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Vicenza da un derby all’altro.. bene il primo, meno il secondo…

Scritto da Luciano Zanini

Il punto sulla C di Luciano Zanini

 

DA UN DERBY ALL’ALTRO…

BENE IL PRIMO, MENO IL SECONDO  

 

Due derbyes, uno dopo l’altro, e quattro punti in più. Però, due Vicenza diversi. Contro il Padova un Lane di prima categoria, sebbene un po’ sfigato. Contro l’Arzignano invece, tanta fatica e un po’ di fortuna che non guasta mai. Dunque vediamo partendo da mercoledì sera, 6 marzo 2024. Doveva essere la prova del nove della ritrovata verve del Lanerossi Vicenza, dopo le precedenti performances che avevano prodotto un bottino con tre “t”, ossia 15 punti su 15, nonché la conquista dell’agognato terzo posto, obiettivo primo (non primario, che è quello di vincere i playoff) della gestione di mister Vecchi e compagni. Si sa che un derby è per sua natura, direi fisiologicamente, una partita a sé, spesso foriera di sorprese e risultati inaspettati. In più questa volta l’avversaria di turno era la cugina veneta da battere per via del sano campanilismo che divide le due tifoserie da illo tempore, ma  anche e soprattutto perché parliamo della seconda formazione in classifica, che aveva perso una sola volta (peraltro in maniera sconcertante, per ben 5 a 0) contro la prima della classe Mantova, nell’arco di tutto il campionato. Insomma un supertest per i nostri sotto due profili: psicologico, di tenuta contro una titolata, e quello più prosaico di conquistare terreno sulle avversarie. C’erano insomma tutte le condizioni per ritenere questo derby la partita più importante del campionato, almeno per noi, in grado di fornire una serie di elementi di valutazione utili al tecnico orobico che sin qui ha fatto non bene, ma benissimo. L’attesa quasi spasmodica si è materializzata nel pienone di pubblico dell’Euganeo, non aduso come noi ad ospitare oltre ottomila unità sugli spalti. Pienone reso peraltro possibile dalla presenza di millecinquecento supporter vicentini che hanno trasmesso per intero entusiasmo e calore ai nostri ragazzi. Nell’attesa generale, c’era dentro anche l’attesa particolare di vedere la reazione, agli insulti della tifoseria di casa, da parte dell’odiato Pompeu Ronaldo da Silva, per tre anni biancoscudato, ora biancorosso.

Coreografia Stadio

A Padova un Lane con i fiocchi  

Tutto ciò premesso, eccoci alle risposte date dal campo di Padova e qui va detto subito che l’esame è stato superato alla grande, sebbene segnato dal grosso neo dell’enorme amarezza causata dal gol del pareggio dei dottori al 95’, quando tutto ormai faceva pensare alla vittoria, al colpo esterno dell’anno, alla consacrazione piena del Vicenza quale squadra di assoluta primazia. In campo sin dall’avvio si è potuto ammirare un Lane deciso, pimpante, padrone del gioco e creatore poi di ben quattro palle gol, due delle quali andate beffardamente a sbattere sui legni della porta di Donnarumma. Sulla seconda traversa, quella colpita da Cuomo, ho sentito con qualche brivido la presenza alla stadio della dea Eupalla e ho temuto il peggio. In genere quando giochi meglio degli avversari, li sovrasti, crei occasioni vere da gol ma poi te li mangi, quasi sempre paghi dazio. Così purtroppo è andata anche questa volta e, a maggior ragione, quando alla fine della gara mancano pochi secondi. Se, quindi, il Vicenza è stato complessivamente superiore al Padova, rimane però da sottolineare la mancanza di quel sano cinismo che avrebbe potuto assicurare almeno una rete nel primo tempo, e con essa l’approccio meno dispendioso nel secondo. Invece nella ripresa, iniziata ancora nel segno del Lane, una volta arrivato il grande gol del loco Ferrari, finalmente autore del più classico dei suoi colpi di testa in area sul cross di Ronaldo, la squadra ha cominciato ad arretrare e dare spazio ai padovani che dal 60’ in poi hanno trovato ritmo e voglia di fare gol. Il Lane in questa parte della gara ha ceduto il passo ai ragazzi di Torrente che hanno pressato bene, mettendo in ambasce i nostri, creandio due nitide occasioni da gol. Una smorzata molto bene dall’uscita tempestiva di Confente su Palombi, la seconda frutto di uno splendido assolo di Fusi che ha letteralmente gettato al vento l’occasionissima sparando malamente a lato, alla destra del nostro portiere. Passata la sfuriata biancoscudata, che comunque ci ha messo a dura prova, pareva insomma che potesse finalmente arrivare la tanto attesa vittoria, dopo ben undici anni. Pareva, perché invece la dea Eupalla al 95’ decide diversamente, concedendo il suo favore al giovane veronese Faedo che a venti metri dalla porta pensa bene di provarci: il suo forte tiro, facendo zigzag sui nostri difensori, finisce alla spalle di  Confente. Che disdetta, ma anche qualche leggerezza della squadra che negli ultimi minuti avrebbe dovuto inventarsi qualsiasi cosa (lecita) pur di portare a casa i tre punti. Comunque il Vicenza ha fatto bene nel complesso, con un cenno di merito particolare per Ronaldo che ha saputo gestire l’ostilità del pubblico in maniera egregia, giocando alla grande e mettendosi al servizio della squadra.

