Editoriali

La serie A di Federico Formisano

Scritto da Federico Formisano

Molti campionati si fermano per la pausa natalizia ma le squadre di serie A, che sono scese in campo l’antivigilia di Natale, già venerdì  29 dicembre torneranno ad incontrarsi per l’ultima giornata del girone d’andata. E proseguiranno poi ininterrottamente fino a metà marzo quando ci sarà la prima sosta.  Una sosta sarà imposta dal folle calendario della serie A solo per le quattro formazioni che parteciperanno a Riad dal 18 al 22 gennaio alla Super Coppa Italiana che quest’anno è stata impostata con una final four (Napoli e Lazio, prima e seconda in campionato, Inter e Fiorentina, finaliste di Coppa Italia).  E le formazioni interessate dovranno trovare il modo di inserire nel calendario anche i recuperi delle loro partite. Oltre alle 38 giornate di campionato alcune formazioni saranno impegnate anche negli ottavi delle Coppe Europee e nei quarti di Coppa Italia arrivando a disputare in una stagione qualcosa come 50 partite!!

 

Quando al giro di boa manca l’ultima giornata,  la classifica di Serie A è comandata dall’Inter di Simone Inzaghi che ha quattro punti di vantaggio sulla Juventus e 11 punti sul Milan.  I nerazzurri vantano  il miglior attacco della serie A con 41 reti realizzate, 10 più del Milan secondo e addirittura 15 più della Juventus. Vantano la miglior difesa con 7 reti subite (e 12 clean sheet) avendo subito 4 gol in meno dei bianconeri e ovviamente hanno la miglior differenza reti.  In testa alla classifica dei marcatori ha un suo giocatore Lautaro Martinez a segno in 15 occasioni e con un netto vantaggio sugli inseguitori (Berardi  a 9 e Giraud a 8 gol)  L’Inter ha perso solo la gara casalinga con il Sassuolo e ha pareggiato due volte con Juventus e Bologna (vera bestia nera dei nerazzurri visto che è stata la squadra di Thiago Motta ad eliminare l’Inter dalla Coppa Italia). Sopratutto ha vinto con tutte le formazioni big del campionato  tranne appunto i bianconeri e in alcuni casi con risultati molto netti ( 5-1 al Milan, 4-0 alla Fiorentina, 3-0 al Napoli).

Con questi dati sarebbe dominio netto in qualunque campionato ma l’Inter ha  “solo” 4 punti di vantaggio sulla tenacissima Juventus di Massimiliano Allegri.  Una squadra apparentemente utilitaristica che ha vinto 8 partite su 12 con un solo gol di scarto ma forte della  seconda difesa del campionato con 11 reti subite. Il problema maggiormente evidenziato finora dai bianconeri risiede nella scarsa prolificità degli attaccanti con Vlaovic a segno in 6 occasioni, Chiesa in 5, Milik in 2 e Kean ancora a secco.  Per fortuna dei bianconeri ci hanno pensato i difensori che oltre ad essere difficilmente superabili hanno spesso tolto le castagne dal fuoco come dimostrano i 3 gol (decisivi) di Gatti e le reti realizzate da Bremer, Cambiaso, Danilo e Rugani.  Il vantaggio che hanno gli juventini (non per le casse societarie evidentemente)  è dato dalla non partecipazione alle Coppe Europee che permette ai bianconeri di essere impegnati sul fronte campionato (e su quello secondario della Coppa Italia).

