Serie B

Pescara e Lane sono gemelli, però bisogna vincere !!!

Il  punto di Luciano Zanini sul campionato  di serie B

L’appuntamento  con la 30^ giornata

 

 

Poteva andare diversamente, vediamo un po’… Mentre mi accingo a scrivere di Cosenza, e soprattutto della prossima partita con il Pescara, mi ritorna in mente – novello Lucio Battisti – la partita contro l’Empoli. L’avevo immaginata (e scritto qui) come una grande chance per il Lane, l’occasione propizia per fare quel salto di quantità (la qualità c’è per diversi biancorossi) che avrebbe catapultato il Vicenza a quota 37 punti nella serata del 13 marzo ultimo scorso. Invece sono rimasto deluso. Non tanto e non solo per il pareggio mancato – che poteva starci benissimo viste le occasioni perdute o sprecate dai biancorossi nella seconda parte della gara –, ma soprattutto per la scelta iniziale di Mimmonostro, ossia  la formazione di partenza. Immutata la stima per mister Di Carlo, più volte confermata su queste colonne, però stavolta non ero d’accordo con lui. Certo, è un’opinione personale e quindi vale qualsiasi altra, però la scrivo. Sottolineando che le mie perplessità circa le scelte del tecnico non sono fuoriuscite post-gara, ma subito subito appena letta la formazione del Vicenza destinato a scendere in campo. Scorsi i nomi, ho confidato ad un collega della stampa sportiva nazionale presente al Menti: ”D’accordo che bisogna fare turnover, viste le partite dannatamente ravvicinate, e visti gli indisponibili con la “i” maiuscola assettati in tribuna, ossia Meggiorini e Dalmonte, però stasera abbiamo di fronte la prima della classe, che non perde da una vita, e una volta sola su 27 partite, e noi cosa facciamo?” Già. Noi cosa facciamo? Lasciamo fuori gente del calibro di Lanzafame, Vandeputte e Cinelli, che dispongono di un tasso tecnico adeguato alla bisogna contro l’Empoli.

 

I toscani hanno una rosa che è già da serie A, con attaccanti e centrocampisti di grande caratura (vedi  La Mantia, Matos, Bajrami, Sabelli, Haas, Stulac, Ricci –  chi più ne ha ne metta – e li abbiamo ben visti) e noi lasciamo fuori l’unico giocatore di spessore, uno che ha giocato in serie A, e pure bene?  Che ha giocato poche partite e ha già segnato due gol decisivi, dimostrando doti tecniche e di palleggio di livello superiore? Ma daiii… Per me Lanzafame doveva essere schierato subito e non aspettare la ripresa. Tanto è vero che con la sua entrata, e quella di Cinelli e Vandeputte, il Vicenza è cambiato e ha giocato facendo la sua bella figura, “rischiando” di pareggiare e anche… di fare il colpo (vedi il palo di Bruscagin e l’occasione di Rigoni). A fine partita MN ha dichiarato, in merito all’impiego di Lanzafame,: “Non l’ho rischiato dall’inizio perché ha recuperato negli ultimi due giorni. Si è impegnato, come tutta la squadra, nel primo tempo ci sono riuscite meno le giocate di qualità mentre nel secondo tempo le abbiamo trovate.” Una conferma che nel secondo tempo le cose sono cambiate a seguito dell’ingresso di Lanzafame, e dei vari Cinelli e Vandeputte. Peccato perché nel primo tempo l’Empoli ha fatto il bello e il cattivo tempo, con un Vicenza pressoché nullo in avanti e col centrocampo schiacciato dai panzer toscani. Poi, come detto, la partita è cambiata per via dei….cambi.

UN PRIMO TEMPO DI MARCA EMPOLI-DOC

Peccato, dicevo in apertura, perché poteva andare diversamente e sarebbe stata vera e propria manna salutare per l’autostima dei giocatori e del tecnico. Peccato anche perché il Lane era privo del duo Meggiorini-Dalmonte, un po’ come dire Empoli senza Mancuso, Bajrami, Haas etc. Nel primo tempo i toscani hanno macinato gioco senza risparmio surclassando il Lane che, ad un certo punto, sembrava lì lì per crollare sotto i colpi di maglio degli empolesi. La squadra di Dionisi ha aggredito ogni spazio del campo, determinata, quasi scatenata nel voler mettere subito in chiaro le cose, e dopo pochi minuti di gioco (intorno all’8’) ha trapassato la difesa berica. Ottimo scambio in velocità fra Sabelli e Bajrami, con pallone poi ad Haas che glielo ritorna: tira ma il palo dice di no alla sua conclusione, Grandi non trattiene e sulla ribattuta piomba come un falco il solito Mancuso che mette dentro.

