Serie B

Vicenza, la ruota della fortuna deve girare !!!

Scritto da Luciano Zanini

IL PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE B

 

 

MALEDETTA  TRAVERSA, PERO’ MANCINI DA 7 …

 

Recitano i dizionari, un po’ tutti: ”dicesi traversa la trave disposta trasversalmente a una struttura con funzione di collegamento, sostegno, rinforzo… ma anche di impedimento se posta attraverso un passaggio etc. etc.”. Per il dizionario dei tifosi biancorossi la definizione della suddetta traversa suona invece in maniera totalmente differente: ”legno maledetto che ci perseguita da mesi e che sembra avercela con noi…”. Quale definizione è più calzante? Senza dubbio la seconda per il popolo biancorosso che ha letteralmente perso la pazienza con la dea Eupalla domenica pomeriggio al Menti, quando al 13’, il baby Tommaso Mancini, punta centrale, spara un destro a giro da appena fuori area. La traiettoria pare perfetta e fa credere nel gollazzo, mentre invece va a stamparsi sull’incrocio alla sinistra del portiere comasco. Ciao gol, ciao grande chance per l’esordiente dal primo minuto in campionato, il diciassettenne numero 39 Tommaso Mancini.

Mancini nella fase di riscaldamento della gara con il Como (Da Facebook /Lr Vicenza)

Che disdetta, che peccato! Due minuti prima, peraltro, il talentuoso Ranocchia dopo una bella incursione tra i difensori aveva fatto partire una bomba delle sue col risultato di prendere pure lui la traversa. Di fronte ad una doppietta sfigata del genere rimane poco da dire, a parte le solite considerazioni sul nostro Lane, sintetizzabili nel già citato “Ma ‘ndo vai, se il gol nun lo fai!”. E sì che di occasioni da gol i biancorossi ne hanno create nella gara contro il Como, eccome. C’è di che mettersi le mani nei capelli se guardiamo alle statistiche sulla partita, anche in maniera superficiale. I nostri giocatori hanno effettuato la bellezza di 29 (dicasi ventinove !)  tiri verso la porta avversaria, contro gli 8 dei lariani. Di questi però solo 6 diretti in porta, quasi che una volta arrivati al momento topico del tiro i biancorossi buttino a mare lucidità, concentrazione e determinazione. Per altro verso gli avversari, stavolta gli azzurri del Como, hanno tirato in porta solo 3 volte facendo un gol, e in altre due occasioni hanno pure “rischiato” di segnare.

 

LA TENUTA  PSICOFISICA E’ VENUTA MENO…

Biancorossi nel riscaldamento (Foto da Facebook /Lr Vicenza)

 

La gara contro il Como, a mio avviso, ha messo in luce anche  un altro problema che mi auguro rimanga solo contingente, circoscritto a domenica scorsa: la tenuta psicofisica della squadra. Come primo tempo – a parte la scalogna nera delle traverse e degli errori di tiro – non si può rimproverare granchè ai nostri beniamini quanto ad impegno. Anzi. Hanno giocato come si deve, portandosi tante volte in zona gol e mettendo in seria difficoltà gli avversari. Avesse chiuso sul 2 a 1 il Lane, nessuno avrebbe avuto nulla da ridire e forse anche il secondo tempo si sarebbe svolto in maniera diversa. E’ abbastanza logico che, se manchi quattro occasioni da gol ( oltre alle due traverse, ancora Ranocchia al 24’, poi Dalmonte al 25’), qualcosa poi si incrini nelle menti dei nostri ragazzi. Su questo c’è poco da discutere. Il punto è però che il secondo tempo ha mostrato un cedimento troppo vistoso, troppo pericoloso per essere solo un contraccolpo psicologico. Nella seconda parte della gara il Vicenza è calato di brutto, mentre il Como è salito in cattedra dominando la gara e alla fine – sfiga o non sfiga – legittimando la vittoria. Una vittoria che vale oro per i comaschi – ribadisco neopromossi – che si portano a quota 24 punti in classifica, ossia ad un passo dagli ambiti playoff. Va detto comunque che il Como, pur essendo matricola, si è dotato tempestivamente di alcuni pezzi da 90 che in campo fanno la differenza e dettano legge. Prendi Cerri, l’anno scorso al Cagliari, prendi La Gumina, ex-Empoli, prendi Vignali (il migliore in campo) ex-Spezia. Quasi un monito per la dirigenza del Lane, se vuole salvare sul serio baracca e burattini.