Quel gran gol di Ferrari

La partita dopo i primi minuti di studio si colora ben presto di biancorosso vicentino, con l’ imbucata di Pompeu per Rolfini, il quale però si fa chiudere e la palla esce. E’ il preludio del quasi gol di Ferrari che, su cross da calcio d’angolo del solito Ronaldo, si erge più in alto di tutti e colpisce benissimo ma il pallone si stampa sulla traversa a portiere battuto. Ancora il brasiliano poco dopo a dettare il gioco con lancio su Della Morte (partita non brillantissima la sua) che si invola verso l’area ma viene fermato in corner. Quindi ecco che, su calcio d’angolo, Pippo Costa indirizza in porta sorprendendo Donnarumma ma la palla esce di poco. Ancora Vicenza alla grande al 29’, quando il difensore campano con licenza di segnare, Giuseppe Cuomo, colpisce di testa indirizzando con forza a rete, ma qui il portiere biancoscudato ci mette una pezza e devìa in angolo. Il Padova è intronato e tenta qualche affondo di rimessa, senza tuttavia creare particolari problemi alla nostra difesa. Primo tempo dunque tutto di marca vicentina. La ripresa vede ancora un Lane propositivo, deciso a fare gol. Ci prova Della Morte con un gran tiro che però non sorprende Donnarumma pronto a deviare. Pochi minuti dopo arriva finalmente la rete tanto attesa. Siamo al 55’, quando l’infaticabile Costa si esercita in una delle sue scorribande sulla sinistra: giunto a poca distanza dall’area, studia la posizione dei compagni d’attacco e si inventa una parabola perfetta, sia come traiettoria che come forza, calibrata sulla testa di Franco Ferrari. Che prende il tempo al suo marcatore, indirizzando il pallone sulla sinistra del portiere, là dove non può arrivare. Grande gol del loco che finalmente si sblocca dopo tanto digiuno di incornate come queste. Squadra e tifosi biancorossi alle stelle. Ma proprio da qui comincia un’altra storia con il Padova che decide di non mollare e comincia a prendere stabilmente campo, creando due palle gol pericolose, come sopra descritto. Il Vicenza soffre, arrivano i cambi per entrambe le squadre, la gara prosegue con il Padova determinato a cercare il pareggio. Arriviamo così al 90’ e oramai pare fatta. Cinque minuti di recupero. Dài e dài il tempo non passa mai scorron, occorrerebbe maggior cinismo dei nostri cercando di fermare il gioco, o rallentarlo al massimo, e invece niente. Al 95’ la dea Eupalla accarezza la testa di Faedo e il suo tiro fa male. Peccato, che disdetta!