la squadra scesa in campo con l’Empoli

Un  gol di pregevole fattura giunto al termine di un’azione manovrata negli spazi stretti, che ha ubriacato i difensori biancorossi, spettatori non paganti di fronte alla dinamicità degli attaccanti azzurri. Finito qui? No perché nel primo tempo il copione è lo stesso: gli empolesi lottano su ogni pallone, stanano e pressano i nostri in ogni parte del campo lasciandogli solo le briciole. E bisogna ringraziare pure la buona sorte perché i ragazzi di Dionisi sfiorano per due volte il gol del ko: prima Stulac con una gran botta su punizione e paratona di Grandi , poi con Ricci che tira debolmente a rimorchio di una grande azione di Mancuso. Insomma, alla fine del primo tempo poteva finire tranquillamente sul 3 a 0 e nessuno aveva da eccepire. Poi, finalmente, ecco il Vicenza letteralmente rivitalizzato dagli innesti sucitati e così arrivano le occasioni. Al primo vero tiro in porta dei biancorossi (60’)  Brignoli salva coi pugni; poi alla gran botta da fuori di Bruscagin (67’) è il il palo a salvare l’Empoli con Brignoli “spudoratamente” fortunato sul rimpallo: il pallone, colpito il palo, carambola  sulla sua schiena ed esce di pochi centimetri. Il finale è tutto di marca biancorossa, col  Vicenza che attacca con grinta e convinzione: potrebbe davvero farcela al 5’ minuto di recupero quando Luca Rigoni da due passi indirizza a rete ma trova ancora prontissimo Brignoli alla parata. Ma dopo il danno, subito la beffa: sul ribaltamento di fronte Zurkowski, entrato nella ripresa, scappa via e lancia Matos che entra in area e cade dopo il contrasto con  Grandi, uscito alla disperata. Pairetto concede il rigore tra le proteste del Lane (presidente e panchina compresi) – trasformato dallo stesso Matos. Finisce così per 2 a 0, ma come si dice in questi casi: poteva finire diversamente. Sul serio!

A COSENZA HA GIOCATO IL VICENZA  “GIUSTO”

Dopo aver rapidamente smaltito la sbornia empolese, il Lane ha preso armi e bagagli involandosi ( trasferta in aereo) verso l’area silana. Stavolta però la formazione mi pareva quella giusta, con davanti il trio di cui lamentavo l’assenza contro l’Empoli, appunto Lanzafame, Vandeputte e Cinelli. Ero insomma convinto che la squadra avrebbe fatto bene, nonostante la delusione del Menti, in questa partita ravvicinata e giustamente temuta. Del resto sono scontri come questi che spesso decidono un campionato in un senso o nell’altro. Diciamo che alla fine è andata bene al Lane visti gli scherzi che la dea Eupalla ha combinato al Marulla di Cosenza. E’ infatti malignamente intervenuta su Giacomelli quando ha tirato il rigore mettendo in ambasce squadra e tifosi, e poi su Cappelletti (peraltro protagonista poco prima di un salvataggio sulla linea che vale oro), il quale ha commesso il secondo fallo d’ammonizione con conseguente espulsione e riduzione della squadra in dieci.

 

Erano partiti malaccio i biancorossi, lasciando libero come un fringuello Gliozzi che ha saputo colpire bene e in maniera letale. Era il solito 8’ del primo tempo  (che per il Lane è un momento fatale, vedi il gol dell’Empoli) e la partita prendeva una gran brutta piega. Ma il Cosenza, con tutto il rispetto per Occhiuzzi & C. non è l’Empoli, e così si è arrivati al 26’ quando il buon Lanzafame in piena area ha fatto un numero spettacolare (quelli che amo particolarmente), ossia uno stop improvviso con giravolta immediata che ha costretto il difensore a falciarlo ineluttabilmente. Per questo gesto tecnico il buon Lanza merita un bel 8, altro che la sufficienza. Tanto più che se Giacomelli avesse segnato come da lui ci si aspettava (voto 5) le cose sarebbero andate ben diversamente. Ma il Vicenza è più forte del Cosenza e così ha tenuto botta senza perdere la tramontana, arrivando al pareggio con un gran bel colpo di testa di Valentini, il gaucho volante.

A quel punto contavo sul ritorno del Lane, che però si trovava la via sbarrata solo pochi munti dopo il gol per via dell’espulsione di Cappelletti. Vicenza quindi contrato, giustamente, a difesa del pari con qualche pericolo corso, ma alla fine esce da Cosenza con un punto d’oro. Poteva andare meglio, certamente, ma va bene così perché il Lane ha dimostrato ancora una volta di esserci, e di esserci con la testa e le gambe, in un appuntamento scivoloso, dove contava solo una cosa: il risultato. Ma ora viriamo sulla prossima sfida di sabato al Menti!

