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Il passo cadenzato del Lane

Scritto da Luciano Zanini

IL PASSO CADENZATO DEL LANE

E… L’ATALANTA-VICENZA DEL 1973

 di Luciano Zanini

In una settimana – da domenica 17 a domenica 24 settembre – il Vicenza ha proseguito la sua marcia, conquistando sul campo 7 punti. Benissimo? Bene? Direi bene perchè quando porti a casa punti in perfetta marcia inglese, qualunque sia il campionato, si tratta pur sempre di un bottino sostanzioso. Altro discorso invece per il gioco espresso in queste tre gare perchè complessivamente, sempre risultati a parte, si sono evidenziate le classiche “luci ed ombre”. E’ chiaro comunque che parlare di gioco, tattica, prospettive, etc. etc., quando in ogni partita fai punti pesanti, il discorso diventa più semplice, e direi sostanzialmente solo costruttivo. A quota 11 punti il Lane si trova meritatamente e, anzi, se riguardiamo bene le gare contro l’Albinoleffe. e soprattutto contro la Virtus Verona, ci sarebbe pure da rammaricarsi un poco. Con i bergamaschi si è pagato troppo dazio, pur essendo la partita d’esordio con tutte le incognite legate al debutto (ma questo vale anche per gli avversari), rischiando di lasciarci le penne, ossia fare la classica frittata, evitata solo per i grandi interventi del nostro portierone Alessandro Confente. A proposito del quale va detto che sin qui ha fatto per intero il suo dovere, anche qualcosa in più, confermandosi pedina di valore e di supporto prezioso per la difesa biancorossa. Ma tornando ora ai veronesi della Virtus, il rammarico invece è di tutt’altro genere, visto che promana da una maldestra svista (?) arbitrale, che ha validato una rete del tutto irrregolare. E’ netto infatti il tocco di mano in area di Demirovic che, sull’assist di Danti, tocca vistosamente la palla con la mano per poi infilare il nostro estremo sul primo palo. Gol da annullare senza dubbio ma, come noto, il Var in seric C non c’è proprio, e in questo caso la sua assenza ci costa verosimilmente due punti pesanti. A Verona, alla luce dell’andamento complessivo dell’incontro il Vicenza si è espresso per buona parte ad un livello superiore rispetto a quello sfoggiato dai virtussini e meritava di vincere. In ogni caso i biancorossi questa settimana hanno marciato con il passo cadenzato di chi vuole fare punti in casa e fuori, mettendo in campo una caratteristica fondamentale che è la benvenuta novità di questo campionato: la determinazione e la tenuta della squadra sino all’ultimo minuto giocato. Su questo aspetto da mantenere in ogni partita, va ora cercata la giusta formazione di base.

 

La difesa si comporta bene e dà garanzia di tenuta

 

Una prima conferma positiva dopo questo trittico settembrino giunge dalla difesa, a partire dal citato Confente il quale, rinfrancato dalla scelta del mister cacciatore  (Diana), di considerarlo titolare a tutti gli effetti, ha saputo ritagliarsi il ruolo di saracinesca quando è stato chiamato in causa (vedi gli interventi che valgono un gol contro Albinoleffe e Lumezzane). E non solo, perchè il ragazzo ha dimostrato di saper anche guidare la difesa con l’autorevolezza acquisita sul campo. Sempre a proposito di difesa ricordiamo con leggera angoscia quella dello scorso anno. Che tanti dispiaceri ha dato ai tifosi biancorossi, bucata tante volte, magari dopo una partita precedente positiva e vincente. Quest’anno i vari Ierardi, Golemic, Laezza, hanno saputo integrarsi molto bene, hanno una chimica comune che gli consente di diventare una barriera solida, e i risultati si vedono in campo. Per me il Lane ha subìto solo un gol in cinque partite (ripeto: il gol con la Virtus è inesistente come tale) e questo dato oggettivo vorrà pur dire qualcosa. Che, appunto, la nostra difesa c’è e che gli acquisti fatti dalla società in tale ambito paiono azzeccati per questa categoria, dove c’è bisogno come il pane di gente che combatta e sudi su ogni pallone.

Vicenza sceso in campo con la Pergolettese

Detto della difesa che si è presentata in campo sempre con gli stessi giocatori, il vero nodo da risolvere per Diana è il centrocampo. Molto più il centrocampo che non l’attacco, dove i tre là davanti possono fare un campionato di prima grandezza, quando saranno serviti a dovere e con continuità dai compagni. El loco Ferrari ha segnato “solo” due gol e su rigore, ma c’è e lo si vede anche nel battere i penalty dove riesce a mostrare freddezza e precisione. Certo, è ancora lontano dalla sua forma standard, ma partita dopo partita dovrebbe tornare ad essere il superbomber del torneo e tra non molto. La sua smania di segnare lo porta spesso a gesti di nervosismo che poi danneggiano soprattutto la squadra, oltrechè sè stesso. Penso e mi auguro che non manchi ancora molto per vedere El loco che fa soffrire lui le difese avversarie. E non viceversa. Accanto a Ferrari c’è un Rolfini che alterna buone prestazioni a meno buone, però il ragazzo ci sa fare e ha voglia di sfondare in biancorosso. In qualche caso è pure sfortunato ma anche per lui ci sarà spazio e gloria. Infine, ma non da ultimo, Pellegrini, il giovane attaccante voluto espressamente dal tecnico biancorosso per le sue doti di realizzatore e per la sua rapidità nei movimenti. E’ un’alternativa interessante e valida, che potrà ripetere la performance del campionato scorso chiuso con un attivo di 9 reti in maglia reggiana.

