Serie B

Sette finali sette !!

IL  PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE B

 

RIPARTE IL CAMPIONATO DEL LANE, SETTE FINALI SETTE

 

Tra i molti gironi di ritorno che hanno visto il Vicenza recuperare (quando ormai sembrava tutto perduto) il ritardo talora mostruoso accumulato nei confronti delle concorrenti alla salvezza, uno in particolare mi è rimasto impresso andando a leggere qualche pagina di storia biancorossa. Correva il campionato di grazia ’59-’60 e il povero Lane – allora però in serie A con annessi e connessi – si ritrovava ad avere tra le mani la bellezza di 7 (sette) miseri punti alla vigilia di Natale del 1959. D’accordo che allora le vittorie portavano due punti in classifica e quindi non era proprio come oggi quanto a punteggi, però il senso è chiaro: retrocessione pressochè certa. Invece, dài e dài, alla fine il Lane si salvò con un girone di ritorno importante chiudendo a quota 32. Memore di questo e altri gironi di andata ultrasofferti, e il nostro di quest’anno docet quanto a miseria, ho sempre nutrito più di una speranziella che potesse succedere qualcosa di buono anche nel campionato di grazia 2021/22. La dea Eupalla che presiede al calcio non ha ancora deciso circa il destino dei biancorossi, ma certo è che le cose da qualche settimana sono cambiate. Eccome. Lo sintetizza al meglio la classifica che mostra i nostri 24 punti, alla pari del Cosenza, ad un solo punto dall’Alessandria passata a vivere una crisi profonda, per nostra fortuna. Da ultimi della classe siamo passati tra gli aspiranti alla promozione che per noi è la salvezza via playout. Dopo la necessaria vittoria sull’Ascoli di Sottil e compagni, l’orizzonte si è rischiarato e si comincia a vedere qualche ciuffo rosa.

 

LA SVOLTA  DI DOMENICA 20 MARZO

 

Avevo presentato la sfida tra Vicenza e Ascoli come l’ultima spiaggia, il dday del Lanerossi, visto e considerato che la situazione, in caso di pareggio o di sconfitta, sarebbe diventata insostenibile (anche se poi le concorrenti davanti a noi hanno fatto cilecca). Tanto è vero che scaramanticamente avevo pure scritto che la malaugurata eventuale sconfitta (l’Ascoli è una squadra forte) avrebbe dovuto comportare l’addio di Brocchi per i vari motivi esposti. Fortunatamente è andato tutto per il verso giusto, tanto che questo successo è diventato un vero e proprio cemento che ha legato tra loro mister e giocatori. Un legame che forse non c’era del tutto ma che adesso, a mio parere c’è. Ed è elemento importantissimo. In conferenza stampa post partita ho chiesto a Cristian Brocchi se in caso di sconfitta sarebbe stato conseguente una sua fuoriuscita, appunto per dare la famosa scossa. Qualcuno ha sollevato il sopracciglio di fronte alla domanda, apparentemente invasiva, ma lui, mister Brocchi, non ha glissato rispondendo che non l’avrebbe trovata opportuna, la sua fuoriuscita. Come a dire che bisognava avere pazienza e saper aspettare. E che lui il proprio dovere l’ha fatto fino in fondo. Chi vince ha sempre ragione e quindi bravo mister, anche se fino a pochi minuti dal termine gli umori ne suoi confronti  erano molto diversi da quelli del dopo partita. In ogni caso, ripeto, bene così e adesso sotto a chi tocca. Non mi interessa più di tanto commentare  approfonditamente la partita contro l’Ascoli, se non spendendo poche parole, perchè a questo punto conta sempre di più, solo ed esclusivamente, vincere o fare punti. A cominciare dalla difficile trasferta di Brescia. Tutto il resto è ora …. superfluo.

 

LA ZAMPATA DI ZONTA, GOL EMBLEMATICO

 