LA BUONA NOTIZIA  HA NOME E COGNOME

In attesa di trovare la soluzione ad hoc in grado di far tornare il sorriso sul volto dei tifosi, ossia acquisire sul mercato il bomber di categoria, oltre ad un paio di elementi di caratura da inserire negli altri due reparti (come detto, Como docet), una consolazione riveniente da questa ennesima sconfitta c’è, e si chiama Tommaso Mancini, che domenica ha onorato la maglia disputando una buona gara. Avevo scritto già tempo fa – in epoche meno perigliose di queste attuali – che in attesa di rinforzi, là davanti, sarebbe stato buono e giusto dare spazio al ragazzo il quale, quanto a propensione al gol ne ha data ampia dimostrazione nelle categorie in cui ha giocato (Nazionale in testa). Finalmente è venuto il suo tanto atteso momento e qui mi lascio andare a qualche riga personale (chiedo venia). Ero amico del nonno di Tommaso – Giustiniano Mancini, scomparso lo scorso anno –, il quale sin dai primi calci ha seguito il ragazzo con amore e passione, come può fare un nonno con i fiocchi. Non ha potuto però assistere all’esordio del suo adorato nipote dal primo minuto in campionato. Ne sarebbe stato ultrafelice. Ma io credo che al Menti fosse presente, e che al momento della traversa di Tommaso abbia avuto pure Lui un sobbalzo, imprecando (benevolmente) contro la malasorte: del resto, anche nell’Aldilà si rimane tifosi … Ma adesso torniamo sulla terra, al dopo partita: ho chiesto a mister Brocchi un suo giudizio sulla prestazione del ragazzo che personalmente ho reputato appunto del tutto positiva: ha superato l’impatto emotivo di una partita importante e per certi versi decisiva; ha capito bene come muoversi; ha tentato la via del gol in maniera concreta; ha combattuto dall’inizio alla fine; ha per tratti di partita fatto reparto da solo in avanti. Il mister ha dichiarato apertis verbis il suo parere con una sintesi esemplare: voto 7.

Brocchi ha attribuito un 7 a Mancini

 

LA RUOTA DELLA FORTUNA  DEVE GIRARE

Dopo l’ennesima batosta che ha fatto perdere la pazienza ai tifosi, ormai chiaramente delusi, allo stato attuale rimangono oggettivamente poche speranze, ma rimangono. Siamo finiti laggiù in fondo, a 7 punti, mentre in testa viaggia decisa la torre pendente (in avanti) del Pisa che respira a pieni polmoni l’aria della serie A, a quota 35.

la curva continuerà a far sentire il suo apporto

Tra i pisani e i nostri biancorossi, oggi come oggi, è maturata la distanza abissale di quasi trenta punti in sole 17 gare. C’è di che scoraggiarsi e prendere cappello, ma non dobbiamo farlo, per nessuna ragione al mondo. Sarebbe un vero e proprio insulto nei confronti del nome e alla tradizione del Lane. Ogni prossima partita va affrontata come fosse una finale, senza timori reverenziali, quasi si ripartisse per un nuovo campionato. Dobbiamo convincerci che la sfortuna nera che ci ha sin qui accompagnato, prima o poi deve ( e sottolineo deve!) finire. Pure la scaramanzia e la legge dei grandi numeri ci confortano in tal senso. Non ci sono alternative a questa ricetta, a questa terapia mentale. I quattro legni presi contro il Brescia o i due contro il Como, prima o poi devono tornare. Non ci piove. Con questo spirito va affrontato allora il Lecce, altro squadrone da promozione che veleggia a 31 punti, e che attende il Lane sabato prossimo per fare festa. Non pensiamo al Lecce grande squadra, ma al Lecce da affrontare senza paura, senza complessi d’inferiorità, seppur con la giusta prudenza e determinazione. Ecco la parola giusta: determinazione, ossia voglia di fare risultato ad ogni costo, lottando su ogni palla, asfissiando gli avversari dal 1’ al 95’. Non mi soffermo neppure a presentare i salentini, forti in tutti i reparti, lo sappiamo bene, e del resto la classifica parla da sè. Ripeto: dobbiamo convincerci che possiamo ancora cambiare l’inerzia del torneo e che dopo tanta sorte avversa le cose possono ( e devono) cambiare. Dea Eupalla confidiamo però anche nella tua “giustizia” (sarebbe ora!).

 

Luciano Zanini

 

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Luciano Zanini