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Perchè riteniamo giusta e doverosa questa sospensione; quanto rimarremo senza calcio?

Scritto da Federico Formisano

Ieri è stata per noi una giornata campale, ma ci consola il fatto che il  nostro compito lo abbiamo assolto alla grande: avevamo promesso di tenervi informati e lo abbiamo fatto con un edicola ricca di aggiornamenti: dapprima le notizie raccolte dal Vicepresidente Pitton e dal delegato Spalluto, poi con il Comunicato Ufficiale che rinviava alcune gare, quindi con la comunicazione partita da Padova e con le varie notizie che arrivavano sul rinvio di gare di B e di C. Infine a mezzanotte con la decisione del Ministro dello Sport.  Non ci interessa di essere i più bravi, ma di svolgere bene il ruolo che ci siamo assegnati: informarvi.  Ci riempiono d’orgoglio i numeri delle vostre risposte, ma in questo caso certamente ne avremmo fatto a meno, perché dietro a questa sindrome c’è sofferenza, ci sono problemi organizzativi e di natura economica.

Non abbiamo colto nella decisione molte obiezioni ma d’altra parte ieri su una Chat si era già colto il senso di una situazione potenzialmente molto pericolosa. Un direttore sportivo esternava le proprie paure raccontando di un giocatore della sua squadra che proviene proprio dal paese più nominato negli ultimi due giorni. “Il giocatore ieri sera era con noi in spogliatoio e se fosse ammalato? ” Quel giocatore poteva entrare in contatto in partita con gli avversari: il calcio si sa è uno sport di contatto. Leggiamo, infatti,  su molti dei vademecum che stanno circolando in questo momento che il CoV-2,  si trasmette attraverso le goccioline del respiro della persona infetta, che possono essere trasmesse con la tosse o gli starnuti, oppure tramite contatto diretto personale, oppure toccandosi la bocca, il naso o gli occhi con mani contaminate.
Per questo motivo, è importante evitare uno stretto contatto con le persone che hanno febbre, tossiscono o hanno altri sintomi respiratori. In termini pratici, è raccomandabile mantenersi ad una distanza di almeno un metro da persone che tossiscono, starnutiscono o hanno la febbre. Inoltre ci sono almeno il 5% dei casi di persone asintomatiche che possono trasmettere il virus.

Giocatori in spogliatoio

In quella chat erano gli stessi dirigenti  che auspicavano il rinvio di tutte le gare e un dirigente scriveva “Senza fare allarmismo ma in questo caso non sarebbero al sicuro neppure i vostri avversari di domani. Fermiamoci. ” E un altro dirigente “Credo che sarebbe sensata la sospensione di tutte le partite. Forse è meglio che ognuno rimanga a casa propria”

Il vero problema ora è capire quanto durerà questo blocco e come il Comitato Regionale Veneto uscirà da questa situazione.

Le Organizzazioni Internazionali della sanità hanno più volte espresso la tesi che il periodo di incubazione massimo sia di 14 giorni. ( qualche dubbio è nato nel caso di Cologno perchè tra l’insorgenza della malattia nel 38 enne ricoverato e il suo presunto contatto con il paziente zero quello tornato dalla Cina sarebbe trascorsi più di 14 giorni, ma in realtà potrebbero esserci stati più incontri) e quindi è più che probabile che non si scenda in campo nemmeno domenica prossima.

Certo che alcune situazioni potrebbero evolversi nei prossimi giorni: il contenimento delle persone ammalate nell’ambito dei casi finora accertati, l’individuazione di un vaccino che possa permettere la guarigione degli ammalati (ricordiamolo che sono molti i guariti dal Corona Virus), l’applicazione di misure preventive molto rigide.

Ma conoscendo l’atteggiamento generalmente prudente di chi deve amministrare la sanità pubblica, ipotizzare uno stop abbastanza prolungato dei campionati non è allarmistico nè demagogico. Noi siamo qui per informarvi, come sempre..

Federico Formisano

 

 

 

 

 

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