Serie B

Che delusione, che botta

IL  PUNTO DI LUCIANO ZANINI SULLA SERIE B

 

CHE DELUSIONE !  CHE  BOTTA!

 

Che delusione! Che disdetta! La botta di Cosenza fa male allo spirito e al morale della grande tribù biancorossa. In tutta onestà non mi aspettavo una dinamica del genere dopo le quattro vittorie di fila del Vicenza, targato FB (Francesco Baldini). Non mi aspettavo in particolare un simile  flop nel secondo tempo, quasi che il gol messo a segno proprio al 46’ dal vecchissimo bomber Joachin Larrivey, sia paragonabile ad una fucilata sparata addosso a bruciapelo. Come è potuto succedere che il “Lane ultima-edizione”, che aveva fatto della grinta e della determinazione le proprie caratteristiche vincenti si sia squagliato come neve al sole dopo il gol del bomber cosentino? Come è potuto succedere che Nikita (Kruscev) Contini, sin qui saracinesca dalla tenuta pressoché stagna, abbia respinto un pallone telefonatogli di testa da Zilli –  entrato da un minuto al posto di Carraro nel secondo tempo – alla maniera della papera ucraina mettendolo nella disponibilità del suddetto volpone sudamericano, esperto di tante battaglie, il quale ha pensato bene di non fallire la ghiotta occasione, spedendo all’inferno Kruscev e compagni? Come è potuto succedere che di fronte ad un gol subìto, invece di prendere in carico voglia e determinazione per lanciarsi alla ricerca del pareggio, i biancorossi si siano seduti come scolaretti subendo gli avversari e il pubblico locale infiammato e potente nel tifo? Non lo so, ma è successo proprio così! Ed è l’unica cosa che non doveva succedere, non accettabile, perché va bene la difficoltà della gara, va bene l’ambiente ostile, va bene la stanchezza delle ultime partite, va bene tutto. Ma non crollare proprio negli ultimi 45’ del lungo percorso. Non ha senso, non ha spiegazione logica. Si poteva perdere, certo, ma non così rinunciando a giocare, senza nerbo, quasi in abulìa.

LO STRANO STORYTELLING DEL GIORNO DOPO

 

Premesso che – soprattutto nella scienza calcistica ognuno è dispensatore di proprie verità – quello che mi ha più colpito nei commenti del giorno dopo, rilasciati da vari addetti ai lavori, è stata la constatazione che il Vicenza non ha perso il campionato a Cosenza, ma che “lo aveva perso già prima”, avendo disputato un torneo negativo, anzi disastroso etc. etc.. Ora, è chiaro che “la somma fa il totale”, come diceva il grande Totò, ma arrivare a giocarsi la finalissima per la salvezza dopo un simile campionato degenere non è, non era, cosa da poco. Tutt’altro! Si è trattato di un vero e proprio “miracolo” calcistico che va a tutto merito di Francesco Baldini, come detto e stradetto più volte in tutte le salse. In buona sostanza il Lane aveva raggiunto un grande obiettivo proprio in relazione al brutto campionato alle spalle, conquistandosi sul campo la grande chance. Poteva in altre parole guadagnarsi ancora la sospirata salvezza: era sufficiente un semplice pareggio, oppure ancor meglio la vittoria. Impresa più che possibile vista la caratura non trascendentale – pubblico a parte – dei calabri che hanno però un bomber di circa 40 anni, cui l’aria della Sila fa evidentemente molto bene.  Ma è proprio qui, invece, che si è buttato alle ortiche tutto e di più. Proprio nei disgraziati 50 minuti del secondo tempo, che ha visto sfumare le speranze vicentine in maniera poco comprensibile. Era qui il momento di produrre il massimo sforzo, tenere la concentrazione più alta, dare tutto quello che si ha in corpo. Cosa è mancato dunque ai nostri per combinare il vero disastro dell’anno? Quali responsabiltà hanno i singoli giocatori e quali vanno invece addebitate alla panchina di mister Baldini, purtroppo sceso dal piedistallo nel momento topico del nostro campionato cadetto?

