (Marsiglia) e Kean (Everton) e agli acquisti di Weah  (Lille). In uscita però ci sono la definitiva cessione di Kulusevski al Tottenham e di Zakaria al Monaco.  Dalla rosa dello scorso anno sono usciti anche Di Maria e Cuadrado, oltre a Pogba e Fagioli squalificati.  Finora alla Juventus sono abbastanza mancati gli attaccanti (Vlaovic e Chiesa sono fermi a 4 reti, Milik a 2,  mentre Kean non ha ancora segnato) ma ha tenuto molto bene la difesa nonostante le assenze per infortunio dei vari Alex Sandro, Danilo, De Sciglio.   Ottimo poi il rendimento del centrocampo con i vari Locatelli, Mckennie, Rabiot sempre in spolvero.

Allegri

Al terzo posto c’è il Milan che ha avuto finora il calendario più impegnativo ma ha mancato gli appuntamenti più importanti, perdendo con l’Inter, con la Juventus e pareggiando con il Napoli una gara che stava conducendo per 2-0 alla fine del primo tempo. E che in alcune partite (ad esempio con il Genoa con il contestantissimo gol di Pulisic) ha faticato a portare in porta la vittoria.   Il Milan è tra quelle di testa la squadra che ha speso di più  (47 milioni di sbilancio fra entrate e uscite) cedendo si il suo regista Tonali ma acquistando Rejjnders, Loftus- Cheeck,  Chukwueze, Okafor, Jovic, Pulisic, Romero, Musah, ecc. )  In realtà i rossoneri si sono poi affidati quasi sempre alla rosa che due anni orsono li ha portati alla vittoria in campionato con i vari Maignan,  Calabria, Tomori, Kalulu, Hernandez, Leao e Giroud con i soli Rejjnders, Pulisic e Loftus-Cheeck ad avere giocato con maggior continuità. A controprova di questo va ricordato che il cannoniere della squadra è ancora Olivier Giroud, 37 anni ma un esplosività ancora notevole.

Calabria contro Ferrari nella partita di Vicenza di un anno fa

Le prime inseguitrici

Quarta in classifica è l’Atalanta  con 19 punti che precede il Napoli a quota 18. La squadra di Gasperini non è partita benissimo perdendo 2 delle prime 4 partite con Frosinone  e Fiorentina ma successivamente ha colto 4 successi e ha pareggiato il match clou con la Juventus perdendo solo con la Lazio. Sabato attende a Bergamo l’Inter per un altro scontro da scintille. La squadra ha mantenuto l’intelaiatura base con i vari Musso, Djmsiti, Toloi, Scalvini, Koopmeiners, De Roon, Ederson, Lookman e Muriel inserendo alcuni azzeccati acquisti (Kolasinac, De Ketelaere e Scamacca) e chiudendo il bilancio in attivo grazie sopratutto alla cessione di Hojlund al Manchester United per 75 milioni di euro.  Gli atalantini hanno la terza miglior difesa del torneo e davanti hanno segnato 18 gol con una cooperativa del gol  in cui si mettono in evidenza anche i centrocampisti.

Quinto è appunto il Napoli che è la squadra che vanta la più evidente differenza negativa di punti con lo scorso campionato; fin dall’inizio si è notata subito la differenza: la vittoria in rimonta con il Frosinone, la sconfitta casalinga con la Lazio, i pareggi consecutivi con Genoa  e  Bologna e la sconfitta con la Fiorentina con il Maradona fortino dello scorso anno, dove sono arrivate  due sconfitte e un pareggio con il Milan rimediato grazie ad un gran secondo tempo. Lo scorso anno dopo 10 gare il Napoli aveva 26 punti e guardava già tutti dall’alto in basso. Quest’anno ha otto punti in meno e all’interno dello spogliatoio si avverte una situazione difficile con i casi Osimeh, Kvaratskhelia, Politano, insofferenti nei confronti del mister al momento dei cambi.  Garcia è sicuramente un buon allenatore ma arrivare dopo Spalletti che poteva vantare di aver portato lo scudetto a Napoli dopo 33 anni e i fasti di Maradona, non gli ha certo dato grande spazio di manovra.

Osimeh

La squadra azzurra non è stata destrutturata, anzi: sono partiti solo Kim e Lozano e sono arrivati Natan, Lidstrom e Cajuste. E la squadra è sostanzialmente la stessa dello scudetto. Ma al momento non sembra in grado di inserirsi nel discorso di vertice.

