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Evitato il pesce di settembre: ora sotto con la Virtus !!!

Scritto da Luciano Zanini

Il PUNTO SULLA C di Luciano Zanini

EVITATO IL “PESCE DI SETTEMBRE”,

ORA SOTTO CON LA VIRTUS VERONA!

 

Quando al 4′ della ripresa, su lancio di Simone Pesce, la freccia lombarda Spini lascia basito il duo Laezza-Golemic e si avvia a segnare il gol assassino del Lumezzane, ecco tornarmi in mente quanto scritto la volta scorsa nella presentazione della partita di domenica contro i bresciani: “Occhio al Lumezzane, ma in particolare ci sarà da stare attenti ai due vecchi – direi “antichi” – giocatori di grandissima esperienza, come il 42enne Simone Pesce, centrocampista che ha giocato un pò in tutte le categorie, e il difensore 36enne Eros Pisano, altro noto marpione. Diana li conosce benissimo e sa che i due faranno di tutto per fare uno scherzetto al Lane.“.

Sono bastati pochi secondi per mettere a fuoco che su quel rovesciamento di fronte, o più prosaicamente su quel contropiede, il Lane avrebbe subìto il più classico dei pesci d’aprile. Uno scherzetto con i fiocchi, niente male, e visto che siamo a settembre, poteva diventare il “pesce di settembre”, intendendo per pesce ovviamente il longevo centrocampista di Latina e la sua squadra. Ci ha salvati il nostro portierone Confente, ancora una volta autore di un miracolo calcistico. Vede arrivare Spini di gran carriera, lo contempla un attimo e poi decide di andargli incontro rubandogli spazio per costringerlo al tiro, che riesce a deviare di piede. Il brivido che ha attraversato la schiena dei 7630 tifosi biancorossi si trasforma così in un profondo sospiro di sollievo, visto che nel primo tempo la partita si era giocata a senso unico, con il Vicenza che attacca a tutto spiano sulle fasce, non riuscendo però a cavare un ragno dal buco. La rete “eventuale” avrebbe inciso sui biancorossi – a mio avviso – anche dal punto di vista psicologico con le conseguenze del caso. Che poi il primo tempo non sia stato giocato bene dai nostri, questo è un altro paio di maniche. C’è stata sì la grinta, la voglia di lottare su ogni pallone, ma il gioco in quanto tale è latitato. Pur operando sulle fasce con continuità i cursori Costa e De Col non sono riusciti a far saltare il tappo. Anche il duo R&R, Ronaldo e Rossi, non è stato capace di organizzare un gioco efficace al centro, e i vari inserimenti venivano sistematicamente stoppati dalla ferrea difesa avversaria, guidata alla perfezione dai due volponi Pesce e Pisano. Non solo: quando c’è stato da menare, i lombardi non si sono certo tirati indietro dimostrando un freddo cinismo. Quattro gli ammoniti: Pogliano, Pesce, Moscati, Regazzetti, ma a mio parere dovevano essere di più, e qualche fallo è stato lasciato correre. Nè va dimenticato che dal 30′ in poi, dopo aver prodotto un notevole forcing seppure infruttuoso, il Lane ha abbassato il ritmo consentendo agli avversari di rifiatare e riprendersi anche psicologicamente. Prova concreta ne è appunto il rientro in campo con l’occasionissima di Spini.

Un nervoso Diana gioca le carte giuste!

Dopo un primo tempo del genere, con un batti e ribatti infinito, ma soprattutto con il rischio corso in apertura di ripresa, non è facile rimanere concentrati e trovare il filo giusto della matassa. Tanto più che il tecnico biancorosso si muove e si sbraccia nervosamente a bordo campo, evidentemente non soddisfatto del gioco della squadra. Ci sono partite come queste – ed è facile pronosticarne tante altre nel corso della stagione – che nonostante ci sia da parte nostra più gioco, più qualità, etc, non riesci a sbloccarle e rischi addirittura di buscarle. In questi frangenti si misura però anche l’abilità e il carisma di un allenatore. Seppure fumantino, Aimo Diana, dimostra di voler fare di testa sua e decide di cambiare il volto alla squadra. Chirurgicamente e in due riprese. La prima è al 10′ del secondo tempo quando fa entrare Jimenez, Cavion e Pellegrini rispettivamente al posto di Ronaldo, Greco e Ferrari. Del resto, Ronaldo era apparso piuttosto lento, anche se ha cercato con buona determinazione di creare gioco e gol, nonostante l’agguerrita barriera del Lumezzane, mentre Greco e Ferrari hanno giocato sottotono, in particolare el loco è apparso ancora lontano dalla condizione ottimale (però sappiamo che è solo questione di tempo). L’iniezione di forze fresche comincia ben presto a produrre effetti grazie alla freschezza e alla maggiore dinamicità dei subentrati. Per la verità è ancora la formazione bresciana a sfiorare il gol sul gran tiro di Gerbi al 13′, poi però arriva il quasi gol di Rolfini il quale, dopo una ubriacante serpentina, tira a botta sicura, ma l’estremo Galeotti ci mette la provvidenziale manona e spedisce in angolo.