 STOP AI SENTIMENTI, DAL PESCARA I TRE PUNTI

Quando siamo arrivati ormai a 3/4 del lungo viaggio iniziato lo scorso ottobre, ossia alla vigilia della 30.ma giornata del campionato cadetto, la situazione del Vicenza dal punto di vista della classifica è per così dire ancora “sub judice”. Nel senso che – pur avendo dimostrato di essere una buona squadra in grado di tenere testa anche alle big – staziona ancora lì nel mezzo del “cammin di nostra vita” (35 anni secondo Dante), appunto a quota 35. Che vuol dire in soldoni a sette punti di distanza dai playout, ma anche a sette punti dai playoff. Sette, il numero perfetto secondo molte tradizioni orientali, regna dunque sovrano. La direzione del su o del giù dipende dalla immediata partita contro il Pescara, da cui è necessario trarre una bella vittoria. Spiace un po’ dirlo così crudelmente visti gli antichi rapporti di gemellaggio e amicizia, mai scalfiti dal tempo che passa, tra delfiniani e biancorossi, però lo sport è così. Anche solo pareggiarla – perderla non ci penso nemmeno – potrebbe aprire la strada a pericolosi riavvicinamenti dal basso, metti per esempio che vincano Ascoli (ora a 27), oppure Reggiana (28) o ancora Cosenza (28). Non ci possono essere debolezze in questa partita, né rilassamenti, sebbene le ultime due gare siano state veramente impegnative in tutti i sensi. L’unico pericolo che intravvedo è appunto questo, la caduta di tensione. Ma qui c’è Mimmonostro, esperto navigatore, che saprà ben catecchizzare le sue truppe, in modo da affrontare il Pescara – cui auguriamo dopo quella del Menti di vincere tutte le partite e salvarsi – come si deve per ottenere l’unico risultato utile: la vittoria.

Gol di Dalmonte nella gara d’andata

UN AVVERSARIO APPARENTEMENTE IN DISARMO

Già, il Pescara. Quale tifoso biancorosso serio non ricorda l’andata, nei giorni luttuosi della perdita del grande Paolino Rossi con annessi e connessi, quando i nostri riuscirono nell’impresa di espugnare lo stadio pescarese “Giovanni Cornacchia”? Con un rotondo 3 a 2 ! Altri tempi, quanta acqua è passata sotto i ponti, e le due squadre si trovano ora in situazioni decisamente diverse. Del Vicenza sappiamo. Del Pescara diciamo che la sua posizione può dirsi a questo punto disperata (in senso calcistico), o più pacatamente segnata.

Nello scontro diretto contro l’Ascoli, in casa propria, avrebbe dovuto fare centro in modo da riagganciarsi al treno. Era anche passato in vantaggio ma poi gli ascolani hanno fatto il colpo segnando la rete delle vittoria negli ultimi istanti della partita (47’). Una vera beffa. Una vendetta del tecnico marchigiano Sottil che era stato licenziato dal Pescara poco tempo fa. Certo che con 23 punti alla 29.ma giornata sei veramente messo male e lo stesso ruolino di marcia  è esplicativo: 5 vittorie, 8 pareggi e 16 sconfitte. Sulla carta ci  sarebbe ancora qualche possibilità di salvezza se il Pescara cambiasse totalmente marcia, visto che ha davanti altre concorrenti che spaziano sino ai 28 punti, come Reggiana e Cosenza in lotta  per uscire dai playoff. Però è difficile a questo punto fare previsioni e ogni squadra dà l’anima per fare punti. Evidentemente non è un anno buono per gli abruzzesi che avrebbero comunque una rosa all’altezza con i vari Galano, Memushai, Dessena, Maistro, Busellato, Ceter, Balzano, Bocchetti, il navigato portiere Fiorillo… Sia come sia mi aspetto una squadra che darà il massimo per non perdere contro il Vicenza. Da cui: massima attenzione perché non è la classifica a fare la partita. Ci sarebbero da dire altre cose, in particolare sull’ultima giornata che ha visto l’Empoli sprintare solitaria e dare corpo alla sua fuga. A quota 56 guarda tutti dall’alto in basso, a cominciare dal Monza a 50 e via via tutti gli altri. Rimando una completa disamina al prossimo appuntamento, quando la 30.ma giornata sarà conclusa e si potranno tirare un po’ di somme.

Luciano Zanini

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