Allegri

Chi sta deludendo rispetto alle aspettative e ai costi di una campagna acquisti che ha portato almeno dieci nuovi giocatori in rossonero è il Milan di Stefano Pioli che è staccato già di 11 punti dall’Inter e che ha già perso 4 volte.  Gli arrivi di Loftus Check, Pulisic, Cheukweze, Okafor, Musah, Reinders, Jovic, pagati complessivamente quasi 120 milioni di euro a fronte dei 60 incassati dalla vendita di Tonali avevano caricato e illuso la piazza ma dopo quattro mesi di campionato sono arrivati risultati modesti uniti all’eliminazione in Champions League.  E’ impietoso a questo punto anche il confronto sull’utilità e onerosità degli acquisti effettuati con l’Inter che ha preso giocatori dal rendimento molto elevato come Sommer, Pavard (condizionato dall’infortunio subito), Carlos Augusto, Frattesi, Thuram, Arnautovic, investendo cifre molto più contenute, ma sopratutto scoprendo un giovane come Bisseck che nelle ultime gare si è dimostrato protagonista.   Inutile dire che la differenza la fa sopratutto quella vecchia volpe di Marotta che riesce a portarsi a casa Sommer quasi a zero prendendo 50 milioni dalla cessione di Onana oppure piazza a zero il colpo Thuram che si sta dimostrando  uno dei migliori acquisti dell’estate.

Sta deludendo anche il Napoli ma qui le cause sono diverse e per spiegarle bisognerebbe entrare nelle dinamiche dei rapporti fra il presidente De Laurentis e il mister Spalletti: una squadra che ha stravinto il campionato, che ha mantenuto tutti i pezzi da novanta (Osimeh, Kvaratskhelia, Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, Zielinski, ecc) perdendo solo Kim peraltro sostituito da Natan ha 15 punti in meno rispetto allo scorso anno: un abisso in cui sono precipitati sia Garcia che Mazzarri che lo ha sostituito e che ha già perso 5 delle 8 partite guidate dalla panchina.  Il Napoli è attualmente settimo con 6 sconfitte consecutive e 17 punti da recuperare, impresa quasi proibitiva visto il passo che stanno tenendo le prime.  Mantiene la barra ferma sulla Champions dove è arrivato agli ottavi ed è fuori dalla Coppa Italia. Forse De Laurentis avrebbe dovuto fare un  bagno di umiltà ed ammettere il ruolo avuto dal tecnico. Ma la modestia e l’umiltà non sono doti facilmente riscontrabili nel mondo del calcio.

Al quarto posto in classifica c’è il Bologna dell’intrepido Thiago Motta che con una squadra di buoni giocatori (Zirkzee, Ferguson, Orsolini, ecc.) nessuno dei quali considerabili finora top player, sta facendo miracoli.  E’ passato indenne a San Siro (con l’Inter), ma anche  a Torino con la Juventus, ha pareggiato con il Napoli e ha battuto la Lazio, il Torino e la Roma.  Vanta una differenza di 15 punti in più dello scorso anno.  E il valore dei suoi giocatori si sta incrementando: Zirkzee pagato 8 milioni ne vale oggi 30; Ferguson pagato 2 milioni dall’Aberdeen ne vale oggi 18.  E poi ci sono i giovani Calafiori, Kristiansen, Corazza, ecc.

Al quinto posto ecco la Fiorentina di mister Italiano che ha ancora incrementato il già ottimo rendimento della scorsa stagione (+7 i punti per i gigliati).  I viola hanno cambiato l’attacco che ha perso Jovic e Cabral sostituiti da Nzola e Beltran ( e un anno e mezzo fa al centro del loro attacco c’era un certo Vlaovic), ma continuano ad avere un rendimento molto elevato.  Tra le imprese della Fiorentina ci sono le vittorie con Atalanta, Napoli (al Maradona) e Bologna.

Al sesto posto rinviene la Roma di Josè Mourinho che dopo una partenza con il freno a mano tirato ha recuperato bene anche se il rendimento è ancora inferiore a quello dello scorso anno (-3). L’ultimo successo quello sofferto con il Napoli ha regalato un bel Natale ai giallorossi ma sopratutto ha fatto prendere consapevolezza della forza di un organico in cui spiccano la forza di Lukaku e il talento di Dybala. Si sa che l’ex juventino è spesso sottoposto a controlli asfissiante e ad interventi al limite, ai quali si deve comunque aggiungere una fragilità intrinseca che rendono il suo utilizzo tutt’altro che continuo.  Chi sta rendendo molto di più dello scorso anno è Romelu Lukaku che ha già realizzato otto reti in campionato e 8 reti in Europa League, superando il bottino dello scorso anno. E nella Roma giocano anche Mancini, Pellegrini, Cristante, che innervano anche la nazionale azzurra.