A quota 17, sesta in classifica c’è la Fiorentina che ha perso lunedì con la Lazio con un rigore fischiato al 94′ e trasformato da Immobile.   I gigliati di mister Italiano hanno già giocato con l’Inter  e con la Lazio con cui hanno perso e con il Napoli e l’Atalanta con cui hanno vinto. Giocheranno domenica sera con la Juventus per cercare di riportarsi nella posizione a ridosso delle prime che avevano prima della gara di Roma.  Rispetto allo scorso anno ha cambiato gli attaccanti con gli arrivi di Beltran e Nzola e le partenze di Cabral e Jovic.  Il mercato è stato chiuso in attivo sopratutto per le cessioni dello stesso Cabral e di Igor oltre che di Amrabat (al Manchester).

Italiano

Le romane

La partenza delle squadre della capitale è stata veramente da incubo: la Lazio ha perso le prime 2 partite con Lecce e Genoa.  Ha perso anche con Juventus e Milan, ma ha battuto il Napoli, l’Atalanta e la Fiorentina.  Ha vinto le ultime 3 partite risollevandosi in classifica risalendo a quota 16, a -9 dalla testa.  Finora lontano dalle prestazioni degli scorsi anni è Immobile che comunque è il miglior marcatore con 3 gol di cui 2 su rigore. Assieme a lui a quota 3 c’è anche Luis Alberto.  Rispetto al secondo posto dello scorso anno la Lazio ha perso uno dei suoi leader Milinkovic Savic che certo non è stato sostituito nè da Kamada,  da Guendouzi, o da Rovella, i pari ruolo arrivati per non far rimpiangere il serbo.

Ancora peggio è andata la Roma: un solo punto nelle prime 3 gare con il solo pareggio strappato alla Salernitana,  e dopo la vittoria eclattante sull’Empoli la secca sconfitta con il Genoa. Dopo tre successi consecutivi dovuti anche al positivo inserimento di Lukaku la Roma è tornata a perdere con l’Inter  a Milano e la classifica con 14 punti ottenuti finora non lascia spazio a sogni di gloria. Anche se il recupero dei numerosi assenti (Smalling, Kumbulla, Sanchez, Dybala,  Abraham, ecc. ) potrebbe cambiare le cose nella squadra di Mourinho.

Le squadre di metà classifica

Tra le romane a quota 15 c’è il Bologna di Thiago Motta che finora ha fatto un campionato superiore alle attese con i pareggi da incorniciare in casa della Juventus e dell’Inter e a Bologna con il Napoli. Con le grandi è arrivata solo una sconfitta con il Milan nella prima giornata di campionato.

Si può considerare molto positivo il campionato di Monza (13 punti), del Lecce (13), del Frosinone (12), e del Genoa (11).  Mentre il Torino (12)  rimane distanziato rispetto ai punti raccolti lo scorso anno.  A quota 11 c’è anche il Sassuolo che ha iniziato a girare dopo il ritorno in campo del suo leader, Berardi, autore finora di 5 reti: con lui sono arrivate le vittorie con la Juventus e con l’Inter. E d’altra parte ogni anno il Sassuolo si priva dei suoi elementi migliori: quest’anno ha incassato i milioni dei riscatti di Locatelli e Raspadori ma anche i prestiti di Frattesi e di Maxi Lopez.

La zona retrocessione

Era partito a spron battuto il Verona (8) di mister Baroni ma nelle ultime 6 partite ha ottenuto un solo punto contro il Torino.  Gli scaligeri peraltro hanno giocato in questo mese e mezzo,  con Napoli, Juventus, Milan ed Atalanta.

A quota 7 in piena bagarre  ci sono l‘Udinese e l’Empoli, mentre il Cagliari ha 6 punti (grazie al successo con clamorosa rimonta da 0-3 a  4-3  dell’ultima partita con il Frosinone) e ultima con 4 punti è la Salernitana. Udinese, Empoli e Salernitana sono le squadre che hanno cambiato allenatore con i friulani passati da Sottil a Cioffi, i toscani da Zanetti ad Andreazzoli, i campani da Paulo Sousa a Filippo Inzaghi.

Paolo Zanetti

Filippo Inzaghi

Difficile immaginare che le tre retrocessioni non possano provenire da queste 5 squadre anche se in passato abbiamo visto recuperi importanti (lo scorso anno fu la Salernitana a salvarsi grazie ad un grande girone di ritorno) e crolli altrettanto improvvisi.

 

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Federico Formisano