Pigozzo in uscita su Cavion

 

Il Grifo per poco non ci punisce

Dopo la bella prova di Padova, domenica sera al Menti ci si aspettava una replica nel secondo derby contro l’Arzignano, terminato con la nostra vittoria di misura per 1 a 0, con il gol di Golemic.  Come si sa il calcio è tutto tranne che una scienza esatta, per puoi sempre aspettarti qualche sorpresa. Tanto più che il Lane, contro i cugini vicentini, è apparso in modalità  “copia bruttina” di quello ammirato per un’ora contro il Padova. E buon per noi che al 45’ della ripresa il reattivo Alessandro Confente abbia dimostrato che ci sa fare, eccome, salvando capra e cavoli ossia i tre punti preziosi che tanto fanno bene alla classifica e all’umore generale del mondo biancorosso. A Confente regalo  un meritato 8 per aver tenuto in saccoccia il bottino pieno. Mi fermo un attimo prima di analizzare questa partita per dire che, evidentemente, le “tossine” del dopo Padova-Vicenza si sono fatte sentire sia tra i nostri biancorossi che tra i biancoscudati padovani, che le hanno buscate sode a Gorgonzola con il classico 2 a 0. Ciò detto, può capitare una partita non brillante, tenuto anche conto che il derby è sempre il derby, con nervosismi vari e tanta grinta in campo. Alla fin fine essere riusciti a portare a casa i tre punti è positivo e allunga la classifica. D’ora in poi è questo ciò che conta, fare punti e cercare di staccare i nostri inseguitori che hanno il fiato sul collo dei biancorossi. La tanto vituperata Triestina, tanto per dire, era data per morta e sepolta ma è sempre lì che ci tallona, e oltre ai giuliani occhio anche all’Atalanta U23 e al sorprendente Legnago, fino a due mesi fa in lotta per la salvezza, e ora a quota 48 punti in corsa playoff (a tal proposito, il Lecco dello scorso anno… docet!).

 

La fesseria di Della Morte poteva costarci caro…

Spiace dover “rimproverare” un tipetto come Matteo Della Morte. Primo, perché è uno dei miei giocatori preferiti, insieme a Ronaldo: il classico uomo che in campo fa spettacolo a sé deliziando la platea con quei suoi tocchi, dribbling, scarti improvvisi etc etc.. Secondo, perché lasciando il Lane in dieci a mezz’ora dalla fine poteva capitare il peggio. Stavolta ha purtroppo recitato appieno la parte del “piccolo Sivori”, perdendo il controllo di sé come succedeva spesso al grande calciatore argentino. Uno come lui subisce un trattamento speciale da parte dei difensori che spesso e volentieri lo picchiano come fabbri, questo è vero e va considerato, però il fallaccio di domenica contro il difensore Boffelli non ci voleva proprio. Un fallo di frustrazione, un’entrata da killer che andava punita col rosso. Corre il 24’ del secondo tempo – il Lane è in vantaggio grazie al gol di Golemic segnato di testa allo scadere della prima frazione di gioco su calcio d’angolo battuto da Costa –, quando Della Morte in zona d’attacco entra con una scivolata scriteriata su Boffelli e lo abbatte. Cartellino rosso e Lane che si trova privo di uno dei suoi pilastri, con gli avversari decisi a non mollare per alcuna ragione. Nel primo tempo la gara era stata spigolosa, con alcune azioni pericolose da ambo le parti a conferma dell’equilibrio in campo. Stesso andazzo nell’avvio della ripresa con un tentativo di Cavion di testa, sventato dall’estremo Pigozzo, cui segue un tiro del bomber gialloceleste Parigi che fallisce di poco il bersaglio. Quindi Ronaldo (buona la sua prova anche stavolta) su punizione rasoterra che esce di pochissimo. Si arriva così al 24’ con il fattaccio descritto e con il Lane ora costretto a difendersi dalla pressione dell’Arzignano deciso e pugnace, che sente di poter raddrizzare la partita e fare punti. C’è evidente sofferenza tra i nostri che però tengono la barra dritta sino al 45’, quando rischiano di capitolare ma Confente è illuminato dalla dea Eupalla, che non vuole rovinare la festa di compleanno del Vicenza , festeggiato alla grande dalla Curva Sud. Sono 122 anni! Mica pochi. Grazie dea Eupalla, come sei buona!

 

Luciano Zanini

 

Grazie anche all’Arzignano che ha fatto la sua partita alla pari con il Vicenza. Grazie per non aver rovinato la festa di compleanno anche se onestamente meritava il pari. Auguro alla squadra di Bianchini e del presidente Chilese l’immediata ripresa e il recupero dei punti persi in modo da raggiungere quanto prima la meritata salvezza.

 

 

 

 

 

 

 

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Luciano Zanini