Ha un solo punto meno del Napoli, l’Atalanta di Gasperini che ha avuto comunque un rendimento molto incostante guadagnando i migliori apprezzamenti sopratutto in Europa League.  Sono 5 i punti in meno rispetto allo scorso anno  Ma non si può ignorare che la politica dei nerazzurri bergamaschi è sempre quella di valorizzare al meglio il capitale giocatori, operazione riuscita al massimo con Hojlund ceduto al Manchester per 73 milioni di Euro dopo essere stata acquistato dallo Sturm Graz per 20.  Sono oltre 150 i milioni incassati dalle cessioni dei vari Demiral, Boga, Maehle, Malinovski, a fronte dei quali ci sono stati gli investimenti per Scamacca e Tourè con un utile imponente.  A Gasperini spetta poi il compito di fare i miracoli e non sempre

L’altra squadra molto deludente è la Lazio che ha raccolto 7 punti in meno rispetto allo scorso anno quando concluse il campionato al secondo posto. Non tutto si può giusticare con l’uscita di scena di Milinkovic Savic, uomo squadra e spogliatoio imprenscindibile della formazione di Sarri. Certo è in calo evidente il rendimento di Ciro Immobile che spesso l’allenatore toscano ha relegato in panchina pur senza poter disporre di una valida alternativa nel ruolo.  La Lazio salva comunque la sua stagione grazie al passaggio agli ottavi di Champions dove cercherà di raccogliere le soddisfazioni che latitano in campionato.

Ha gli stessi punti dalla Lazio, il Torino che si mantiene in media con il rendimento dello scorso campionato e che ha alternato buone cose a gare opache. L’arrivo di Zapata ha irrobustito l’attacco ma finora sono mancati i vari Vlasic, Sanabria e Radonic.

A metà classifica c’è un pacchetto di squadre che sta realizzando sostanzialmente gli obiettivi della vigilia puntando alla salvezza: il Monza (21 punti), il Lecce (20), il Genoa e il Frosinone  (19)   Ovviamente nessuna di queste squadre può permettersi di rallentare la sua corsa, perchè basta poco per farsi intruppare nella lotta per la salvezza. Ma soddisfazioni ne hanno raccolte e non poche. Secondo noi merita di essere evidenziata una caratteristica del Monza che è la squadra più “italiana” del lotto con i vari Di Gregorio, D’Ambrosio, Izzo, Pessina, Gagliardini, Ciurria, Caldirola, Birindelli, Colombo, ecc.  E non va sottociuto il fatto che in questo gruppo ci sono due formazioni il Genoa e il Frosinone che sono neopromosse dalla B.

Stenta parecchio il Sassuolo di Alessio Dionisi che è fermo a 16 punti appena 2 lunghezze sopra Verona e Udinese.   Gli emiliani hanno raccolto soddisfazioni importanti vincendo in una settimana con Juventus e Inter ma poi hanno stentato sopratutto con le piccole subendo clamorose rimonte con il Cagliari, il Genoa, ecc.  In squadra ci sono giocatori di valore e talento come Berardi,  Pinamonti, Lauriente, ecc. in grado di fare la differenza in qualunque momento.

Berardi

Eccoci poi alla zona calda della classifica con Verona e Udinese appaiate a quota 14, seguite dal Cagliari a 13, dall‘Empoli a 12 e dalla Salernitana a 9.  Con ogni probabilità sarà fra queste 5 formazioni che usciranno le tre destinate alla retrocessione in B.

 

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Federico Formisano