FORSE ERA MEGLIO UN PAREGGIO AL MENTI

 

“Di se e di ma son pien le fosse” scrive il Poeta, ed in effetti è così. Però qui la questione è ancora calda e rimangono alcuni dubbi da sciogliere. Dicevo della responsabilità del crollo. Francesco Baldini, non smentendo la sua caratteristica di uomo leale e spontaneo, si è assunto nel dopopartita la sua parte di responsabilità perché: “non ho saputo inculcare nei ragazzi quella spinta necessaria per portare a casa un pareggio o una vittoria”. E’ un’ammissione che gli fa onore ma al contempo dimostra che qualcosa non ha funzionato a dovere nella comunicazione tra tecnico e giocatori, soprattutto considerato che il primo tempo era filato via tutto sommato in maniera incoraggiante per noi, visto il gran bel tiro di Filippo Ranocchia al 9’, che pareva infilarsi in rete, parato alla grande dell’estremo cosentino. Non solo, in campo i biancorossi giostravano bene e facevano il gioco: doppia occasione da gol costruita dai vari Dalmonte, Bikel (buona la loro prova complessiva, nonostante tutto) e Cavion. Insomma, a parte un’azione delle sue di Domenico Caso al 42’, quasi a voler far percepire il pericolo imminente, il primo round ai punti è stato biancorosso. Ciò avrebbe dovuto rafforzare moralmente la nostra squadra: invece ecco la mezza papera di Nikita e gol subìto a freddo. Una doccia scozzese che ha tagliato le gambe inspiegabilmente. Da lì è partita la nostra capitolazione con i biancorossi che non hanno saputo reggere il colpo, forse pensavano di aver già raggiunto l’obiettivo nel primo tempo. Altro grave errore poi quello del recidivo Brosco che – spiace dirlo – è stato il colpo di grazia che non ci voleva assolutamente, segno del nervosismo totale che ha avvolto il Lane dal primo gol in poi. Anche i cambi sono risultati poco comprensibili, visto che Dalmonte poteva essere tenuto in campo per la sua velocità, mentre Diaw era apparso sin dall’avvio, come troppo spesso gli accade, più nervoso che combattivo. A mio avviso, a questo punto, mi sono convinto che dal punto di vista psicologico, sarebbe stato meglio per il Vicenza che all’andata avesse pareggiato con il Cosenza, rimanendo costretto a dover vincere per forza e a ogni costo nel ritorno. Ora però la vicenda sul campo è chiusa.

 

TOCCA ALLA SOCIETA’ MANTENERE LE PROMESSE

 

La Società per bocca del presidente Rosso ha avuto il buon gusto di farsi viva subito, rassicurando i tifosi che, nonostante la brutta caduta di Cosenza, non ci sarà alcuna fuga né cambio di progetto, ma la piena conferma di riportare il Lane ai suoi antichi splendori, o quantomeno in una categoria più confacente alla sua storia e tradizione. Del resto si è visto – ma non c’era bisogno di verifiche – come i tifosi vicentini abbiano dimostrato il proprio amore e passione per la maglia. Un pubblico così rappresenta indubbiamente un tesoro da proteggere e premiare adeguatamente. Sin dalla fine della partita, poi, sono cominciati i discorsi e le congetture sulla possibile estromissione della Reggina dal campionato perché passibile di sanzioni a seguito di vicende societarie. Non mi pronuncio su questo aspetto ma spero che se una decisione in merito verrà presa, questo avvenga in tempi relativamente rapidi per evitare le problematiche già vissute in passato, quando la riammissione del Lane al campionato superiore era stata decisa solo pochi giorni prima dell’inizio, con tutte le conseguenze del caso. Rimane in piedi anche la vicenda personale di Francesco Baldini che ha molto ben operato nel complesso, mancando però l’obiettivo proprio sul traguardo. Un aspetto decisivo questo, però, nella valutazione societaria, perché un conto è battersi in un percorso di qualche settimana e un altro prendere in mano la squadra dall’inizio. Vedremo cosa succederà.

 

Luciano Zanini

 

 

 

Sull'Autore

Federico Formisano