Quando al 17′ minuto, e torniamo a domenica 20 marzo, Alessio Da Cruz butta alle ortiche il possibile 1 a 0 che tanto voleva dire, mi sono sinceramente seccato perchè occasioni del genere non si possono sbagliare. Hai voglia di lanciare strali sull’allenatore se poi in campo il giocatore x o y fallisce l’appuntamento decisivo. La partita era iniziata male con l’occasionissima sprecata da Dionisi messo a tu per tu con Grandi, bravo e salvare la baracca. Poi: il rigore sbagliato e l’occasione mancata per sfortuna da Dalmonte che, peraltro, ha giocato stavolta una buona partita superando così una certa ostilità del pubblico, risalente alla prestazione casalinga precedente. Ancora un’occasionissima di Iliev che poteva stenderci, ma poi con il passare dei minuti si è visto – grazie anche ai cambi azzeccati e alla crescita di Maggio – un Vicenza deciso e voglioso di tentare il tutto per tutto. Lo spirito giusto insomma, venuto a crearsi minuto dopo  minuto. Ecco allora arrivare su iniziativa del sempre proficuo Meggiorini l’occasione per Loris Zonta, entrato da poco. Il quale Zonta si è trovato al posto giusto al momento giusto – grande dote per un calciatore – per fulminare con un missile terra-aria il malcapitato Leali, forse un pò colpevole sul tiro di Meggiorini. Sia come sia, la bomba ravvicinata di Zonta ha fatto letteralmente esplodere il Menti e saltare per aria gli oltre cinquemila spettatori (esclusi i pochi tifosi marchigiani naturalmente). Una bomba che presenta alcune caratteristiche: l’aver sparato contro la sorte avversa, l’aver detto che ci siamo ancora, l’aver indicato la via del riscatto frutto di forza e decisione. Un gol liberatorio insomma e che definirei appunto emblematico. Ora però non sono ammessi cali di tensione, altrimenti il gol di Zonta diventerebbe inutile.

Gol di Zonta (Foto Sartore da Facebook Vicenza)

 

SOTTO CON IL BRESCIA… CORINIANO

 Se il buon Cristian Brocchi non ha ritenuto che una (malaugurata) sconfitta contro l’Ascoli potesse diventare fatale per lui, cosa dovrebbe dire il suo amico-collega Pippone Inzaghi da Piacenza, il quale è stato messo alla porta dal mangiallenatori Cellino, presidente del Calcio Brescia? Già, cosa dovrebbe dire Pippone? Se guardi la classifica leggi : Brescia punti 54, quinto posto in zona playoff, con vista sul Pisa a quota 58 ( secondo posto buono per fare il salto diretto in serie A, dietro alla Cremonese a 59). Pensiamo che Cellino volesse vedere il Brescia in testa alla classifica e magari con dieci punti di vantaggio sulla seconda, però un conto sono i desideri e un conto la realtà del campionato di serie B. Dunque il buon Inzaghi ha di che lamentarsi ma il “padrone” fa ciò che meglio crede. E così a poche giornate dal termine via Pippo e dentro Eu-genio Corini. Gran bel giocatore, grande centrocampista ai suoi tempi, un pò meno come allenatore nel senso che sinora non ha fatto una carriera super, pur avendo allenato più volte in serie A e soprattuto riportato di recente il suo Brescia (lui è bresciano) nella massima categoria salvo poi venire licenziato nella stagione successiva. Ricordo che anche con il Chievo la formula prediletta di Eu-genio era il famoso 4-3-3 e penso che lo riproporrà anche domenica prossima al Tardini contro di noi. Meglio o peggio per il Lane? Chi lo sa? Il fatto è comunque che Corini conosce bene l’ambiente di casa sua e i giocatori, per cui non pagherà a mio avviso alcun prezzo per questo cambio di panchina repentino, ossia non dovrà ambentarsi più di tanto. Mi aspetto per questo una partita di totale difficoltà per i colori biancorossi.

La gara d’andata al Menti

 

UNA SOLA RICETTA: NON MOLLARE MAI

 

L’unica cosa da non fare (facile a dirsi eppure essenziale) è quella di scendere al Tardini con soggezione o timore degli avversari. E’ successo in diverse gare passate e ci è costato caro. Noi dobbiamo fare la nostra partita consapevoli che gli avversari sono più forti (vedi appunto Ascoli) e da rispettare, ma non per questo partire condizionati. Poi grinta, tenacia, e non mollare mai su ogni pallone. Il Brescia è una formazione coriacea, organizzata, che dispone di individualità eccellenti. Rimane in corsa per il salto diretto in A, ma noi dobbiamo rallentarlo. Le rondinelle, come detto, si trovano al quinto posto in classifica, frutto di 14 vittorie, 12 pareggi e 5 sconfitte. Hanno segnato 54 reti subendone 32. Il percorso del campionato non è stato sempre lineare ma intervallato da momenti di stasi (poco graditi a Cellino), tanto che aveva già meditato mesi fa di cambiare allenatore. La rosa: in attacco dispone di quattro punte importanti come Moreo, Palacio Ayè e  Tramoni; a centrocampo giostrano  i vari Bisoli, Lèris, Van de Looi, Bertagnoli, Jagiello e l’ex biancorosso Proja che ha giocato dieci partite segnando un gol; dietro spiccano il portiere Jauronen e i difensori Cistana, Pajac, Mangraviti. Insomma gente conosciuta e che ha calcato anche campi di serie A: vedi il vecchio Palacio, ancora capace di spunti e invenzioni letali per gli avversari. Occhio particolare a lui se dovesse giocare..

Proia in gol all’andata e oggi con il Brescia

Luciano Zanini

 

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Luciano Zanini