 

Il Lume si arrende al siluro di Cavion

 

E’ in questo momento che il Vicenza cambia realmente marcia e diviene finalmente più incisivo, vuoi per la capacità penetrativa di Jimenez, vuoi per la dinamicità a tutto campo di Cavion, vuoi per la rapidità di movimento di Pellegrini. Fioccano così le occasioni biancorosse. Ci sarebbe un calcio di rigore a nostro favore per un fallo su Jimenez ma l’arbitro non lo vede, poi entra in azione il duo d’attacco Rolfini/Pellegrini che imbastisce un’ottima trama con tiro finale di quest’ultimo: pare gol fatto ma un galeotto Galeotti dice ancora no. Bravo pure lui! Che si supera letteralmente al 35′ quando il neo-entrato Proia (e con lui Della Morte) fa vedere che la classe non è acqua, inventandosi una semirovesciata volante sul cross di Ierardi: l’estremo però è saracinesca! Dai e dai, il Lane pare aver succhiato il verbo di Aimo Diana e non molla più l’osso. Vuole fare questo benedetto gol ad ogni costo. E ci arriva al 37′. Cavion schiuma voglia di tirare e si avventa come un falco sulla respinta di Galeotti a seguito di calcio d’angolo. E’ il suo momento atteso, è il suo tiro rasoterra prediletto. Pare mirare all’angolo e lì ci arriva con la palla che tocca il palo e finisce in rete.

La folla biancorossa, come si può immaginare, impazzisce di gioia e con essa tutta la squadra biancorossa. Cavion è la felicità in persona, corre ad abbracciare il tecnico bresciano, nel senso di Diana. La gara finisce qui nei fatti, anche se poi succede dell’altro. Ossia che il suddetto Diana  – invece di calmarsi per  l’effetto benefico del gol – si faccia prendere la mano dal nervosismo e venire  espulso al 41′; che il buon Proia in un pomeriggio di supergrazia (ha giocato solo una ventina di minuti) colpisca la traversa dopo aver ricevuto assist dall’ottimo Jimenez. Finisce così, finisce in gloria per un Vicenza che – con le mosse giuste del tecnico – riesce a scavallare un Lumezzane che a sua volta ha mostrato una determinazione mica male. Bene così e ora vediamo la prossima partita che conta parecchio.

Curva Sud Foto Sartore

 

Il confronto con la VV non è decisivo, ma indicativo sì

Lo scorso anno la Virtus Verona, nostra avversaria mercoledì sera, giocò al Menti una grande partita vincendo per 2 a 0. Sorprese un pò tutti proprio per la qualità del gioco espresso in campo, grazie alla bravura del suo tecnico-presidente-factotum Gigi Fresco, il Ferguson del Veneto. Sempre nello scorso campionato la squadra veronese ha mostrato un andamento difforme, con un girone d’andata pessimo e in costante zona retrocessione, sterzando quindi di brutto per imbroccare un girone di ritorno eccellente, da promozione diretta. Tanto da arrivare ai playoff, dove si è comportata molto bene, “rischiando” di arrivare alla finale per il salto in B. Questa stagione è evidentemente partita sulle ceneri del girone di ritorno, visto che la Virtus ha vinto tre volte e con punteggi chiari. Dall’alto dei sui 9 punti guarda il nostro Lane, Mantova, Padova e Triestina. E’ candidata alla promozione diretta in B? Non si può dire ma la cosa certa è che sarà una partita indicativa della forza della Virtus e del Lane. Ovviamente non decisiva, ma appunto indicativa, eccome! La Virtus arriva al derby con le vittorie contro Atalanta U23, Alessandria e Legnago, tutte formazioni considerate da classifica medio-bassa, a meno di sorprese eventuali. Diciamo che ha fatto un cammino migliore del Vicenza (vedi il nostro pareggio contro la Giana Erminio) e questo è già un buon viatico per Fresco e compagni. Ha realizzato 9 reti subendone 4, non poche per la verità, per cui sarà da fare attenzione al suo attacco. Dove si è messo in bella luce il vicentino Matteo Casarotto, autore di tre reti, media un gol a partita. Con lui però giostrano alcuni professionisti di ottima caratura, ancorchè anziani, come Danti e Gomez, che sanno bene come fare gol. Senza dimenticare l’ex-biancorosso Andrea Nalini che ha lasciato un buon ricordo a Vicenza e senz’altro ci tiene a fare bella figura. Forza Vicenza!

Casarotto

Luciano Zanini

 

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