Ferrari trasforma il rigore

Il centrocampo rimane da definire entro tempi ragionevoli

 

A questo punto il reparto dei reparti, ossia il centrocampo biancorosso, rimane ancora da definire compiutamente. Meglio Ronaldo con Rossi? O è meglio Jimenez con Rossi? Della Morte trequartista? Greco cursore? Sono le tante domande che affollano la mente dei tifosi, ma soprattutto quella di Aimo Diana che, in tutta trasparenza, l’ha dichiarato sin dal primo giorno. “Voglio vedere tutti all’opera, partita dopo partita, senza preclusioni o pregiudizi, in modo da avere idee chiare sull’assetto complessivo del centrocampo.” Detto fatto, il mister ha già provato più soluzioni senza però trovare ancora quella giusta. Perché, a parte la goleada contro i “gorgonzola” e la più che sufficiente prestazione offerta contro la Virtus Verona, non è che il Lane abbia brillato contro le arcigne difese di Albinoleffe (che dopo l’incontro al Menti, peraltro, ha perso malamente più volte), Lumezzane e Pergolettese. Abbiamo assistito a tentativi di gioco collettivo, ben frustrati dagli avversari, rischiando alla grande i classici contropiedi. Se focalizziamo i primi tempi di queste partite, emerge come il Lane sia riuscito a passare alla fine con Lumezzane e Pergolettese a forza di provarci con voglia e tenacia, ma non con un gioco veramente organizzato. A questo punto non rimane che attendere ciò che Diana deciderà di fare, ossia quale impostazione darà al nostro centrocampo, tenendo ben presente che per una squadra che vuole vincere il campionato è necessario disporre di una formazione di base, con tanto di titolari e di gioco proprio. Poi intorno alla formazione base possono e devono giostrare gli altri a seconda delle circostanze.

 

Vicenza – Atalanta, quanti ricordi stupendi

 

Sabato prossimo, alle 20,45, il Menti ospita un incontro di cartello. Vicenza contro Atalanta. Certo non è l’Atalanta “maggiore”, ma Under 23. I giovani orobici. Eppure leggere il cartello di questa prossima gara non lascia indifferenti i tanti tifosi, meno giovani ovviamente, che ricordano le grandi partite di un tempo tra queste due squadre gloriose. Due provinciali (oggi, beata lei, l’Atalanta maggiore è un vero e proprio squadrone da sfide europee) che hanno storia, blasone, permanenza per decenni in serie A. Due provincie non dissimili quanto a capacità imprenditoriali, voglia di fare, attitudine al lavoro della propria gente. E come dimenticare le grandi sfide tra nerazzurri e biancorossi. In particolare quella epica del lontanissimo 1973, quando si disputò tra noi e i bergamaschi il supermatch della salvezza. O dentro o fuori.  Vinse per 1 a 0 il Lane, facendo esultare e fare grande festa a Vicenza e provincia. Corre il 20 maggio 1973, di mattina, quando un’infinita carovana di pullman e auto (lunga due chilometri, oltre ad un treno speciale) di tifosi biancorossi, parte da Vicenza alla volta di Bergamo per sperare in una salvezza impossibile. Il Lane era ultimo e ormai spacciato. Per salvarsi dovevano realizzarsi varie combinazioni favorevoli, pressochè impossibili, ma soprattutto bisognava battere la quasi salva e tranquilla Atalanta. Diecimila tifosi del Lane alla fine arrivano allo stadio orobico. Totalmente gremito in ogni ordine di posti con i suoi 25.000 spettatori. Partita tesissima, che si gioca sul filo del rasoio, con due squadre contrate. Fino al 56’ quando il grande bomber vicentino Vitali batte una punizione verso centro area e lo stopper nerazzurro Vianello devia il pallone nella sua porta, lasciando di stucco il portiere Pianta. L’Atalanta allora reagisce rabbiosamente, non ci sta a mettere in discussione la propria salvezza che riteneva cosa fatta. Si fà sotto e attacca a tutto spiano. E qui entra in ballo il portiere biancorosso Adriano Bardin che sfodera alcune parate straordinarie, salvando il risultato. Quel giorno gioca nel secondo tempo anche il grande Ezio Vendrame, facendo mostra della sua funambolica classe. Finisce in gloria con la salvezza del Vicenza e la retrocessione dell’Atalanta, con i suoi tifosi in lacrime e increduli. La carovana biancorossa impazzita di gioia torna a Vicenza sule ali della felicità sportiva più genuina e rumorosa. Vicenza e provincia travolti dalla gioia.  Che tempi, che Lane!

Vendrame

Luciano Zanini

 

 

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